LO ASPETTAVO DA TANTO

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Alice’s pov

Alla fine Daniele mi ha convinta ad andare a chiedere scusa a CC. Uffa… lui può fare quello che gli pare ed io nemmeno prenderlo un po’ per il culo? Ok, adesso mi sto comportando come una bambina è vero, però… dai!
Sento il rumore della pallina lanciata sul muro a ripetizione… fantastico! Proprio eccellente!
Forza Alice! Bussa. Devi solo bussare, entrare, chiedere scusa e te ne puoi tornare indietro.
Alzo la mano chiusa a pugno e la avvicino alla porta…
Non ce la faccio! Non posso! Se entro mi condanno al patibolo.
Ok, forza! Veloce ed indolore.
TOC-TOC.
La pallina smette di colpire il muro ed un po’ mi tranquillizzo: almeno non rischio di beccarla in faccia appena entrata.
“Avanti” un respiro profondo e apro la porta.
“Permesso…” non gli serve alzare il volto, mi ha riconosciuta appena ho aperto bocca.
“Allevi! Che sorpresa! Da quando bussi?” primo: il fatto che mi chiami per cognome non è mai un buon segno; secondo: detesto quando usa questo tono canzonatorio. “… Di cosa hai bisogno?” ed in tutto questo ancora non mi ha guardata. Molto rassicurante dire…
“Veramente ero venuta per chiederti scusa…” lo dico tutto d’un fiato. Solo a quel punto Claudio alza lo sguardo posandolo i suoi occhi nei miei. “… Scusa se prima ti ho mentito non mettendoti subito al corrente del rapporto tra me e Daniele e scusa se ho giocato con te provocandoti…” abbassa un attimo il viso facendo un lungo sospiro per poi riportarlo su di me.

