Di nuovo questa stanza. Credo che sia la stessa dell'ultima volta: il comodino a sinistra, le due finestre a destra, e cosa peggiore il pigiama, quello stramaledettissimo pigiama aperto dietro. Mi hanno portatata qui ieri notte. Credo fossero le quattro più o meno. Non ne sono sicura. Credo che mi faccia male il polso, ma non sono sicura nemmeno di questo. Devo aver esagerato questa volta: i cerotti mi coprono gran parte dell'avambraccio. È buio nella stanza ed i miei occhi stanchi faticano non poco ad abituarsi alla penombra. Allungo la mano destra per prendere il cellulare: nove chiamate e altrettanti messaggi. Tutti di Sean.
"Amore mio ti prego perdonami. Ho sbagliato, sono stato un vero coglione ma rispondimi e cerchiamo di chiarire. Ci tengo troppo a te e non sopporto l'idea di averti persa!"
"Scusami Zoe, sono stato uno stronzo, ero ubriaco e non so cosa mi sia preso."
"Cazzo Zoe rispondimi! Mi stai facendo diventare matto!"
"Amore mio cosa è successo? Ho chiamato Page, mi ha detto che sei in ospedale. Richiamami per favore!"
"Zoe sono preoccupato da morire. Ti prego rispondimi."
Ce ne sono altri. Uno più disperato dell'altro. Le lacrime iniziano ad appannarmi la vista, a bruciarmi sulle guance. Lo odio. Lo odio con tutta me stessa e non ho nessuna intenzione di rispondergli. Non merita prorprio niente da me. Per dirgli cosa poi: per colpa tua ho di nuovo tentato il suicidio? Non voglio fargli pena. Le lacrime si fanno sempre più abbondanti e sono scossa dai singhiozzi di un pianto incontrollato che non so come fermare. Un dolore lancinante mi dilania il petto, proprio dove prima c'era un cuore che batteva per una testa di cazzo.
"Tesoro mio" Page lancia la borsa sul pavimento per correre ad abbracciarmi "Stai tranquilla ci sono qua io adesso!" Ci addormentiamo strette strette, come quando da piccole avevamo paura dei mostri nascosti sotto il letto e ci stringevamo per proteggerci l'un l'altra.
"Mi vuoi raccontare cosa è successo adesso?"
"Page ci siamo appena svegliate. Possiamo rimandare la conversazione a più tardi?"
I tagli mi lanciano continue fitte. Sento tirare la pelle sotto i cerotti. È insopportabile.
"No! Voglio sapere cosa ha fatto quel coglione che ha anche avuto la faccia tosta di presentarsi in ospedale."
"È venuto qui?"
"Si. Stamani mattina mi ha chiamata Hannah per dirmi cosa è successo. Stavo per venire quando mi chiama Sean per dirmi che avete litigato, che vuole parlarti ma tu non gli rispondi, giustamente aggiungerei, nè alle chiamate nè hai messaggi."
"E tu gli hai detto che sono in ospedale, giusto?" data la sua espressione interrogativa mi affretto ad aggiungere: "Me l'ha scritto in un messaggio."
"Tu non gli hai risposto vero?" scuoto la testa e le faccio cenno di continuare.
"Quando arrivo, lo vedo all'ingresso, mentre chiede informazioni ad un medico. Gli dico di andarsene, che non è il momento e che non gli rivolgeresti mai la parola."
"Infatti."
"Lui allora inizia a piangere e imprecare. È disperato Zoe, davvero. Poi, con le mani nei capelli, se ne va, lasciandomi lì."
Un altro messaggio: "Amore sto impazzendo, ti prego richiamami."
"Bene ora raccontami tutto, che voglio andare a spaccargli la faccia il più presto possibile." aggiunge Page, strappandomi l'I-Phone dalle mani.
"Allora, ieri sera..."
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Il mio angelo
Nouvelles"Sei stata tu a salvarmi: senza di te non avrei superato ciò che mi è successo. Quindi sei un po' angelo anche tu."