Percy
- Boss tutto bene? - mi chiese Grover mettendomi una mano sulla spalla.
Era più grande di me di due anni, aveva la pelle olivastra e i capelli ricci e marroni, come gli occhi; un accenno di pizzetto sul mento lo faceva sembrare più grande di quello che era. Era il mio migliore amico, praticamente da sempre.
- Si certo - risposi, per niente convinto della mia risposta.
Poi tornai ad osservare Annabeth che era arrivata in cima alla bandiera dell'albero maestro, con l'aiuto di Talia. Si era cambiata e ora indossava la divisa della ciurma, che gli faceva risaltare le curve perfette del corpo. Sorrisi, era più agile di quanto mi aspettassi e la cosa la rendeva ancora più affascinante ai miei occhi.
- Hai mai sentito parlare di colpo di fulmine? - mi disse Grover che aveva seguito il mio sguardo.
- Mh... - risposi confuso, non avrei mai ceduto.
Lui mi sorrise furbo e si butto di peso sulla mia spalla.
- Amico mio sei un libro aperto! - esclamò - Ricordati però che è la figlia del tuo peggior nemico, che farai se ci troverà e verrà a reclamarla? -
- Fino a ieri ti avrei risposto che pur di non dargliela vinta l'avrei buttata in pasto agli squali - mi interruppi per riprendere fiato e scegliere le parole - Ma ora lascerei scegliere a lei la sua strada -
- Avevo ragione! L'amore offusca la mente a noi poveri uomini - disse dandomi una pacca sulla spalla e allontanandosi.
Strinsi i pugni fino a infilarmi le unghie nel palmo della mano. Ero davvero capace di amare ancora? Si! Mi era bastato sentire la risata di Annabeth per rendermi conto che il mio cuore batteva ancora, che avrebbe potuto cominciare a battere per qualcuno.
Me ne tornai in cabina e mi stesi sul letto, chiusi gli occhi e lasciai che i ricordi invadessero di nuovo la mia mente.
"- Mamma, Liz, dove siete? - chiesi con le lacrime che mi rigavano il viso, mentre correvo per i corridoi del palazzo di mio padre.
Avevo solo dieci anni, ma ero abbastanza consapevole di quello che stava succedendo. E tutto era cominciato nel cuore della notte: le grida, il rumore dei cancelli che venivano buttati giù, il nitrio dei cavalli, il cozzare di armi.
E peggio ancora, sapevo chi aveva attaccato il palazzo, sapevo chi aveva invaso la mia casa: i conti a cui mio padre aveva affidato le terre più lontane dal suo controllo, quelli che sapevo fin dall'inizio, avrebbero preteso più potere.
Mio padre era il re, io il suo unico erede maschio.
Entrai nella sala del trono e lo spettacolo che si aprì davanti ai miei occhi, sapevo che non lo avrei mai dimenticato.
Mio padre era tenuto in ginocchio da due uomini, mia madre era a terra con i vestiti strappati e le lacrime agli occhi, mia sorella maggiore era tenuta bloccata al muro da un giovane.
- Come hai potuto Frederick? Mi fidavo più di te che di chiunque altro - disse mio padre.
- Che cosa ti aspettavi? Che non avrei voluto altro potere? - rispose il conte, che riconobbi come Frederick Chase.
Il re abbasso gli occhi e fu allora che incrociò i miei, vidi il panico montare in lui e poi mosse le labbra senza emettere nessun suono "Scappa" disse.
- Percy corri! - gridò mia sorella che si era accorta della mia presenza.
Tutti si voltarono verso di me.
- Maledizione! - gridò mio padre alzandosi e riuscendo a liberarsi. Si buttò sul conte cercando di colpirlo con un pugno in faccia.
Ma dopo poco crollò a terra senza vita, un pugnale infilato nel petto.
- Perseus attento - urlò mia madre, ma io la sentivo lontana, l'immagine di mio padre morto era impressa a fuoco nella mia mente.
Qualcuno alle mie spalle mi mise un sacco sulla testa e sentii delle corde che mi stringevano i polsi dietro la schiena, fu allora che mi ripresi dal mio stato di trance e cercai di ribellarmi ma un colpo alla testa mi fece perdere i sensi."
Spalancai gli occhi, avevo il volto bagnato dalle lacrime.
- Percy che hai? - chiese una voce preoccupata.
Nella mia visuale apparvero due occhi grigi carichi di preoccupazione. Mi alzai di scatto e abbracciai Annabeth, cominciando a singhiozzare. Avevo bisogno di aiuto, avevo bisogno di essere confortato e anche se lei era la figlia dell'assassino di mio padre, sapevo di potermi fidare, sapevo che era l'unica che avrebbe potuto salvarmi.
- Calmati, è tutto passato! Era solo un sogno - sussurrò lei
No, non lo era! Magari lo fosse stato.

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Pirate Warriors
FanfictionÈ un periodo tremendo per le persone che abitano nei sette mari. Un periodo di terrore e povertà perché gli oceani sono dominati dai pirati, che assaltano le navi mercantili e i villaggi che si trovano sulle coste. Una Lady, figlia del conte di uno...