Capitolo 19

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Annabeth

La sala adibita per la festa era gremita di persone con maschere e vestiti sgargianti

Sorrisi, anche se erano mascherati avrei riconosciuto i membri dell'Half Blood tra milioni di persone, visto che si muovevano in gruppo.

Scossi la testa e incrociai gli occhi di Talia. Lei capì al volo che erano stati riconosciuti e per quale ragione, la vidi dare una gomitata al fianco di uno dei ragazzi, non capii chi c'era dietro la maschera anche perché ero piuttosto lontana, e sussurrargli qualcosa all'orecchio. Poco dopo si separarono, spargendosi per la sala in coppie.

- Hai puntato qualcuno? - mi chiese mio padre guardandomi sorridere

- Sono mascherati, non saprei - dissi

- Ma è questo il bello o no? - mi chiese lui

Passò una buona mezz'ora in cui cominciai sul serio ad annoiarmi e quando mio padre se ne accorse si alzò dalla sua postazione attirando l'attenzione degli invitati.

- Bene sapete tutti perché siamo qui - annunciò - Prima di tutto per festeggiare il ritorno della mia bambina che era stata rapita dai pirati, ma che è tornata sana e salva. E poi perché questa sera si deciderà chi potrà prendere la mano di mia figlia! -

Sbuffai annoiata. Quegli stupidi uomini conoscevano già le regole del gioco visto che mio padre lo aveva fatto anche un'altra volta. Chi voleva prendermi in sposa si mise in fila davanti a me e a mio padre.

Dietro la maschera era difficile capire chi si nascondeva, non potevo nemmeno l'età di chi avevo davanti. Non capivo perché mio padre si ostinava con questa farsa, avrebbe davvero lasciato che mi sposassi con un emerito sconosciuto di cui non conoscevamo nemmeno il volto?

Guardai meglio i pretendenti senza fermarmi su nessuno in particolare, a occhio e croce non sembravano troppo vecchi, erano si e no una decina. Cominciai a camminare davanti agli uomini per guardarli meglio e vedere se qualcuno potesse davvero interessarmi o meglio per far vedere che ero interessata, visto che il mio cuore era già andato bello che perduto.

Uno ammiccava nella mia direzione, un altro mi sorrise, un altro ancora si inchinò leggermente quando passai...poi...mi fermai...uno tra i tanti mi aveva attirato perché teneva la testa china: aveva un completo azzurro e un mantello nero, abbinato alla maschera che gli copriva la parte superiore del viso, i ciuffi scuri che ricadevano su maschera e volto, poi, non mi aiutavano di certo. Quando si accorse che ero di fronte a lui si inchinò porgendomi la mano con un sorrisetto sghembo

- Mi concedete questo ballo, My Lady - chiese con una voce roca e profonda che mi fece correre i brividi lungo la schiena

Alzò la testa e incrociai i suoi occhi.

Mi mancò il fiato, più perché non lo avevo riconosciuto che per altro, anche se il mio cuore lo aveva capito prima del mio cervello.

Sorrisi e presi la sua mano. Tutti i presenti trattennero il fiato. Andammo al centro della sala e la musica iniziò. Mi lasciai trasportare dalla melodia e dal ragazzo che avevo davanti, dovetti ammettere che ballava divinamente, metteva i piedi uno dopo l'altro senza inciampare o sbagliare un solo passo. Aveva la postura dritta ma rilassata, le braccia ferme come i suoi occhi nei miei. Sorrise soddisfatto quando si accorse del mio stupore

- Che c'è credevi che ero bravo solo a dare ordini? - chiese sarcastico

- No ma non pensavo che un pirata rozzo come te sapesse ballare - dissi divertita

- Non sottovalutarmi contessa dei miei stivali - disse

Scoppiai a ridere e quando mi accorsi che ci stavano fissando tutti cercai di prendere un mio del mio contegno. Percy mi faceva un brutto effetto, in sua presenza dimenticavo di essere una nobildonna. Ma d'altronde io e lui aveva dormito insieme, ci eravamo baciati e eravamo andati molto vicino a fare altro e questo non era di certo un comportamento da contessa.

La musica finì e mio padre si avvicinò

- Vedo che hai deciso o ci sati solo pensando? - chiese

Tutti ci guardavano e aspettavano la mia risposta ed o ero ancora arrabbiata con il conte e lo sarei sempre stata.

Per questo presi il coraggio a due mani e lo guardai in faccia senza timore.

- Ti darò una risposta quando tu risponderai alla mia domanda - dissi

Lui mi guardò confuso, come tutti del resto

- D'accordo, chiedimi quello che vuoi - rispose

Non me lo feci ripetere due volte e non stetti a rimuginarci sopra troppo a lungo

- Perché non mi...non ci... - dissi allargando le braccia per indicare tutta la sala - ...parli del principe Perseus? - chiesi

Mio padre sgranò gli occhi e mormorii di esclamazione si diffusero in tutta la stanza

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