ORA BASTA

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Alice’s pov

Alla fine si è ripreso dallo shock e ha iniziato a gridarmi contro. Che esagerato…
Io me ne sono restata calma e tranquilla continuando a guidare. Credo proprio che questa mia rilassatezza l’abbia fatto arrabbiare ancora di più però. Ops...
Ha iniziato anche a borbottare ad un certo punto ed era una cosa esilarante. Non si capiva una parola di quello che diceva…
Ho solo una domanda: è più frustrato dalla sonora sconfitta o dalla paura che possa succedere qualcosa di brutto alla sua bambina? Essere o non essere questo è il dilemma… temo non conosca nemmeno lui la risposta.
Lo accompagno a casa sua. Per concludere “in bellezza” la serata mi ha invitata a bere qualcosa da lui. Devo solo stare attenta a non esagerare altrimenti sappiamo tutti come andrà a finire no?!
Mi fa accomodare sul suo bel divano e va a recuperare del vino, rigorosamente rosso, in cucina. Devo ammettere che è proprio buono. Ha uno splendido color rosso rubino con sfumature violacee, sento una buonissima fragranza di fiori e bacche, come frutti di bosco, ed al gusto risulta fresco e corposo. Davvero una bella scelta. Forse però avrei dovuto tenere questo parere per me. Lui di certo, nonostante le sue molte qualità, non spicca per modestia, poco ma sicuro.
Ma poi… quando sorride… quanto è bello quando sorride? Penso sia la reincarnazione di un angelo caduto… bello e stronzo! E poi quel suo sorriso… con cui potrebbe farsi perdonare un genocidio. Dio quanto lo amo… sì, ho detto che lo amo. In che guaio mi sono cacciata adesso?
“Sai? Dovresti sorridere più spesso” vi prego ditemi che non l’ho detto ad alta voce! Vi prego! Voglio sotterrarmi.
“Lo prenderò in considerazione” che… che ha detto? Davvero? Lo prenderà in considerazione?! Ok, ora basta Alice! Datti un contegno. Oddio, oddio, oddio…
Non diciamo più nulla. Ci guardiamo e basta. Finito il calice di vino guardo l’orologio e notando che si è fatto tardi penso sia ora di tornare a casa. Devo ancora sistemare per l’arrivo di Daniele. E voglio interrompere questo silenzio: sta diventando un po’ imbarazzante, soprattutto  perché è da un po’ che mi guarda senza distogliere mai lo sguardo.
“Ti accompagno” quando vuole sa essere gentile. Già, quando vuole… altrimenti è uno stronzo. Affascinante eh, ma pur sempre stronzo.
Arrivati sotto casa mia mi accompagna alla porta.
“Buonanotte Sacrofano” poggiandomi un leggero bacio sulla fronte.
“Buonanotte Claudio”
Ci sorridiamo e dopo aver varcato l’ingresso di casa mia lo sento mettere in moto e ripartire.
Buonanotte CC.

Beatrice’s pov

Non ci credo. Mi ha rifiutata. Di nuovo. Non ha nemmeno voluto sentire cosa avevo da dirgli. Non mi ha nemmeno fatta entrare!
Appena l’ho visto con vestiti che potrei definire “da casa” per i suoi standard, ho pensato fosse in compagnia di qualche donna, non so neanch’io perché: nonostante quell’abbigliamento gli doni molto, facendolo sembrare anche più giovane, non è qualcosa che indosserebbe per fare colpo. Un enorme fastidio misto a gelosia, in quel momento, mi ha colpita allo stomaco. Non sono riuscita a trattenere la “curiosità” e a far trapelare con la mia domanda anche l’irritazione che provavo. Inutile dire che questo l’ha solo fatto arrabbiare.
Doveva uscire ha detto. Per andare dove? Con chi? Odio non sapere.
Mi ha cacciata in malo modo, intimandomi di tornarmene a casa. Non mi ha concesso nemmeno cinque minuti per dirgli che mi dispiace di averlo abbandonato e averlo fatto soffrire, che lo amo e vorrei ricominciare, riprovare. Avrei voluto dimostrargli a fatti quanto mi manca e lo vorrei vicino a me, quanto sono pentita e quanto tenga a lui.
Perché vuole continuare a rincorrere quella ragazzina quando potrebbe avere me? Perché perdere tempo con lei quando io sono qui? Perché lei e non me?
Sono una donna, le donne sono più forti psicologicamente, o almeno è quello che ho sempre creduto, ma perché allora mi sto facendo distruggere da un uomo? Sono fissata. Voglio lui e non importa nient’altro. Adesso. Questa. È. La. Mia. Sfida. E non ho nessuna intenzione di lasciarmi soffiare l’uomo da una ragazzina impacciata che non è nessuno.
È tardi. Dovrei andare a dormire. Un buon riposo mi farebbe bene.

