Capitolo 1

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Annabeth

- My Lady, my Lady – mi sentii chiamare dalla giovane bibliotecaria.

Come tutti i giorni, mi trovavo nella biblioteca del paese (non che nella mia dimora mancassero i libri) a gironzolare alla ricerca di qualche libro d'avventura.

- My Lady la vostra guardia del corpo è venuta a cercarvi, che cosa devo fare? – mi chiese la giovane.

- Semplice, digli che arrivo tra un attimo – risposi sbuffando e avvicinandomi ad uno scaffale che aveva attirato la mia intenzione.

In mezzo ai libri, uno piccolo e rilegato in pelle mi affascinò in modo particolare e decisi di prenderlo per vedere di cosa parlava. Non lo avrei mai detto! Era un libro sui pirati!

La cosa mi stupiva perché sapevo, che in quel periodo, tutto ciò che riguardava gli avventurieri del mare era stato cancellato o distrutto, per il semplice fatto che per i pirati quello di adesso era un periodo d'oro. Scorazzavano liberi nell'oceano depredando tutti ciò che gli capitava sotto gli occhi e alcuni di loro si spingevano addirittura nei paesi. Certo c'era la marina militare che cercava di fermarli e di arrestarli e nella maggior parte dei casi c'erano riusciti, giustiziando quelli più pericolosi e con le taglie maggiori sulla testa.

Mio padre diceva sempre che non dovevo andare in giro per il paese da sola perché i predatori del mare avrebbero potuto attaccare il nostro paese da un momento all'altro, visto che era praticamente a due passi dalla spiaggia, e inoltre insisteva dicendo che visto che ero la figlia di un conte, quei balordi (così li chiamava) avrebbero potuto prendermi come ostaggio per ricattarlo.

La verità? Io non credevo a tutte quelle cose malvagie che si dicevano sul loro conto. Ero convinta che tra tutti quelli che si facevano bollare come ladri e delinquenti, c'era qualcuno che era diverso, che lo faceva per passione e non per denaro. Non ci pensai due volte, mi misi il libro nella borsa che portavo, tanto se lo avrei lasciato lì o se lo avrei fatto vedere alla proprietaria della biblioteca sicuramente sarebbe stato distrutto.

***

- Annabeth quante volte ti ho detto di non allontanarti da sola dalla nostra dimora? Quelli che viviamo sono giorni bui e pericolosi – disse mio padre.

Era un uomo sulla quarantina, dolce con me visto che ero la sua unica figlia femmina, ma severo con tutti gli altri. Aveva i capelli castani e gli occhi marroni e un aspetto regale e autoritario.

- Padre l'unico posto in cui vado, fuori da questa casa, è la biblioteca. I pirati non assalterebbero mai un luogo di culto e conoscenza – risposi.

- Su questo hai ragione. Ma non si sa mai! La tua bellezza è particolare e potresti attirare l'attenzioni di quei maledetti – insisté lui.

- Va bene! Non uscirò più di casa da sola. Adesso vado in camera mia a riposare –

E detto questo uscii dal suo studio e raggiunsi le mie stanze. Una volta sola mi guardai allo specchio, mi chiedevo che cosa ci trovava mio padre di così affascinante in me. I miei capelli erano biondi e ricci, il mio volto era pallido a causa di tutte le volte in cui ero costretta a stare chiusa in casa, le mie labbra erano rosee e carnose, i miei occhi erano del colore della tempesta e avevo un fisico ben fatto, degno di una futura contessa. Al contrario dei miei due fratelli maggiori ero uguale alla mia defunta madre, tranne per il carattere. Io volevo esplorare, volevo vedere le cose con i miei occhi e non solo nei libri, volevo vivere!

Mi stesi sul letto, ormai rassegnata alla mia vita. Ero una donna ed ero la figlia di un conte, il mio destino era già segnato, presto sarei stata costretta a sposare un uomo ricco che non amavo e che non avrei mai amato, tra l'altro avevo l'età giusta per maritarmi, i fatidici diciotto anni. Presi il libro che avevo trafugato dalla biblioteca e cominciai a leggere, l'unico modo che avevo per non abbattermi e per non odiare la mia vita era perdermi tra le righe dei libri che amavo tanto.

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