Percy
Ero nella mia cabina, insieme a Frank, un ragazzone cino canadese alto e grosso ma dal cuore tenero, a consultare le varie mappe. Avevamo bisogno di fare rifornimento di cibo e acqua, purtroppo le isole amichevoli erano ben poche e l'unica più vicina a noi in quel momento distava altri due giorni di navigazione, le scorte che avevamo erano ben poche ma forse ci sarebbero bastate, se non avessimo incontrato problemi.
Ad un tratto la porta della cabina si spalancò e un'Annabeth tutta trafelata entrò. Mi si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia.
- Forse è meglio che me ne vada! - esclamò Frank - Dico a Leo di impostare la rotta -
Una volta uscito guardai Annabeth perplesso, non era mai così aperta quando c'erano gli altri!
- Dobbiamo parlare e io voglio una risposta - mi disse prendendomi per un braccio facendomi sedere sul letto affianco a lei.
- Ok di che vuoi parlare di così importante? - gli chiesi.
Lei non rispose, semplicemente si mise a fissare il mio tatuaggio. D'istinto lo coprii con la mano.
- Se è di questo... non mi va - dissi brusco.
- Solo il significato. Che significa? - chiese prendendomi le mani - L'ho visto da qualche parte, ma non ricordo dove -
La guardai con tristezza, io sapevo dove lo aveva visto, ma non volevo che ricordasse.
- Non...non significa niente - risposi abbassando lo sguardo.
- Non è vero! Stai mentendo Percy! -
- Hai ragione. Ma è meglio per entrambi - dissi.
Mi alzai e uscii sul ponte, c'era un solo posto che mi avrebbe calmato: la prua della nave.
***
Mi ero poggiato alla balaustra e scrutavo l'oceano aprirsi al passaggio della mia nave. Altri ricordi si stavano facendo strada in me, ricordi che avrei voluto seppellire o meglio dimenticare.
"il mio sguardo era fisso sulla bandiera. La bandiera della mia famiglia, su qui era ricamato lo stemma di mio padre: il Tridente.
- Che hai da fissare moccioso! Mettiti al lavoro - mi richiamò lo stalliere.
Avevo dodici anni, erano due anni che lavoravo come schiavo nella dimora del conte Chase. Non ero tenuto in catene, ma non potevo passare oltre i cancelli del castello, pena la morte. Anche se a volte desideravo morire, raggiungere mio padre che era stato assassinato e mia madre che era morta per il dolore della perdita, di mia sorella non sapevo nulla.
Il conte si era rifiutato di distruggere la bandiera con il Tridente (non avevo capito il perché) e l'aveva fatta mettere nelle stalle.
- Devi farmi un favore - dissi allo stalliere, che suo malgrado si era affezionato a me.
- Vai che ti serve - disse sbuffando.
- Mi serve un tatuatore e per farlo devo uscire da qui - risposi
- Dovrei farti scappare? So che se esci adesso non tornerai indietro - disse l'uomo. - Ma lo farò lo stesso -
***
Lo stalliere mi aveva fatto uscire di nascosto, ero andato dal tatuatore, il mio primo desiderio si era avverato. Mi ero fatto tatuare lo stemma della mia famiglia sull'avambraccio destro, in modo che nessuno si potesse dimenticare del tradimento che era stato fatto alla famiglia reale. Io ero vivo, l'erede di quel regno era vivo, e finché sarei vissuto e avrei portato con me lo stemma della mia famiglia ci sarebbe stata la speranza di ricostruire ciò che era stato distrutto.
Mentre camminavo per le strade del paese alla ricerca di qualcosa per andarmene da quel posto qualcuno mi venne addosso e mi ritrovai a terra con un peso sopra.
- Oddio scusa - disse una voce femminile.
Incontrai due occhi grigi e tempestosi, ne rimasi incantato anche perché la proprietaria aveva un viso angelico che mi tolse il fiato.
- N...non importa - risposi alzandomi e offrendogli una mano per aiutarla.
- Signorina Annabeth! - sentii dire.
Mi voltai e vidi una delle guardie fidate del conte, che quando si accorse di me sgranò gli occhi.
- Tu! Come hai fatto ad uscire? - chiese venendo nella nostra direzione, mentre cacciava una frusta dalla cintura.
- O no - borbottai tra i denti, mi voltai e cominciai a correre.
Ma dopo neanche qualche metro una frustata mi colpì la schiena facendomi cadere in ginocchio per il dolore."
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Pirate Warriors
FanfictionÈ un periodo tremendo per le persone che abitano nei sette mari. Un periodo di terrore e povertà perché gli oceani sono dominati dai pirati, che assaltano le navi mercantili e i villaggi che si trovano sulle coste. Una Lady, figlia del conte di uno...