Claudio’s pov

Dopo la sua uscita sul mio sorriso e la mia risposta non abbiamo più parlato. La guardo, la osservo. È bella. È vestita con una tuta ed è bella da mozzare il fiato. C’è qualcosa nel suo sguardo, nei suoi occhi… è la sua ingenuità, il suo essere bambina a renderla così, a differenziarla da tutte le altre.
Non smetto di guardarla, non ci riesco.
Quando finiamo di bere mi dice che vuole andare a casa e senza protestare mi offro di accompagnarla a casa. Mi dispiaceva un po’. So che domani non potrò vederla: iniziano ad arrivare i suoi amici e non avrà tempo per altri.
La porto a casa e la accompagno alla porta. Si vede che è stanca, ma il suo sorriso mi fa capire che ha apprezzato la serata. Provo così tanta tenerezza nei suoi confronti…
Le accarezzo una guancia per poi spostarle un ciuffo di capelli dietro l’orecchio. Mi chino a darle un bacio sulla fronte e le do la buonanotte.
Aspetto che entri e poi parto. Torno subito a casa. È stata una serata movimentata e non ho ancora ben digerito la sconfitta e tantomeno il fatto che LEI abbia guidato la mia AMG GT. Mi vengono ancora i brividi. Vi rendete conto che Alice, voglio dire, proprio Alice Allevi, ha guidato la mia adoratissima auto. In un quarto d’ora sono a casa. Voglio una doccia e voglio il mio letto. Avrei tanto voluto anche Alice con me, ma sapevo non era possibile, non ancora. Non ne potevo più di averla lontana così spesso, di poter passare così poco tempo insieme e non poterla stringere a me durante la notte.
Arrivo davanti al mio portone e mi trovo davanti l’ultima persona che avrei voluto vedere.
“Cosa ci fai qua?” chiedo pur non ho alcuna voglia di iniziare una conversazione, voglio solo andare a dormire.
“Ti devo parlare…” non credo mollerà l’osso facilmente. Purtroppo.
“Te l’ho già detto due volte oggi e sai che odio ripetermi. Vai a casa.”
“NO. Senti, mi dispiace ok. Vorrei solo rimed…”
“Ferma, ferma, ferma.” La interrompo “non mi interessa. Sono passati anni. Non me ne frega più niente, sono andato avanti e mi sto ricostruendo una vita. Quando sei tornata ero felice di rivederti, ma non perché nutrissi qualche speranza che tornassimo assieme ero felice perché una mia amica che non vedevo da tempo era tornata. Solo per questo e nient’altro.” È la verità. Sì, ci sono andato a letto dopo il suo ritorno, ma il motivo era sempre uno e sempre lo stesso: Alice. Cacciare Alice dalla mia mente e dal mio cuore. Ma è stato inutile, completamente inutile. La mia Alice… non se ne è andata. Non se ne è mai andata. Non è partita per Parigi, non mi ha tenuto lontano da lei. Ok, dopo il congresso, ma l’ha fatto per rabbia, paura e senso di colpevolezza.
“Non voglio nulla da te. Voglio solo entrare in casa mia e dormire quindi, per l’ultima volta: Vai. A. Casa.” Scandisco bene le ultime parole.
“Sul serio preferisci quella sciocca ragazzina a me?!” mi chiede lei con rabbia. Con quale diritto me lo chiede? Con quale diritto si permette di giudicare Alice e le mie scelte?
“Smettila.” Sono glaciale, ho una calma che non mi appartiene, al momento. “Ti ho già chiarito che tra noi non ci sarà più niente se non un rapporto di lavoro. Speravo riuscissimo a mantenerne uno anche di amicizia, ma non mi sembra possibile. Vai a casa e non mi cercare più. Stai lontana da me e soprattutto stai lontana da Alice. Falle qualcosa, verbalmente, fisicamente, come ti pare e te la vedrai con me. Ti è chiaro?” concludo senza darle modo di replicare.
La sposto in malo modo ed entro in casa richiudendomi subito la porta alle spalle.
Pace. Finalmente pace e tranquillità.
Doccia. Acqua calda. Resto sotto il getto per diversi minuti. A pensare. Penso ad Alice, alla mia Alice; penso a Beatrice… non so cosa pensare di lei. Sembra quasi che per lei io sia diventato un’ossessione…
Vado a dormire con ancora mille pensieri per la testa. Addormentarsi sarà dura…

L'allieva - Scelte che cambiano la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora