"Sono pazzo di te Zoe Abigail."
"Ancora non ci credo. Oddio. Però di una cosa sono sicura: tu sei tutto ciò di cui ho bisogno."
"Non voglio essere nient'altro che questo. Domani ci vediamo?"
"Io lavoro fino alle 3:30 poi ho il pomeriggio e la sera liberi."
"Perfetto. Ti passo a prendere quando stacchi?"
"D'accordo. Notte Sean."
"Notte piccola."
Mi stendo sul letto e fisso il soffitto per un'eternità. Rivivo il nostro appuntamento: ogni singolo momento appena trascorso. Rileggo i messaggio: ogni singola parola appena scritta da entrambi. Piccola, mi ha chiamata piccola. Ancora non ci credo. Tutta questa situazione è assurda: troppo bella per essere reale. Per la prima volta in vita mia sento la felicità a pochi passi da me, talmente pochi che se allungo un braccio riesco a sfiorarla. Vado in bagno a sciacquarmi il viso. Le labbra ancora mi pizzicano per il bacio e sento ancora il suo sapore. Mi guardo allo specchio mentre mi lavo i denti maledicendo la menta e mi meraviglio: lo scheletro, la sola ombra di una normale ragazza di 18 anni non esiste più. Scomparsa. Scomparsa completamente. Al suo posto vi è un'immagine serena, oserei dire in pace con se stessa. Metto a posto spazzolino e dentifricio e mi tolgo i cerotti. I tagli sono guariti lasciando il posto a delle cicatrici piuttosto piccole. Le guardo come se fossero un oggetto vecchio, che appartiene al passato, che fa parte di una vita precedente. Butto via la lametta per chiudere definivamente quel capitolo e vado a dormire. I ricordi della serata ancora vivi e il battito cardiaco sempre alterato non aiutano, ma dopo molto voltarmi da una parte e dall'altra riesco a prendere sonno.
"Ei piccola." Sean si avvicina, mi prende tra le braccia e mi bacia. Stamani mattina al pub non c'era nessuno e ho passato il tempo solo grazie ai suoi messaggi. Mi è venuto a prendere in moto questa volta. È una Harley. Mi infila dolcemente il casco. Si siede e mi fa cenno di fare lo stesso. Mi stringo forte a lui e sento immediatamente un brivido lungo la schiena. Mi avvicino al suo collo per lasciargli un bacio appena sotto l'orecchio e il suo profumo mi invade le narici: un misto di pelle, proveniente dalla giacca, e della sua colonia, che mi manda in estasi all'istante. Lui ricambia stringendomi le mani per poi mettere in moto. Credo faccia freddo, ma lui è li con me. Conta solo quello. Dopo un lungo giro in moto arriviamo alla spiaggia di Coney Island. È praticamente deserta. Il mare piuttosto calmo. Sean mi aiuta a scendere e insieme ci incamminiamo verso riva con un telo da stendere sulla sabbia. Mi siedo molto vicino a lui che mi mette un braccio sulle spalle per attirarmi ancora più a se e mi bacia. Lo fa con passione. Rotoliamo sul telo continuando a baciarci. La sua bocca morbida esplora la mia, poi si intrufola tra il mio collo e la mia spalla facendomi il solletico. Ci guardiamo negli occhi per un attimo: quelle iridi grigi-blu mi scrutano il viso ed io mi ritrovo a cercare di capire cosa mi nascondono. Di nuovo. Mi alzo a sedere per guardare il mare e Sean si accende una sigaretta. Non pensavo fumasse. Quando se la porta alla bocca noto il tatuaggio uscire dalle maniche della giacca. Gli afferro il polso e scopro l'avambraccio. È una frase, in caratteri celtici:
"Niente è sbagliato se ti rende felice."
"Ti piace piccola?"
"È davvero bello Sean! Quando l'hai fatto?"
"Dopo il diploma. Volevo farlo a tutti i costi. Nemmeno la disapprovazione dei miei mi ha fermato. Questa frase per me è davvero importante. Ho deciso di tatuarmela diversi anni fa e non me ne sono mai pentito."
Si volta a guardarmi. Un debole sorriso gli illumina il volto. Io ricambio baciandolo dolcemente. Quella frase per lui è importante, ma non mi ha detto il motivo. Le nostre labbra si separano e lui si volta di nuovo a guardare il mare.
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Il mio angelo
Short Story"Sei stata tu a salvarmi: senza di te non avrei superato ciò che mi è successo. Quindi sei un po' angelo anche tu."