~ Capitolo 21 ~

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- 1 agosto -

Mi giro nervosamente la pochette nera di velluto fra le mani sperando che il cameriere con il vassoio con sopra dei calici di champagne mi raggiunga presto. Ho bisogno di stendere i nervi. Non so nemmeno perché ho accettato di venire in questo posto, perché ho assecondato l'assurda richiesta di Arielle.

Non sono fatta per questi ricevimenti lussuosi, nonostante il luogo in realtà é molto normale e sono felice di non essere chiusa dentro a qualche elegante e costoso palazzo antico.

Questo ricevimento per mercanti d'arte e proprietari di gallerie si tiene ogni anno il primo di agosto a Cannes proprio nel quartiere Le Suquet, la parte antica della città, nella piazza alta dove si gode di una splendida vista. Nel quartiere la chiesa di Notre-Dame-de-pins domina con il suo stile gotico insieme a quella parzialmente fortificata e più antica Chapelle-Sainte-Anne, che è proprio alle mie spalle mentre mi godo il panorama sulla città e sul vecchio porto.

Per arrivare non é stato per nulla semplice, soprattutto con i tacchi vertiginosi che indosso, fra queste viuzze pittoresche dove le auto normali non ci passano. Per i più anziani hanno noleggiato delle minicooper e delle golf cart e avrei voluto salire anche io, ma Arielle é stata irremovibile e ha voluto fare la strada a piedi.

Non ho mai odiato così tanto delle scale in vita mia, per quanto possa essere stato bello il paesaggio illuminato da apposite candele ai lati, è stato comunque faticoso.

Fa caldo e fra i tacchi e l'abito lungo non hanno semplificato le cose. Arielle mi ha prestato questo splendido abito di Jenny Packham blu notte che mi fascia il seno e le braccia fino al gomito con una scollatura a barchetta dal tessuto incrociato davanti, una cintura morbida di velluto nero sulla vita e la gonna che cade morbida fino ai piedi. Il tessuto é di una morbidissima seta che ho paura di rompere, o sporcare.

Data la mia inesperienza, scommetto che inciamperò fra non molto. Hanno coperto i ciottoli con un simil-parquet, ma la difficoltà per me rimane lo stesso.

«Sophie.» dice Arielle strappandomi dai miei pensieri.

Questa sera lei é bellissima con il trucco leggero e i capelli raccolti in un rigido chignon sulla nuca. L'abito é di Temperley London formato da una sottoveste di seta chiara, quasi simile alla sua carnagione leggermente abbronzata, con sopra un pizzo nero fiorato dalle maniche lunghe e la scollatura a V. La vita e il seno sono perfettamente fasciati mettendo in evidenza la sua abbondanza e quel vitino da vespa che tanto le invidio.

Guardo i suoi occhi azzurri irritati. «Cosa succede?»

«Cameron è qui.»

Mi si ferma il cuore. Rimango immobile e il vociare intorno a me sparisce.

Cameron è qui e questo vuol dire che anche Leonardo è presente. Sapevo di non dover partecipare a questo stupido evento, dovevo rimanermene a casa perché io qui in mezzo sono completamente fuori posto. Non voglio vederlo.

«Perché?» chiedo buttando fuori a fatica questa unica parola.

Si stringe nelle spalle. «Non ne ho idea.» sbuffa sistemandosi dietro l'orecchio un ciuffo inesistente. «Ha cercato di parlarmi, ma non ne voglio sapere nulla. Non voglio parlare con quello stronzo.»

Alle sue spalle vedo comparire proprio Cam che cerca di raggiungerci. «Sta venendo qui.»

Scuote la testa e prima che io possa fermarla, è già scomparsa dalla mia vista.

Cam aggrotta la fronte e poi sospira, ma non si ferma. Continua a camminare e penso proprio che ora il suo obbiettivo sia io. Mi guardo intorno cercando una via di fuga, ma non conosco nessuno e prima che possa attaccarmi a qualsiasi persona, anche al cameriere, Cam è davanti a me.

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