Percy
Mille emozioni si scontravano dentro di me, ma ero completamente concentrato su Annabeth e su quello che stava succedendo in quel momento. L'amavo e il mio corpo aveva deciso di prendere il sopravvento sulla ragione, a quanto pare Annabeth la pensava come me visto che si diede una spinta e ribaltò la situazione.
Ci eravamo fermati per riprendere fiato ma lei era a cavalcioni su di me e seguiva il profilo dei miei addominali, facendomi correre i brividi su tutto il corpo. La presi per i fianchi e riportai il suo viso vicino alle mie labbra; cominciai a dargli baci sulla fronte, sul naso, sulle labbra e poi arrivai a baciargli il collo delicatamente. Questa volta fui io a ricambiare le posizioni e Annabeth finì sotto di me. Gli lasciai una scia di baci sul collo fino ad arrivare alla scapola, ma il mio corpo voleva altro, aveva una sete disperata di Annabeth. E lei sembrava chiedere la stessa cosa.
Alla fine decisi di assecondare il mio istinto e la mia mano scivolò sotto la maglia della ragazza, cominciando a fare cerchi lenti e delicati sul suo ventre. Annabeth soffocò un gemito tra le mie labbra e cominciò a mordermi il labbro superiore, mi mise le braccia intorno al collo e l'aiutai a sollevare la schiena per sfilargli la maglietta. Mentre le mie mani correvano al ferretto del reggiseno, le sue arrivarono ai miei pantaloni; il ferretto si staccò e io mi scostai di botto da lei, prendendo le distanze.
- Percy che hai? - mi chiese Annabeth preoccupata.
- N...niente - risposi confuso e mettendomi seduto.
La verità era che non sapevo che dirgli, mentre un attimo prima la desideravo più di ogni altra cosa adesso volevo prendere le distanze, avevo paura. Mi ero sbagliato, non ero pronto!
Lei si alzò e mi accarezzò la schiena. Mi diede un bacio sulla guancia e si rimise la maglietta, per fortuna aveva capito le mie difficoltà
- Viene cerchiamo di riposare. Leo ha detto che ha questa velocità domani riusciremo ad arrivare all'isola per fare rifornimento - mi disse allungandosi e invitandomi a fare lo stesso.
Sorrisi e mi allungai al suo fianco, lentamente il sonno prese il sopravvento.
***
A svegliarmi, quella mattina fu un qualcosa di freddo sotto la gola e poi un urlo. Spalancai gli occhi e mi ritrovai faccia a faccia con l'ultima persona che volevo vedere a questo mondo, Zeus, ufficiale della marina e disgraziatamente mio zio. Capelli e barba neri e occhi azzurri.
- Sono in arresto? - chiesi, per niente preoccupato.
- Alzati hai cinque secondi per vestirti - mi disse - Voi dovreste essere lady Annabeth, non eravate prigioniera di questo disgraziato? - chiese rivolto alla ragazza al mio fianco.
- I...io... -
- Possiamo parlarne fuori dalla mia cabina? - chiesi alzandomi.
Lui alzò le spalle e uscì. Mi misi maglia, stivali e presi la mia spada.
Annabeth mi guardava stralunata e alquanto confusa
- Vestiti se vuoi sapere come stanno le cose, non voglio che la mia ragazza se ne vada in giro con indosso solo una maglietta -
- Quindi sarei la tua ragazza? - chiese guardandomi maliziosa
- Perché non era ovvio? -
Per tutta risposta si alzò e mi diede un bacio a stampo sulle labbra.
***
Sulla nave c'erano i miei amici che chiacchieravano allegramente con i membri della marina e appena mi vide, Zeus, smise di parlare con Jason e venne verso di me.
Annabeth era letteralmente attaccata al mio braccio e non sembrava aver intenzione di staccarsi
- Ok no, non mi sembrate affatto una prigioniera - disse mio zio
- Che intuito! Allora, arriviamo al punto? - chiesi
Mi fece un segno per invitarlo a seguirlo e si diresse sul ponte che divideva le nostre navi.
- Devo andare, vuole parlare in privato. Aspettami qui - dissi alla mia ragazza, che mi lasciò andare anche se con riluttanza.
Raggiunsi la nave e mi diressi verso la cabina, Zeus era seduto al tavolo e stava guardando delle carte. Alzò lo sguardò e mi invitò a sedermi.
La verità era che io e mio zio non andavamo proprio d'amore e d'accordo, molti di voi penseranno che era perché il sottoscritto era un pirata e lui un ufficiale della marina, ma non era così. C'è l'aveva con me perché i suoi due figli avevano deciso di seguire la mia stessa strada invece di fare quello che voleva lui. Però c'era questa specie d'accordo, lui non poteva arrestarci se non ci prendeva con le mani ufficialmente nel sacco. Era stata una condizione imposta da mia nonna, cioè sua madre, e non conveniva farla arrabbiare. Soprattutto se si trattava dei suoi nipoti.
Zeus sbuffò e mi consegnò dei fogli: erano i volantini dei ricercati, cioè le taglie mie e della mia ciurma. Feci un fischio d'apprezzamento
- Wow! Le taglie sono aumentate! - dissi entusiasta
Mio zio mi lanciò un'occhiataccia e scosse il capo.
- Sai perché sono aumentate? - mi disse - Perché vi siete introdotti a Isma e avete rapito la figlia del conte, vi stanno dando tutti la caccia -
Scrollai le spalle con nonchalance
- Vi ho trovati e l'ho trovata. In teoria potrei arrestarvi, ma potremmo fare un accordo e voi sareste liberi -

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Pirate Warriors
FanfictionÈ un periodo tremendo per le persone che abitano nei sette mari. Un periodo di terrore e povertà perché gli oceani sono dominati dai pirati, che assaltano le navi mercantili e i villaggi che si trovano sulle coste. Una Lady, figlia del conte di uno...