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Finisco di mettermi l'eyeliner e mi giro verso Emilia, che mi mostra i pollici in su sorridente: sono truccata, pettinata e terrorizzata.

E devo solo andare a cena fuori con John.

Prendo un respiro profondo, gonfiando il petto e rilasciando l'aria dopo qualche secondo, cercando di calmare l'ansia che mi stringe lo stomaco in una morsa stretta.

Non vomitare, mi raccomando.

Lo spero.

Devi riuscirci. Immagina se, mentre ti bacia, ti viene un conato. Povero John.

Grazie per non avermi messo altra pressione addosso, sul serio.

Non c'è di che.

Non saprei come fare senza di te.

Unica ed inimitabile, lo so.

Fottiti.

"Allora, dove andate per questo fatidico appuntamento?" domanda curiosa Emilia, prendendomi in giro mentre fa dondolare i piedi fuori dal letto. Le sue gambe sono talmente corte che non riesce neanche a sfiorare il pavimento mentre mi guarda con fare malizioso.

"Non ne ho idea" rispondo portandomi le mani sul ventre, dove i crampi sono sempre più dolorosi a causa dell'ansia.

Sbuffo già stanca e mi siedo sul letto accanto a lei lasciandomi cadere sdraiata sul materasso, lo sguardo fisso al soffitto.

Nella mia vita, sono poche le cose che non ho avito sotto pieno controllo e nessuna di queste è finita bene. Al punto di avere lasciato segni visibili e invisibili su di me, primi tra tutti gli incubi.

Due sere fa ho sognato di essere trascinata per i capelli per tutta la vecchia casa in cui abitavo in Texas, prima di essere letteralmente lanciata fuori dalla porta. Come fossi un sacco di patate vuoto, esattamente.

Inutile dire che non è stata una delle mie migliori giornate.

"Devi stare tranquilla o finirai per vomitare anche lo stomaco prima di mangiare" mi fa notare Emilia guardandomi mentre mi dà una pacca di conforto sulla coscia.

Apro bocca per ribattere ma qualcuno bussa alla porta e scatto in piedi in un battibaleno. Corro a mettere il vestito rosso che ho deciso di indossare nel caso fosse una serata più impegnativa di quanto non abbia lasciato intendere John, nel mentre che Emilia si affretta ad aprire la porta a chi ha bussato.

La testa scura di Matt fa capolino dal battente e guarda stranita dentro la stanza prima di sorridermi a trentadue denti, approvando lo scollo a barca del vestito bordeaux che indosso e la sua gonna corta e svasata.

Forse sono addirittura troppo elegante, mi torturo il labbro ansiosa mentre inizio a pensare a cosa potrei mettermi di più comodo, trovando la gonna estremamente scomoda e lo scollo troppo pronunciato.

"Stai benissimo Scarlett" si complimenta Matt interrompendo le mie autocritiche congiungendo le mani come fosse in preghiera, facendomi sorridere in segno di ringraziamento, "il tuo principe azzurro aspetta al piano di sotto, con il mio Jason" aggiunge poi indicandosi il petto con fare fiero nel nominare il suo ragazzo.

Sorrido in modo forzato, mentre l'ansia mi assale e per poco non corro in bagno a rimettere la mela che ho mangiato oggi pomeriggio.

"Calmati Scar" sospira Emilia dondolando le sue gambette corte dal letto prima che io mi giri verso di lei.
Mi sto torcendo le dita da talmente tanto tempo che ormai potrebbero tranquillamente staccarmele ed usarle come pezzi dei lego per poi riattaccarle a piacimento.

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