~ Capitolo 13 ~

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- 15 luglio -

Oggi è domenica e potrei evitare di aprire la galleria, ma ho bisogno di tenermi occupata e di vendere qualche dipinto. Spero che arrivi qualche cliente, almeno per parlare con qualcuno. Sicuramente Arielle non mi porterà il caffé siccome ha passato la notte con Cameron e spero per lei che sia andata bene. Cam non mi é sembrato un ragazzo cattivo, crudele, o comunque da cui tenersi alla larga.

Una volta pronto il mio té alla menta mi avvio verso la galleria, ma quando arrivo vedo che c'è qualcuno appoggiato al muro e non é una persona qualsiasi. Leonardo é di fianco alla porta d'ingresso, con un sacchetto in una mano e nell'altra tiene il cellulare mentre messaggia. La linea della bocca é stesa in una linea dura, ma non riesco a vedere il suo sguardo perché è nascosto dietro un paio di occhiali scuri.

Cosa ci fa qui? Perché è tornato? Pensavo che non si sarebbe più fatto vedere, credevo che dopo la cena di ieri sera - per quanto sia stata piacevole - sarebbe stata l'ultima volta che ci saremmo visti.

Doveva essere l'ultima volta per la mia sanità mentale.

«Ciao.» dice alzando lo sguardo su di me. «Oggi sei in ritardo.»

Sulle labbra mi appare un sorriso che non riesco a nascondere. «La domenica apro sempre più tardi.» giro la chiave nella porta e la apro venendo invasa dal buon profumo della galleria. «Cosa ci fai qui?»

«Pensavo di far colazione insieme.» risponde alzando il sacchetto di carta e sorridendo. «Ho preso solo delle brioche, non sapendo cosa ti piacesse bere.»

«Niente uova e pancetta?» chiedo invitandolo ad entrare. «Da un'americano come te mi aspettavo bacon, uova, tost e una brocca di caffè.»

Scoppia a ridere poggiando il sacchetto sulla scrivania. «Per questa volta mi accontenterò di una colazione francese.»

Dovrei mandarlo via, eccome se dovrei, ma mi ritrovo a sorridere ancora una volta. «Sistemo fuori e poi possiamo mangiare.»

«Ti aiuto.» dice prontamente prendendo il tavolino in ferro battuto che metto sempre all'esterno.

Mi accodo a lui con gli sgabelli. «Grazie. Vuoi fare colazione qui fuori?»

Scuote la testa venendo quasi investito da una bicicletta. «Preferisco stare al sicuro dentro.»

Scoppio a ridere mentre annuisco e ci mettiamo "al sicuro" seduti alla scrivania dopo aver fatto un po' di spazio sul ripiano di vetro.

Le strade oggi sono più piene del solito e non solo perché é domenica, ma anche perché é il giorno dopo la festa nazionale e molti hanno fatto il ponte. Spero che questo mi porti più clienti, ma allo stesso tempo non voglio che entrino troppe persone perché sto bene con Leonardo, stranamente sto fin troppo bene.

Ieri sera ho passato una bellissima serata, ma devo tenere a mente che anche le prime uscite con il mio ex erano state belle, poi la favola si é trasformata in incubo. Al solo pensiero i brividi mi fanno drizzare i peli delle braccia e cerco di scacciarne il ricordo.

«Hai visto Cam questa mattina?» chiedo cercando di dimenticare quei giorni bui.

Scuote la testa dando un'altro morso alla sua brioche ripiena di marmellata agli agrumi. «Troppo occupato con la tua amica, si saranno divertiti parecchio questa notte.»

Il suo sguardo diventa ancora più caldo, seducente e sento il mio viso scaldarsi. Devo essere diventata rossa alle sue parole e penso proprio che anche lui si aspettasse una nottata movimentata. Se si aspettava davvero di portarmi a letto, allora non ha capito proprio nulla e dovrebbe evitare di stare qui nella speranza che capiti.

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