Claudio’s pov

Cazzo! Cazzo, cazzo, cazzo!
Quello che sto provando in questo momento non riesco nemmeno a descrivervelo tante sono le emozioni da cui sono stato investito. Devo ancora sbollire e vederlo, là, che la aspetta… mi prudono le mani…
Mi trattengo dal prenderlo a pugni e lo fulmino con gli occhi… se solo si potesse uccidere con lo sguardo… non sarebbe bellissimo?!
Prima di cambiare idea ed impedirmi di fare qualche stupidaggine vado nello studio. Mi chiudo la porta alle spalle e appena seduto sulla poltrona, la prima cosa che faccio è afferrare la mia fedele pallina ed iniziare a lanciarla insistentemente contro il muro. Devo calmarmi.
Non passa molto e sento qualcuno bussare alla mia porta. Due opzioni: o lo mando a quel paese chiunque esso sia, o mi calmo un attimo e lo faccio entrare. Per quanto sia propenso verso la prima, non posso che attuare la seconda. Sono il primo ad affermare di dover separare il lavoro dalla vita privata o dai problemi personali, che figura farei…
Che poi… da quando qualcuno osa disturbarmi quando uso la mia pallina? Le possibilità sono solo tre: è questione di vita o di morte; è Malcomess, perché nemmeno Valeria oserebbe tanto; o… è un pazzo! Opterei per la seconda.
Poggio la pallina al suo posto e invito il coraggioso ad entrare facendo finta di star revisionando dei documenti.
“Permesso…” l’ultima persona che mi aspettavo di sentire entra nella stanza, soprattutto perché lei non si è mai posta il problema di bussare…
“Allevi! Che sorpresa! Da quando bussi?” la canzono. Peccato che in questo momento non abbia molta voglia di parlare con qualcuno, tantomeno con lei. Non adesso “… Di cosa hai bisogno?”
Sto ancora “controllando” le carte. Non voglio guardarla: mi intenerirebbe.
“Veramente ero venuta per chiederti scusa…” non posso fare a meno che alzare gli occhi a guardarla. Conoscendola, e conoscendoci, di solito, a causa del nostro orgoglio, nessuno di noi due si abbassa a chiedere scusa e quando succede è lei a farlo, anche se solo solo per salvarsi le penne. Ma questa volta è diverso… questa volta non sta rischiando una mia sfuriata, o meglio, non sono stato io a convocarla qua, è venuta lei, di sua spontanea volontà per scusarsi “… Scusa se prima ti ho mentito non mettendoti subito al corrente del rapporto tra me e Daniele e scusa se ho giocato con te provocandoti…” avrei preferito non mi rammentasse di aver giocato con me come il gatto con il topo. Comunque, per inciso, un provvedimento l’ho deciso: non sarà più Alice a seguirlo durante il suo soggiorno a Roma, chiederò a Lara di occuparsene.
“Scuse accettate. MA, non sarai più tu a seguirlo. Finché non si ambienterà penserà Lara ad aiutarlo nel caso ne avesse bisogno”
“COSA?! NO! Non puoi!” inizia a lamentarsi. Mi alzo e avanzo verso di lei.
“È qui che ti sbagli Sacrofano! Posso eccome. Sono io che comando qui. E voi obbedite. Senza se e senza ma.” Alzo la voce puntandole un dito contro. Detesto quando mettono in discussione i miei ordini. “… Capito?”
“È solo una vendetta la tua, lo sai!” si sta arrabbiando… oggetti contundenti al sicuro? sì “… il fatto che siamo amici non cambia niente. Soprattutto perché non potrebbero esserci favoritismi da parte mia e anche se non sarò più io a seguirlo, oltre al fatto che non ne ha bisogno, continuerò a comportarmi come sono abituata!” alza la voce. Forse ha ragione... la soluzione che pensavo di aver trovato non risolve nulla, ma almeno passeranno meno tempo assieme, almeno qui in Istituto non sarò costretto a vederli ridere e scherzare insieme…
“Ti stai comportando come una bambina!”
“Io?! Io mi sto comportando come una bambina Claudio?! Sei tu che per stupida gelosia, geloso di cosa poi? Cerchi di allontanarmi da lui!” sì, sono geloso marcio. Perché non sopporto come siano legati. Lo invidio perché può comportarsi con Alice come io non potrei mai fare, non in pubblico. Lo detesto perché lui può starle vicino senza paura di essere rifiutato. E lì sbotto.
“Sai cosa?! Sì, sono geloso. Non sopporto vedervi così vicini. Non sopporto come lo guardi. Non sopporto come TI guarda. Non sopporto vederlo abbracciarti, ma soprattutto odio, ODIO, il pensiero che lui possa passare tutto il tempo che vuole con te, che possa stingerti a lui o possa consolarti quando sei triste! E non sono mai stato geloso di nessuna, non ho mai provato la gelosia prima di conoscere te e detesto questo sentimento: detesto non averne il controllo. E per quanto ci provi non ci riesco. Vorrei prendere a pugni tutti quelli che ti si avvicinano, che ti guardano o che vorrebbero farti quello che desidero fare io ed il solo pensiero che tu possa rifiutarmi mi distrugge.” L’ho detto! Lei sembra essere senza parole. Di sicuro non se lo aspettava, ma d’altra parte non pensavo nemmeno io che avrei ai potuto dir quelle cose. Non così.
Non ce la faccio più. Siamo vicinissimi e non riesco a smettere di far oscillare il mio sguardo tra i suoi occhi e le sue labbra. Sembra mi chiamino, mi sento attirato come da una calamita…
Trema, lo vedo. Il suo respiro si è fatto affannoso come dopo una corsa. Sento il suo cuore pompare forte nel petto, il battito accelerato. Pu-Pum, Pu-Pum, Pu-Pum…
All’improvviso abbassa il volto, si gira e va a passo spedito verso la porta.
“Devo andare. Scusa.” Eh no! Non puoi andartene così!
Scatto verso di lei e le afferro il polso per fermarla ed allo stesso tempo farla voltare verso di me.
“Alice fermati!” non le lascio il tempo di protestare e poggio le mie labbra sulle sue. Si irrigidisce un attimo, ma appena poggio la mano sulla sua guancia torna a rilassarsi e inizia ad assecondarmi, risponde al mio bacio con altrettanta passione. Quanto mi erano mancate le sue labbra. Così calde e morbide.
Mi asseconda, non mi allontana. Le sue mani, prima sul mio petto come a volermi spingere lontano, ora si sono spostate tra i miei capelli.
La avvicino a me stringendola con un braccio per il fianco. La stringo forte, non voglio lasciarla andare, non posso…
Le mordo leggermente il labbro inferiore e lei, intuendo subito cosa voglio, accoglie la mia richiesta dischiudendo le labbra.
Vorrei non finisse mai, ma non è possibile. Ormai senza fiato mi allontano leggermente, tenendole una mano sulla guancia ed una sul fianco, la fisso negli occhi. Quegli occhi color cioccolato pieni di vita che tanto amo.
Una lobotomia d’urgenza per favore!
La guardo con dolcezza accarezzandole lo zigolo col pollice.
“Noi due dobbiamo parlare Alice…” alla mia richiesta si limita ad annuire, come incapace di proferire parola. Allevi senza parole! È un miracolo!
“Forza ora! Devi tornare a lavorare” staccandomi definitivamente da lei, non prima di averle posato un leggero bacio sulla fronte.

L'allieva - Scelte che cambiano la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora