Miracolo di Natale

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Capitolo 6

"Caro Marito, ti auguro buon Natale. Spero che porti pure a voi un po' di tregua. Io sono tornata a Riesi per un breve periodo di riposo. Chissà magari Gesù farà un regalo anche a voi al fronte. ho saputo che l'anno scorso i tedeschi con gli inglesi hanno fatto una tregua per il giorno di Natale, chissà che non la facciate anche voi con gli Austriaci. Un'ultima cosa, ho notato che non scrivi mai degli scontri che avvengono, so che questo lo fai per non farmi preoccupare. Non temere per la mia tranquillità, se hai bisogno di sfogarti fallo pure, da questo punto di vista questa guerra è mia tanto quanto è tua. 
Ps. Spero che il regalo ti piaccia." Aprii il pacco, ne uscì fuori una cornice, con una foto del nostro matrimonio, sulla cornice, c'era una scritta che recitava "il mio eroe" mi venne da piangere ma mi trattenni. Aprii il pacco che mi aveva mandato Luigi, era una bottiglia del nostro vino, tra l'altro era la mia miscela preferita, ottenuta dalle uve dei nostri possedimenti a Judeca, poco lontano da Riesi. Sull'etichetta c'era inoltre una scritta "che tu possa passare un Natale sereno, nonostante tutte le insidie che si presentano. Da tuo fratello e da tua madre.".  Mentre scartavamo i regali, eravamo dentro una postazione di mitragliatrice, con Andrea e Luca. "Secondo voi ci sarà una tregua domani?" Chiese Andrea. "Assolutamente no! Su questo fronte non ci saranno tregue" rispose Luca con una certa freddezza, io mi limitai ad avvicinarmi allo scaldino. "Se ci azzardassimo a fare una tregua, arriverebbero i Carabinieri e ci penserebbero loro a fare il lavoro degli Austriaci, ci decimerebbero come se fossimo animali da macello". "Io spero che almeno abbiano la bontà di non attaccarci. O dalla nostra parte di non farci attaccare. Non mi va di morire a Natale." Intervenni io. "Quello lo speriamo tutti. Andrea non contento, uscì nelle immediate vicinanze della casamatta, prese un elmetto sforacchiato, usato per verificare se c'erano cecchini a guardare, lo mise sulla canna del fucile e lo fece sporgere. L'elmetto fu scagliato a terra da un proiettile. Nessuno parlò, ma tutti capimmo che non ci sarebbero state tregue. La sera, eravamo di nuovo in quella casamatta, e il discorso tornò. Questa volta fui io a prendere l'elmetto e farlo sporgere. Ma questa volta, a sorpresa di tutti, non successe nulla. Presi il binocolo, mi sporsi dal bordo della trincea, non nego che avevo paura, anche Andrea mi seguì e poi Luca. Ciò che vidimo ci sconvolse, un'austriaco, anche lui col binocolo, ci vide, ma non ci sparò. Alzò la mano e la agitò, stava salutando. Non conosco il nome di quell'uomo, ma so per certo che per la prima volta vidi un uomo sulla parte opposta della terra di nessuno, non una minaccia per la mia vita. Quell'evento ci lasciò stupiti. Verso le 11 di sera, rientrammo nel dormitorio, trovammo un tavolo improvvisato imbandito, con sopra cibi che non vedevo da mesi. C'erano alcuni ufficiali con noi, "Mangiate, sereni” subito pensammo che l'indomani ci sarebbe stato qualche assalto, ogni volta che si mangiava bene era così. un tenente che vide le nostre espressioni si avvicinò e disse “so cosa state pensando, state sereni, domani non ci sarà nessuna carica. È solo un regalo di Natale che abbiamo voluto farvi. Anzi, farci. La serata passò mangiando, brindando e festeggiando. Arrivata la mezzanotte ci scambiammo gli auguri. Non ero così sereno da quando avevo lasciato Riesi, anche se una parte di me non sapeva se credere o meno al tenente. Dopo gli auguri, il parroco militare, ci invitò a fare una preghiera tutti insieme. "Preghiamo, perchè questa guerra finisca presto, per tutti quelli che hanno perso la vita in questi mesi, preghiamo inoltre perchè anche il nostro nemico, passi un Natale degno di questo nome. Preghiamo perchè il buon Dio, ci permetta di tornare dalle nostre famiglie." dette queste parole, cominciammo tutti a recitare il padre nostro. finito di pregare il prete disse "passate tutti un santo Natale". Quella sera andai a letto sereno ma con quel pensiero che non lasciava la mia testa, e come me tanti altri ma nonostante tutto da tempo non si vedevano dei sorrisi in quel buco. prima di mettermi a dormire mi chiesi se Antonio stesse passando un natale come il mio e pregai perchè così fosse. Il giorno dopo, passò serenamente, nessuno sparo, nessuna carica, solo molta allegria, mai fui così contento di sbagliarmi. Nessuno morì per mano di qualcuno quel giorno sul fronte. Questo purtroppo non significava che la guerra fosse finita, ma solo che anche Gesù aveva voluto farci un regalo.

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