Annabeth
Mi svegliai nella cabina di una nave, stesa su un letto e con delle corde che mi stringevano i polsi e le caviglie. Ricordavo poco e niente di quello che era successo dopo che il pirata biondo mi aveva caricato sulla spalla come un sacco di patate. L'unica cosa certa era che ero stata rapita da dei pirati e che probabilmente mi trovavo in mezzo al mare, troppo lontana da casa e impossibilitata a tornarci. Mi ero sbagliata, io credevo che i pirati erano brave persone ma dopo quello che era successo avevo cambiato idea. Volevo mettermi a piangere, più che altro perché detestavo quando non avevo ragione su una cosa!
Ad un tratto la porta della cabina si aprì e un ragazzo, forse della mia età, entrò richiudendosi la porta alle spalle. Aveva un corpo muscoloso ma non troppo, le spalle larghe da nuotatore, i capelli neri tutti scompigliati che gli ricadevano sul volto, di una bellezza mozzafiato, la pelle era abbronzata e gli occhi...posso giurare di non aver mai visto occhi come i suoi: erano verde mare e luminosissimi, potevi vedere al suo interno tutte le sfumature dell'oceano. Indossava pantaloni, stivali di pelle e una maglietta larga, bianca, forse di lino, con le maniche a metà braccio. Era non bellissimo di più! Mi chiesi come era possibile che un ragazzo come lui fosse un pirata.
Si sedette sul letto accanto a me e rimase a guardarmi senza dire nulla, allora notai che sull'avambraccio destro aveva tatuato un tridente. Mi vennero i brividi per il modo in cui mi guardava e mi scrutava, sembrava che mi stesse leggendo l'anima e avevo l'impressione che quegli occhi erano in grado di farlo benissimo.
- Come ti senti? – mi chiese, nella sua voce percepivo un velo di preoccupazione e un leggero interesse.
- Le corde, mi fanno male – mi lamentai. Ed ero sincera.
- Io non ho problemi a slegarti, tanto non vai da nessuna parte. A meno che non vuoi raggiungere casa tua a nuoto – disse alzandosi e prendendo un pugnale – Ma sulla mia nave devi startene buona, ho già abbastanza problemi –
Sgranai gli occhi, solo allora mi resi conto chi era il ragazzo che avevo davanti. Mi diedi della stupida, come avevo fatto a non riconoscerlo? Certo non lo avevo visto in volto per via del cappuccio, ma la voce era la stessa anche se non era più contornata dalla rabbia e dal sarcasmo.
- Che cosa vuoi da me? Perché mi hai rapito? – chiesi, alzando la voce mentre le lacrime si facevano di nuovo strada nei miei occhi. Come avevo potuto? Come? Provavo uno strano interesse per quel ragazzo, lo stesso che mi aveva strappato dalle braccia di mio padre, il capitano dell'Half Blood! Perché sembrava un'altra persona? Io l'avevo immaginato come un uomo spietato e forse il più brutto della terra e invece mi ero ritrovata davanti un ragazzo che sembrava un principe e dagli occhi stupendi anche se velati di tristezza.
- Rispondimi! Che cosa vuoi da me? – stavo urlando, ma lui continuava a darmi le spalle senza rispondermi – Che cosa ti ho fatto? –
Mi stavo agitando talmente tanto che caddi a terra, ero legata e non potevo rialzarmi. Solo allora si girò e poggiò il pugnale, si avvicinò a me e mi prese in braccio, mettendomi di nuovo sul letto. Perché era così gentile e delicato?
- Che siate maledetti voi pirati – urlai tra le lacrime
- Non fraintendere, non siamo tutti uguali – mi rispose il capitano guardandomi negli occhi.
Lo disse con una sincerità disarmante che riuscì a calmarmi, si era inginocchiato sul pavimento e aveva poggiato i gomiti sul letto.
- Non ti farò del male, nessuno ti farà del male finché sarai sulla mia nave. Sei qui come ospite, non come prigioniera – disse e il suo tono di voce era così convincente che gli credetti.
Avevo smesso di piangere e lo guardavo come incantata, non so il perché ma una parte di me si fidava di lui. Mi fidavo dei suoi occhi verde mare e del suo modo gentile e delicato che aveva nei miei confronti.
Lui si alzò e fece per andarsene, ma io mi resi conto di aver bisogno di quel ragazzo.
- Aspetta! – mi interruppi – Resta qui per favore –

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Pirate Warriors
FanfictionÈ un periodo tremendo per le persone che abitano nei sette mari. Un periodo di terrore e povertà perché gli oceani sono dominati dai pirati, che assaltano le navi mercantili e i villaggi che si trovano sulle coste. Una Lady, figlia del conte di uno...