Capitolo 14

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Annabeth

- Conte Chase - disse Zeus chinando leggermente il capo

- Ufficiale Zeus! - rispose mio padre voltandosi verso di noi.

Quando si rese conto che c'ero anche io si avvicinò di corsa e mi abbracciò con foga

- Oh Annabeth! Bambina mia! - disse tenendosi stretto a me - Cosa ti hanno fatto quel balordi, guardami e dimmelo -

Mio padre mi prese il volto tra le mani e ne studiò ogni centimetro

- N...nulla. Non mi hanno fatto niente! - risposi titubante

- Dove sono? Voglio le loro teste! - urlò, questa volta guardando Zeus

L'ufficiale della marina non si fece intimorire dal tono del conte e rispose con tranquillità

- Sono scappati. La ciurma dell'Half Blood è famosa per la velocità, la furbizia e l'abilità - spiegò - Sono anni che cerco di mettergli le mani addosso e senza successo -

Mio padre lo guardò stralunato e poi si voltò verso di me con un'occhiata interrogativa

- Mi hanno lasciato andare, per loro ero solo un intralcio e hanno deciso di liberarmi - raccontai - Adesso vorrei andare nelle mie stanze e cambiarmi. Quando hai finito raggiungimi che devo chiederti una cosa -

Detto questo feci un segno di saluto verso Zeus e me ne andai. Avevo intenzione di seguire il consiglio dello zio di Percy, se era vero che lui lo aveva fatto solo per me significava che mi amava e che lasciarmi andare gli era costato parecchio. Mi ricordai le lacrime che aveva versato dopo quell'incubo, ricordai la rabbia ceca che aveva nei confronti di mio padre, ricordai quello che il conte gli aveva fatto quando era un ragazzino e ricordai i suoi baci, le sue carezze e il fatto che gli stavo regalando la mai verginità. I suoi modi erano troppo belli per essere finti.

Dovevo scoprire la verità, dovevo sapere perché mio padre lo teneva prigioniero da ragazzino, dovevo sapere chi era realmente Perseus. Ma dovevo chiederlo a qualcuno di cui potevo fidarmi, qualcuno che viveva qui da tanto tempo.

Mi venne in mente lo stalliere di corte, era presente alla fustigazione, adesso che ci pensavo e sembrava addolorato, come se i colpi li stesse ricevendo lui.

Senza pensarci due volte decisi che il giorno dopo sarei andata alle stalle, volevo scoprire la verità a tutti i costi.

***

- Mi scusi, è permesso? - chiesi entrando nella stanza vicino alle stalle, dove sapevo che abitava lo stalliere.

- Lady Annabeth! Allora è vero che siete tornata - esclamò vedendomi -Accomodatevi pure -

Era un uomo sulla sessantina a occhio e croce, con la barba folta e i capelli lunghi, brizzolati e aveva gli occhi scuri e penetranti.

- Scusi il disturbo ma volevo chiederle un paio di cose - dissi

Annuì e mi fece segno di accomodarmi

- Chiamami Chirone e dammi del tu -

Sospirai. Era stato orribile ricordare quell'episodio e lo sarebbe stato anche adesso.

- Ho un ricordo di quando avevo dodici anni, un episodio che mi ha segnato molto - mi fermai per vedere la sua reazione e lui mi invitò a continuare - Ricordo di un ragazzino con gli occhi verde mare che mio padre ha fatto frustare. C'eri anche tu quel giorno... - mi fermai di nuovo, lo avevo visto sobbalzare.

- Cosa volete sapere? Esattamente - mi chiese

- Voglio sapere chi era, perché mio padre gli stava facendo quello che stava facendo e che fine ha fatto - risposi con sicurezza

Chirone mi guardò con tristezza

- Se lo vuoi sapere davvero, dovrai avere la capacità di non odiare il conte Chase. Perché quello che è successo e il destino che è toccato a quel giovane...bè! È cominciato tutto proprio da vostro padre - mi spiegò

Le mani cominciarono a tremarmi, aveva parlato in modo grave e cominciavo a non essere più tanto sicura di volerlo sapere. Ma se tenevo davvero a Percy, sarei dovuta andare avanti

- Si voglio sapere! - risposi risoluta

Chirone annuì e cominciò il suo racconto:

Molto tempo fa non esistevano i conti, c'era solo una persona a governare le sette terre: il re Poseidone. Quando però si rese conto che non poteva controllare le terre più lontane dal suo palazzo, chiamò a raccolta cinque persone a lui fidate e gli diede il controllo di cinque delle sue terre. Queste persone diventarono i Conti.

La situazione andò a meraviglia per i primi dieci anni, finché questi Conti non divennero avidi di potere e pretesero di avere di più di quello che avevano. Un giorno presero i loro soldati migliori e assediarono il palazzo reale, a guidarli era il Conte Chase.

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