GELOSIA PORTAMI VIA

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Alice's pov

Daniele è arrivato una decina di minuti dopo di me, ma è subito dovuto andare in laboratorio. Mi ha salutata per poi subito lasciarmi con la frase "Io e te, dopo, dobbiamo parlare", con un tono talmente serio da farmi venire i brividi. Mi ha fatto sentire peggio di dieci chiamate perse dalla mamma quando ero ancora al liceo! Ma per cosa mi preoccupo poi? Non so nemmeno di cosa dovremmo parlare! Bah! Vallo a capire...
Sta di fatto che ora devo seriamente concentrarmi e finire questa dannata ricerca per la Wally.
quando rialzo gli occhi sull'orologio è per via dell'arrivo di CC alla porta della sala specializzandi. Sono le 11.00 ed è ora di un caffè.
"Hai delle monete?" chiede con innocenza.
Sbuffo scuotendo la testa. Non gli rispondo nemmeno e prendo il caffè per entrambi.
"Allora Sacrofano... posso rapirti per pranzo?"
"Temo di dover declinare l'invito..." rispondo con un certo timore, per quella che sarà la sua reazione quando saprà con chi andrò a mangiare... Fortuna che riesco a nasconderlo.
"Come mai? Silvia intende farti il terzo grado per ieri?" domanda divertito da quella prospettiva.
Eh! Eh! Ora come glielo dico?

Claudio's pov

Già mi immagino la scena: Silvia in versione avvocato ad un tavolo del bar iniziando a fare domande senza scappatoia alla sua amica ed Alice che arrossisce d'imbarazzo.
Una scena a cui mi piacerebbe seriamente assistere.
Poi la vedo sorridere in quel modo che ormai riconoscerei da chilometri... quel sorriso di quando si immischia dove non dovrebbe e viene colta sul fatto.
Il sorriso mi muore all'istante. Cosa hai fatto Alice?
"Come mai?" chiedo ancora, questa volta con un dono decisamente duro, ma infondo sono davvero preoccupato. "Alice. Cosa hai combinato?"
Cosa c'è Alice? Perché non mi rispondi? Ma subito dopo la mia ultima domanda ecco che nei suoi occhi scatta qualcosa: quella scintilla di fastidio.
"Perché pensi sempre che abbia combinato qualche casino?" mi rimprovera irritata "... grazie della fiducia, davvero!"
Rimango spiazzato. Non mi aspettavo una reazione del genere. Non ha mai preso così male un mio qualsiasi commento, nemmeno il più squallido...
"Ehi, ehi! Calma... non volevo offenderti, scusa. Scusa..." la blocco e alzo le mani a segnalare la mia resa. Il caffè poggiato sul tavolino.
"Scusa ok? Ma ho visto il tuo sguardo e non ho potuto non allarmarmi..."
"Einardi mi ha invitata a pranzo" dice tutto d'un fiato, gli occhi bassi, evitando il mio sguardo. Mi si gela il sangue. Einardi. Einardi l'ha invitata a pranzo. Ditemi che ho sentito male? Quel nome è quasi peggio di quello di Malcomess Jr.
Il mio sguardo cambia. Quel muro che avevo costruito torna ad alzarsi. Divento impassibile. Non dico più una parola, finisco il caffè e mi allontano.
"Claudio..." tenta di fermarmi con una mano sul braccio, ma ancora senza la forza sufficiente a guardarmi negli occhi. E io non riesco a buttar giù la delusione nell'averla sentita pronunciare quelle parole. Proprio con Einardi?
La rabbia inizia a montarmi dentro. Dettata dalla gelosia, perché di gelosia si tratta, la mia mente inizia a elaborare i peggior modi per ferirla come lei ha appena ferito me.
Fortuna riesco a riprendere il controllo e mi trattengo dallo sputarle contro tutti gli insulti possibili, girando la lama in quelli che so essere i suoi punti deboli, la sua insicurezza, la sua sbadataggine ed il suo essere inadeguata a questo lavoro. Perché la prima cosa che mi verrebbe da fare quando vengo ferito è quello di ferire ancora più gravemente.
"Non ci provare Alice, non ci provare. Non dire che volevi dirmelo, perché non è vero!" ribatto deciso, liberandomi dalla sua presa "... fai come ti pare Alice"
"Claudio, aspetta, ti prego. Me lo ha chiesto questa mattina, non ho avuto il tempo di dirtelo."
Non mi fermo, non mi volto. Continuo dritto e torno nel mio studio.
Perché l'hai fatto Alice? Lo sapevi che non ero d'accordo. Te l'ho detto che ci sta provando! E tu cosa fai? Appena ti chiede di andare a pranzo insieme tu accetti?

Alice's pov

Cosa ho fatto?
No Alice. Questa volta non è colpa tua! È lui che non ha voluto nemmeno ascoltarti, che è partito in quarta accusandoti! Non è colpa tua!
Basta! Finisco il mio caffè e dopo aver buttato il bicchierino me ne torno al computer.
Non stacco più gli occhi dal monitor fino alle 13.10 quando Sergio arriva nella nostra stanza e mi riporta nel presente.
"Ciao. Scusa, sono un po' in anticipo, non volevo disturbarti" dice con sorriso affabile.
"Figurati. Dammi solo il tempo di salvare e cambiarmi, e sono pronta" rispondo sorridendogli di rimando.
"Non c'è fretta tranquilla"
Velocemente chiudo il documento, e dopo aver spento il computer, mi tolgo il camice, prendo la borsa e lo raggiungo.
Uscendo fianco a fianco dall'Istituto noto Claudio appoggiato allo stipite della sua porta che ci osserva da lontano. Mi sento un po' in colpa, ma mi dico che non ne ho motivo e senza ripensamenti seguo Sergio alla sua moto.

L'allieva - Scelte che cambiano la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora