Capitolo 3.

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Rimaniamo per un po' in silenzio, senza più sapere cosa dirci. Lui è lì, che mi guarda ed io mi scopro a perdermi sempre di più in quell'oceano grigio. Questa situazione viene interrotta solo dall'irruzione nella stanza dei miei "genitori" che, visibilmente allarmati, si informano sulle mie condizioni. L'imbarazzo si poteva tagliare con un coltello prima del loro arrivo, ma non avrei mai voluto smettere di guardarlo, anche senza parlare. I suoi occhi fissi su di me giá mi mancano. Io continuo ad ignorare li intrusi completamente, la mia attenzione è sempre concentrata su Sean, che ripete a loro le stesse cose dette non più di dieci minuti fa a me, cercando di tranquillizzarli. Entra poi un'infermiera che ci comunica che potrò tornare a casa solo domani. Si ferma un attimo per controllare l'aflebo e se ne va. Mia "mamma" allora si avvicina, dicendomi:"Zoe vuoi che rimanga qua a farti compagnia per la notte?" Il suo viso gentile è ancora sconvolto dalla paura. Ma non mi impprta molto. Per me lei non è mai stata niente più di una sostituta.

"No, Hannah, grazie preferisco stare un po' sola. Ci vediamo domani."

"Sicura tesoro?" chiede mio "padre".

"Sì. Tranquillo Carl, sto già molto meglio." mi affretto a rispondere. I due escono mandandomi un bacio con la mano, Sean saluta ed esce a sua volta. Rimango sola. Mi guardo intorno: la stanza è buia e fredda, alla mia sinistra c'è un comodino e alla mia destra due finestre. Le lenzuola del letto sono bianche e pulite ed io indosso quei maledetti pigiami degli ospedali che scoprono la schiena. Guardo il comodino e noto un oggetto che non mi appartiene: un I-phone, bianco. È di Sean, ne sono sicura. Il cuore mi inizia a battere all'impazzata per l'eccitazione! Lui tornará. Cazzo, potrò rivederlo ancora. Sean ha un effetto invontrollabile su di me.Forse per il fatto che mi ha salvato, o perché è davvero un gran pezzo di ragazzo Non lo so. So solo che ho una gran voglia di rivederlo. Spero tanto che succeda presto. Mi ritrovo ad immaginare Sean che mi rapisce e mi porta su un'isola deserta dove ci baciamo come se non ci fosse un domani e mi addormento, cullata da un profondo oceano grigio. Molto presto però mii ritrovo nella mia camera, in casa di Hannah e Carl, con l'orsetto tra le braccia, il viso pieno di lacrime. Sono salate e mi bruciano la pelle. Sto pensando alla mia mamma, che mi viene a prendere a scuola e mi porta al parco. Mi alzo dal letto ed esco. Invece del corridoio, vedo intorno a me il cimitero, in lontananza la tomba di mamma, i fiori che la circondano. Mi avvicino e leggo il nome sulla lapide, guardo la sua foto, lei che mi sorride. Inizio a piangere di nuovo. Le lacrime scorrono sul mio viso, mi macchiano i vestiti: inizio a piangere sangue, che aumenta sempre di più, inizia a bagnare la tomba, la lapide, la foto, il sorriso di mamma sparisce ed io continuo a piangere, a piangere, a piangere ancora e...all'improvviso mi sveglio, in preda al panico, ma una mano forte, calda, sicura stringe la mia. Apro gli occhi e mi tuffo nell'oceano.

Il mio angeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora