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"Dunque, questo appuntamento quando me lo concederesti?" mi domanda John. Lo guardo e poi torno a voltarmi verso la televisione.
È tutto il pomeriggio che non gli rivolgo la parola e lo ignoro, perché è semplicemente assurdo che lui mi chieda di capire Grayson.

Tralasciando che mi abbia nascosto della sua esistenza, non sono concorde con nessuna delle cose che ha detto e il fatto che John non riesca a comprenderlo mi fa venire dei dubbi sulla sua intelligenza.

"Andiamo Scar, non possiamo fare sempre così quando qualcosa non funziona" afferma spingendo i a guardarlo accigliata, "non puoi sempre mettermi il muso."

Il tono deciso che usa mi fa schiodare dalla mia posizione per rispondergli a dovere.
"E tu non puoi dirmi che accetti davvero che quell'uomo entri nella nostra vita. Tu non te ne sei reso conto perché avevo gli occhi a cuoricino per il tuo amico, ma ha fissato me ed Em in maniera a dir poco spudorata."

Inizio contando sulle dita le cose che ha sbagliato entrando in casa, "è stato irrispettoso nei confronti di tutti, Ariètte per prima, tirando subito fuori le sigarette in mezzo alla casa. E potrei benissimo continuare, ma non ho voglia di sprecare tempo dato che a te non interessa sentirti dire nulla."

"Piccola, ti sei fatta un'idea sbagliata di lui. Fidati, non è questo tipo di persona. Dagli una chance, fallo per me" mi implora prendendomi una mano.

"Non voglio farlo. Non capisci. Non mi piace quella persona, ha qualcosa di losco e, anche se non so cosa, non voglio scoprirlo" alzo il mento incrociando le braccia sul petto.

"Ti chiedo solo di dargli una possibilità, se poi continuerà a non piacerti... Ti prometto che non gli farò più mettere piede qui dentro" il suo sguardo che cerca il mio mentre la sua voce ha perso la decisione che aveva pochi secondi fa.

Ci penso, ci penso bene. Ci penso ancora meglio, fino a convincermi che permettermi di conoscerlo non potrà causarmi nessun problema e che, male che vada, potrò sempre decidere di non vederlo mai più.

"Una sola volta. Se poi non mi piacerà ancora, la cosa si chiuderà lì" affermò più convinta che mai. Tanto sono alquanto sicura di come andranno le cose.
John sorride e io ricambio alzando gli occhi al cielo.
Lui si sposta verso di me fino ad abbracciarmi e mi prende la mano, intrecciando le dita con le mie.

Ariètte passa di fronte a noi e saluta sorridendo. Sembra molto stanca mentre ci guarda le mani unite.
Una sensazione strana mi assale subito: sono scomoda, vorrei sciogliere le dita dalla sua presa e il cuore mi batte in maniera esagerata, ma per il disagio, lo stesso che ho provato prima a letto.

Mi raddrizzo istintivamente e John si acciglia quando mi libero dalla sua presa.
"Che succede?" mi domanda ed io scatto in piedi, la testa mi scoppia e un conato mi aggredisce, quindi, prima di riuscire a rispondergli, mi precipito in bagno.

Rimetto anche l'anima nel bagnetto che c'è accanto alla cucina.
Ci metto qualche secondo a riprendermi dalla violenza con cui ho sentito tutti i miei organi scuotersi e mi accascio subito a terra, tirando lo sciacquone.
John è accovacciato di fronte a me e mi porge un bicchiere di acqua per sciacquarmi la bocca, ma un secondo conato mi costringe a ripiegarmi sulla tavolozza del wc.

Passa qualche minuto e vedo la figura esile di Emilia affacciarsi al bagno corrucciata.
"Che succede qui?" domanda guardando prima me, in lacrime a causa degli sforzi, e John, che tenta di raffreddarmi la fronte accaldata e pormi altra acqua.

"Ha vomitato di nuovo, ho paura che abbia preso qualche virus o l'influenza..." dice dubbioso John, ma Emilia sembra anche meno convinta di lui.

"Andiamo a fare un giro e prendere un po' d'aria? Ti servirà." propone Emilia porgendomi una mano per aiutarmi ad alzare e io l'accetto volentieri. Evito John, che finisce per afferrarmi per i fianchi quando rischio di cadere.

"Sicura che sia una buona idea?" le chiede lui. Em annuisce e John capisce che non la smuoverà, quindi, dopo aver chiamato Froy, ci dirigiamo tutti e tre alla loro macchina.

Mi siedo e John mi guarda preoccupato, mentre io ignoro di nuovo la sua espressione, iniziando ad interrogarmi sulla mia stessa reazione a lui.

Cosa mi sta succedendo? Me lo domando di nuovo mentre Froy mette in moto e le mie mani corrono ai capelli, che stringo fra le dita mentre Emilia, seduta al mio fianco, mi accarezza il braccio per attirare la mia attenzione.
"Andrà tutto bene Scar."

Emilia's p.o.v.

Stiamo cercando da dieci minuti i test,  girando come trottole per la farmacia. Da dieci. Cazzo. Di minuti.
Vorrei dare fuoco a tutti gli scaffali.

Dato che sono più di tre settimane che si lamenta della nausea e la trovo accovacciata a rimettere l'anima in uno dei tanti bagni di quella casa, voglio capire se la mia intuizione è veritiera o meno.

Anche perché sono alquanto stufa di dover ripulire il cesso ogni volta e di vederla in questo stato.

Afferro quattro scatole diverse di test di gravidanza e mi dirigo alla cassa, dove Froy mi aspetta canticchiando sottovoce con in mano delle pastiglie per la digestione e contro il reflusso.
Se non puoi risolvere il problema, è sempre buono tentare di arginarlo.

Quando mi avvicino lui mi posa istintivamente un braccio sulle spalle, abbassando poi lo sguardo sulle mie mani e sbarrando gli occhi come due palloni da basket.

"Oh cavolo, cosa sono quei..." prova a dire ma per poco non si strozza da solo con la sua stessa saliva. Alzo la testa per guardarlo in faccia prima di spiegargli che non sono per me.
Froy si acciglia, ma non ribatte nulla. Probabilmente la sua bella testolina sta rimuginando sulla cosa e si sta chiedendo come sia arrivata a questa conclusione.

Quando arriva il nostro turno, paghiamo tutto ed usciamo in fretta dalla farmacia, correndo verso la macchina dove Scar sta guardando fuori dal finestrino, presa dal nero che copre il cielo notturno, mano nella mano.

"Fatto, direi che possiamo tornare a casa... Hai preso tutta l'aria che poteva servirti" inicito Froy a darsi una mossa entrando, con la grazia di un ippopotamo, in macchina.
Scarlett si gira verso di me e mi sorride, ma sono sicura che quando le darò quei benedetti bastoncini smetterà di sorridere in mezzo secondo.

Potrei scommetterci l'anello di fidanzamento di Froy che so essere nascosto nell'armadio, dietro un cappotto che non sapevo neanche continuassero a produrre dopo gli anni ottanta.
Essere quella che pulisce gli armardi tra noi due è utile a volte.

Ci mettiamo una ventina di minuti ad arrivare a casa e devo ammettere di essere in ansia per Scarlett al punto di iniziare a mangiucchiarmi le unghie.
Saliamo in fretta le scale, ignorando John, che ci chiama per chiederci come sta la biondina che sto trascinando fino alla mia camera.

Qui, dopo averla portata in bagno, le metto di fronte le quattro scatole di test di gravidanza che ho comprato prima e lei mi guarda confusa.
"Non sono incinta" afferma scuotendo la testa e chiedendomi implicitamente con lo sguardo se si tratta di uno scherzo.

"Allora non faremo altro che averne conferma" sbuffo io.

"Non capisci, non sono incinta, prendo la pillola da mesi..." si mette sulla difensiva combattendo il panico. "Senti, questa situazione non piace nemmeno a me, ma meglio levarsi il dente. Non costringermi a restare a fissarti mentre fai pipì per essere sicura che tu abbia fatto il test."
Lei annuisce soltanto, gli occhi ancora sgranati mentre prende la prima scatola.

Le raccomando di farli tutti quanti e poi esco dal bagno, chiudendomi la porta alle spalle.

Dopo un tempo infinito Scarlett esce dal bagno, bianca come un cencio e con in mano tutti i bastoncini.
Solleva lo sguardo colmo di lacrime e poi parla, pronunciando le parole che sospettavo già.

"Sono incinta."

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