Capitolo 4

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Martina

La settimana ricomincia, insieme alle lezioni e a tutte quelle ore a studiare e ad esercitarmi. Justin mi sorride mentre provo una canzone poi alza il pollice all'insù come segno di approvazione. << Direi che è perfetta >> borbotta lui quando finisco, << Cambierei qualche nota, c'è qualcosa che non mi piace >> faccio spallucce io, << Ti accontenti mai? >> mi domanda con una faccia seria, poi fa ancora quel suo sorriso smagliante. << No, non mi accontento, mi piace migliorare sempre di più >> spiego io, << Finirai per impazzire così >> ribatte lui << Cercare sempre la perfezione in ogni cosa, essere sempre migliore >>, << Però così mi impegno sempre di più, sono molto meticolosa, voglio che tutto sia perfetto come dico io, questo vale soprattutto per la musica >>, << Beh di certo non ti manca il talento >> mi fa l'occhiolino lui, si passa una mano tra i suoi capelli castani chiari. Nelle ultime settimane io e lui, quando non abbiamo lezione, ci troviamo insieme in un'aula libera di musica per esercitarci ancora, come se non bastassero già le ore infinite di lezione. Qualcuno si schiarisce la voce e bussa piano alla porta, alzo lo sguardo e incontro quello di Lodo, << Sono in anticipo? >> chiede lei guardandoci, << No assolutamente abbiamo appena finito >> le sorrido io, saluto Justin ringraziandolo per le esercitazioni e poi la raggiungo. Insieme percorriamo i corridoi dell'università nella sezione musicale. Siccome entrambe finivamo a quest'ora le lezioni abbiamo deciso di vederci e poi aspettare Mechi nel loro alloggio. << Esci con quel tipo? >> mi chiede la bruna, leggermente curiosa, << No, non esco con Justin, è solo un amico e con lui mi trovo bene a cantare >> le spiego io << Vuoi che te lo presento? >> chiedo poi e lei cambia espressione, << Assolutamente no >> ribatte subito come se l'idea non le piacesse per niente << Non mi piace uscire con dei ragazzi del genere, insomma non sono molto portata a legarmi con i ragazzi >> spiega, << Dovresti solo lasciarti andare un po' di più >> cerco di farle capire, << E come? Sono tutti degli stronzi di cui non mi fido e non sono il tipo di ragazza da una botta e via, ci metto molto a legarmi e a fidarmi di una persona >>. Il suo viso diventa cupo quando lo dice, come se non le piacesse essere così, ma è troppo presa ad usare il cervello, a ragionare troppo sulle cose. << Che coincidenza >> sentiamo dire e poco dopo davanti a noi si para Diego, il ragazzo della squadra di football. Lodo lo guarda con aria sconcertata. << Perché sei qui? >> chiedo io, quest'ala di università non è certamente frequentata dai giocatori di Football, si vedono raramente dei giocatori di basket ma perché probabilmente le loro fidanzate studiano musica. << Sarà stato da qualche ragazza >> tira ad indovinare Lodo e a quanto pare ci azzecca perché Diego non la contraddice. << Tutte mi desiderano >> dice solamente con un sorrisetto del cazzo. Alzo gl'occhi al cielo e Lodo sbuffa, << Menomale che non faccio parte di queste tutte >> continua ad andargli contro Lodo, mi afferra una mano, << Andiamo Tini >> lo sorpassiamo e io lo saluto stupidamente con la mano mentre ridacchio. Lui non dice una parola, volta solo il capo per guardarci andare via. << Quanto mi fanno saltare i nervi! >> esclama Lodo mentre entriamo nel suo alloggio, capisco di chi parla. Di certo quei ragazzi non sono conosciuti per essere umili, dolci e gentiluomini. << Devi imparare a non darci peso, sono solo dei ragazzi che si credono chissà chi, bastano due parole per farli sentire piccoli >> le spiego io tranquillamente, << Hai ragione ma vorrei tanto prenderli a pugni quando si comportano così >> fa roteare gl'occhi al cielo lei. Dopo più di una mezz'ora Mechi fa capolino con Cande, << Scusatemi il ritardo ma sono passata a salutare Jeremy >> sorride lei e poi mi dà un piccolo e veloce abbraccio. << Non potevi aspettare stasera per vederlo? >> chiede Lodo, << Non impicciarti tu >> la rimprovera giocosamente la bionda. << Abbiamo incontrato tuo fratello >> dico a Cande che si è accomodata sul divano color porpora. << Mio fratello? >> chiede con l'espressione confusa, << Si era qui, a quanto pare ha iniziato a farsi pure le ragazze dell'indirizzo musicale >> blatera la bruna sedendosi in parte a lei. << Ci manca solo che devo incontrare mio fratello in queste zone >> si indispettisce << Devo dirgli di stare alla larga dal nostro dormitorio >>, << Anche da noi >> aggiunge Lodo << Perché se mi parla ancora una volta potrei prenderlo a pugni >>, << Cattiva >> sorride Mechi alle parole della bruna, << Quando ci vuole >> le risponde, << Concordo con Lodo, metterli al loro posto non è poi così un male... anzi! >> dico la mia io. << Mi piace che tu non abbia timore di loro >> mi guarda teneramente Mechi << Mi piace che non hai paura di dire ciò che pensi >>, << Dovremmo fare tutte così >> si intromette Lodo. Cande ci ascolta ma non sembra del tutto d'accordo, << Siete un po' esagerate, non sono cattivi >> si passa una mano tra i capelli la rossa, << No Cande, non sono cattivi, portano solo guai e sofferenza >> ribatte Mechi. Poco dopo Alba entra nell'alloggio più nervosa che mai. << Che ti succede? >> le chiedo io vedendola così, << Il professore mi ha dato una melodia da suonare al piano... da imparare entro tre giorni! Mi spiegate come diavolo faccio? >> chiede lanciando la cartelletta con dentro gli spartiti sul tavolino difronte al divano. << E' così la vita all'università... preparati perché sarà sempre peggio >> le spiega Lodo, << Grazie per avermi confortato >> le risponde sarcasticamente la riccia. << Scusate se vi lascio, ma devo andare in città a comprare un po' di cose, ho rotto il mio accordatore e mi servono un po' di cose per l'università, quaderni, matite, spariti >> si alza la rossa, << Posso venire? Devo comprare un po' di roba anche io >> le chiedo, ho praticamente finito le matite a forza di comporre, non ho più fogli e mi servono delle nuove corde per la chitarra, << Certo, almeno mi fai compagnia >> sorride lei. Salutiamo le altre e rimango d'accordo con Alba che ci saremo viste nel nostro alloggio più tardi. Usciamo nel parcheggio dell'università, Cande apre la sua auto bianca e decapottabile. << Devo passare in un posto prima di andare in città >> borbotta prima di salire in macchina. Per un breve tragitto mettiamo su la musica e iniziamo a cantare a squarcia gola facendo un po' le stupide, finché non rallenta davanti ad una casa enorme. E' bianca a due piani ed è circondata da un giardino abbastanza grande. Davanti al garage ci sono parcheggiate due Jeep di modelli diversi ma entrambe nere. << Dove siamo? >> le chiedo io, << A casa di mio fratello, devo portargli alcune cose che sono andata a recuperare a casa ieri >> dice scendendo dalla l'auto e facendo finta di nulla. Mi ha portato nel covo degli idioti.

University Dream (Jortini )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora