PIZZA E FILM

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Claudio's pov

Prima di uscire dall'Istituto ho avvisato la Boschi che io ed Alice saremmo usciti prima e naturalmente lei non ha perso l'occasione per criticare la mia allieva. Ormai mi sono rassegnato al parere negativo che ha nei suoi confronti. All'inizio era più o meno giustificato considerato che Alice ne combinava una dopo l'altra, ma adesso sembra più... come dire? Sembra che la usi come valvola di sfogo. Ogni occasione è buona per affidarle i compiti più inutili o demoralizzarla. Anche io la critico però... io sono io e Alice sa che non lo faccio con cattiveria al contrario della Wally che si accanisce su di lei senza motivo e nel modo più spietato possibile. Non riesco a capire questo atteggiamento sinceramente...
L'ho ascoltata senza ribattere, troppo stanco per cominciare una discussione, ma soprattutto non voglio che pensi io abbia un interesse nei confronti di quella ragazza. Non ho mai preso le parti di nessuno specializzando e se iniziassi adesso, con la specializzanda più combinaguai dell'Istituto, di sicuro si insospettirebbe.
Tornato a casa ho fatto una doccia veloce per poi riposarmi un attimo sul divano dopo aver attaccato la musica sullo stereo.
Dopo circa due ore vengo svegliato dalla suoneria del cellulare. Sono tentato di non rispondere, ma quando lo prendo per rifiutare la chiamata mi fermo vedendo il nome sullo schermo: Alice.
Rispondo non sapendo cosa aspettarmi da questa conversazione.
"Pronto?" il mio tono è neutrale. Non so se essere felice che mi abbia cercato o preoccupato che ne abbia combinata una delle sue.
"Ciao Claudio sono Alice..." la sua voce mi suona incerta e l'idea che sia successo qualcosa di serio si insinua nella mia mente.
"Alice? Cos'è successo? Stai bene?" silenzio. Inizio a preoccuparmi sul serio.
"Alice?" ti prego fa che non le sia successo nulla...
"Sì... sì tutto ok. Sto bene" tiro un sospiro di sollievo.
"Come mai mi hai chiamato?" ora sono curioso. Se non è successo nulla perché chiamarmi?
"No, niente solo che... sono a casa da sola e volevo un po' di compagnia... tutto qui..." ammette tutto d'un fiato. Credo che il mio cuore abbia appena saltato un battito.
"Ti va di venire da me? Mangiamo una pizza e vediamo un film se ti va..." veramente io speravo mi chiedesse altro.
"Perché non hai chiamato la tua amica?" sono un cretino lo so! Non era questo che avrei dovuto dirle. Avrei dovuto accettare senza farle troppe domande, ma se no la facessi innervosire non sarei io no?
"Ha da fare. Ho chiamato te perché non sapevo a chi altro rivolgermi e non voglio stare sola, ma se non vuoi basta che lo dici!" ribatte alzando la voce. Sta mentendo spudoratamente.
"Dammi dieci minuti" non aspetto neanche che risponda e riattacco.
Uno strano calore mi si irradia dal petto. Sono felice. Sapere che mi cerca... è una sensazione meravigliosa. Magari non succederà nulla, però il fatto che abbia fatto un passo vero di me... sono felice! Decisamente felice!
Non metto nulla di particolare. Da quello che ho capito vuole mantenere un clima informale. Pizza e film... maglietta, felpa e jeans andranno benissimo. Non li indosso spesso, non sono adatti al lavoro che faccio, ma per questa occasione sono l'abbigliamento più adatto.
Lascio i capelli spettinati e vado a casa sua.
Suono a citofono e aspetto.
"Si?"
"Sacrofano, mi apri o devo aspettare qua sotto tutta la notte?" sbuffa e mi apre il portone.
Trovo la porta già aperta ed entro.
Non la vedo, decido di guardarmi un po' in giro per il salotto. Me lo aspettavo più caotico onestamente, e invece è tutto ordinato. Scorro con lo sguardo sulle foto sparse per la stanza e quando ne vedo una che la rappresenta con Malcomess jr. uno strano fastidio mi assale, come una stretta allo stomaco. Già solo sentirlo nominare mi infastidisce, figuratevi vederlo in una foto in sua compagnia che la bacia stringendola in un abbraccio. Stringo i pugni irrigidendomi.
"Ciao" quella voce mi riporta alla realtà e mi volto a guardarla. La squadro da capo a piedi. Anche vestita con pantaloni della tuta e una felpa il doppio di lei è sempre splendida.
"Sacrofano!" anche lei mi sta fissando. Non capisco perché però. Non ha quello sguardo come di adorazione, è più di incredulità. Che le è preso adesso?
"Tu... felpa e jeans? Tu?" non me lo aspettavo.
"Perché? Sto male?" anche se rispondesse positivamente non le crederei, la mia autostima me lo impedirebbe.
"No, no assolutamente, solo che è strano ecco... ti ho sempre visto in giacca e cravatta... diciamo che fa un certo effetto. Sembri quasi una persona normale" non per accrescere il mio ego, ma essere definito "normalmente fuori dal comune" nel senso di sopra la media, perché il senso era quello, mi dà una certa soddisfazione.
"Che pizza vuoi?" si stava creando un po' di tensione che per fortuna ha interrotto.
"Una diavola. Grazie" fa un cenno di assenso e va in cucina ad ordinare.
La raggiungo trovandola intenta ad apparecchiare la tavola e mi viene un'idea malsana.
Mi avvicino silenziosamente alle sue spalle e assicuratomi che non avesse nulla in mano scatto afferrandola per i fianchi.
"BUH!" ok sembro un bambino a fare 'sti scherzi idioti, ma la sua reazione è il massimo. Ha fatto uno di quei salti... io scoppio a ridere. Appena si volta mi guarda malissimo e non posso fare altro che ridere ancora più forte.
"Ma sei stronzo!" eh già! Me lo sono meritato, ma ne è valsa la pena.
"Dammi una mano piuttosto che farmi prendere un infarto!" cosa faccio io? Le porgo la mano. Sì, sì è una cosa infantile ho capito però... scusate non ce la faccio, è troppo divertente. Credo mi stia prendendo per pazzo al momento.
"Ma si può sapere cosa ti è preso? Da quando sei peggio dei bambini?" lo dice cercando di mantenere uno sguardo serio, ma lo vedo che si sta trattenendo dal ridere con tutte le sue forze.
"Ok, la smetto. Dimmi cosa devo fare" alzando le mani in segno di resa e con sorriso da ebete ancora stampato in faccia.
"Ci sono delle birre in frigo. Io intanto metto piatti e bicchieri" mi guarda in un modo strano che non riesco ad interpretare. Faccio quello che mi ha chiesto e prendo da bere.
Mentre aspettiamo le pizze parliamo un po' di lavoro e lei parte con le sue ipotesi assurde che non so perché, ma al momento non mi danno fastidio, mi incuriosiscono. Si vede che le piace fare congetture, anche improbabili. Le si accende una luce negli occhi... la ascolto con attenzione, assecondandola per una volta.
Quando suonano al campanello vado ad aprire io.
"Le pizze per Allevi"
"Sì. Ecco tenga" pago, prendo le pizze e torno da Alice.
"Servite le pizze!" le porgo la sua e metto la mia nel piatto.
Quando vede che non uso le posate mi guarda stranita.
"Beh? Che c'è?" le chiedo. Sbatte un attimo le ciglia per riprendersi e mi risponde.
"Non pensavo fossi il tipo che mangia la pizza con le mani"
Non sono mica un mostro!
"Sarebbe un reato non credi?" le rispondo ridendo.
"Giusto!"
Parliamo per tutta la cena. Ridiamo e scherziamo senza pensare ad altro e la serata passa serena.
Decidiamo di vedere un film ed il momento della scelta scatena l'inferno. Lei vuole vedere qualcosa di romantico e strappalacrime, io un horror. All'inizio la discussione è stata solo verbale, poi abbiamo riscoperto l'uso dei cuscini e a qual punto è scoppiata la guerra. Alla fine, siamo arrivati ad un compromesso, non è romantico e nemmeno dell'orrore, è una commedia: "Terapia d'urto", un film assurdo secondo me, ma simpatico.
Il film parte e noi di mettiamo comodi sul divano pur mantenendo un po' le distanze.
Non lo aveva mai visto e sta ridendo a crepapelle. In alcuni momenti le viene da ridere così tanto da "cadere" di lato finendo coll'appoggiarsi alla mia spalla. Sono gesti semplici eppure mi piace così tanto sentirla vicino a me...
Finisce con l'usare la mia spalla come cuscino e le cingo le spalle con il braccio. Non protesta e così rimaniamo in questa posizione fino al termine del film.
"Comoda?" a me di sicuro non dispiace questa posizione...
"Mmm..." risponde con un verso d'assenso. La osservo e noto che ormai è praticamente addormentata. Si accoccola ancora un po' di più contro di me e prendendo una coperta lì in parte, gliela avvolgo addosso.
Per quanto vorrei restare con lei questa notte, penso sia meglio evitare.
Da quando penso a cosa sia meglio per gli altri senza tener conto di cosa posso guadagnarci? Insomma, prima di conoscerla non avrei esitato un solo secondo ad optare per restare tutta la notte, invece adesso...
Attendo che si addormenti del tutto e non appena sento il suo respiro diventare più leggero e regolare mi alzo, la prendo in braccio e la porto in camera sua. Messa sotto le coperte le bacio la fronte e torno in cucina.
Le scrivo un messaggio su di un post-it che attacco al frigo e lascio la sua casa verso l'una e mezza.

L'allieva - Scelte che cambiano la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora