Capitolo 15

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Percy

- Oddio perdonatemi mio signore - esclamò Calipso allontanandosi da me imbarazzata.

Quando aveva capito chi ero era venuta di corsa ad abbracciarmi.

- Non importa. Anche io sono contento di vederti - risposi sorridendo

Calipso era un'orfana, era approdata sulla nostra isola quando io avevo solo sei anni e mio padre e mia madre l'avevano accolta a palazzo come una figlia. Con il tempo lei e mia sorella erano diventate inseparabili e per me era diventata la mia seconda sorella maggiore.

- Calipso. Non sai quanto sono felice di vederti - dissi poggiando il Tridente e stringendola a me - Sono contento che almeno qualcuno della mia famiglia è riuscito a sopravvivere -

Lei si scostò e mi prese il volto tra le mani, scoccandomi un bacio in fronte

- Anche io sono felice che tu sia vivo. C'era giunta voce che fossi morto - disse con le lacrime agli occhi

- Lo so. E in effetti è quello che credono tutti, ma adesso sono tornato e mi riprenderò ciò che è mio -

- I soldati e gli abitanti sono ai tuoi ordini - rispose. Si allontanò e si inchinò - Mio re -

***

Annabeth

- Volete che continui My Lady! - chiese Chirone

Io semplicemente annuii

Il Conte Chase uccise il re davanti alla sua famiglia, la regina morì per il dolore della perdita e perché era stata violentata, la principessa Lissandra, la primo genita, venne venduta come schiava ai barbari e morì poco dopo e...il principe, l'erede al trono, venne fatto prigioniero e portato qui a Isma. Tuo padre lo tenne nascosto a tutti, facendolo lavorare come schiavo per due anni.

A dodici anni il principe prese una decisione, voleva farsi tatuare il marchio della famiglia reale e riuscì a scappare, lo trovarono e lo frustarono. Poi una ragazzina, Lady Annabeth la figlia del Conte, li fermò e fece giurare a suo padre di liberarlo.

- Dimmi che lo fece - chiesi con le lacrime agli occhi

Lo fece portare alle scogliere più alte dell'isola, ordinò di ucciderlo e di gettare il corpo nel mare.

Riuscì a liberarsi dai suoi carcerieri e si spinse sul bordo del dirupo.

- Non la farai franca ragazzino! - lo schernirono

Lui li guardò con disprezzo e con un sorriso beffardo sul volto.

- Dite al Conte che un giorno mi riprenderò ciò che era mio - minacciò

Poi si buttò dalla scogliera.

- Lo diedero per morto, dopotutto il salto era alto, lui era ferito e aveva le mani legate dietro la schiena - finì Chirone

- Ma...io, come tutti, sapevo che la famiglia reale era stata sterminata dai barbari - dissi

- è quello che hanno fatto credere i Conti - spiegò - Se si fosse scoperta la verità i Conti sarebbero stati giustiziati per alto tradimento. Il popolo ha sempre adorato la famiglia reale e ne è sempre stato fedele. Se sapessero la verità scoppierebbe una rivolta -

Mi tremavano le mani e gli occhi mi bruciavano, ma per la rabbia, la rabbia verso mio padre e verso me stessa che non mi ero mai accorta che cosa era realmente mio padre, verso la mia famiglia perché ero sicura che sapevano la verità.

- Quale era il suo nome? - chiesi con voce tremante

Chirone sospirò

- Ero molto affezionato a quel giovane e ancora oggi mi pento di non aver fatto niente per salvarlo -

- Voglio il nome! - urlai scattando in piedi

- My Lady, tuo padre ci fece giurare di non nominarlo mai. Era convinto che il suo fantasma sarebbe venuto a tormentarlo - raccontò Chirone

Ero talmente arrabbiata che non mi importava dei timori di mio padre, anche perché se il principe era chi credevo io, il Conte non doveva preoccuparsi del suo fantasma ma di molto peggio.

- Dimmi il SUO NOME! -

- Perseus - disse con voce grave e lugubre - Il suo nome era Perseus -

Uscii di corsa dalla casa dello stalliere e cominciai a correre senza una meta precisa, con il volto rigato dalle lacrime.

Avevo sempre ammirato mio padre per il suo modo di governare, per come aveva preso le redini della situazione quando la famiglia reale era morta e ora scoprivo tutto questo.

Cominciai a chiedermi come aveva fatto Percy ad amarmi, nonostante quello che gli aveva fatto patire mio padre. A questo punto avrei preferito che mi avesse odiato e torturato. Sapere questo faceva più male di tutto il resto.

Continuai a correre, incurante della gente che mi chiamava finché non raggiunsi le scogliere e due braccia forti mi presero per la vita, facendomi fermare.

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