"Zoe, Zoe, Zoe calmati ci sono qua io." mi dice Sean per tranquillizzarmi. La sua voce è droga: mi manda letteralmente in paradiso.
"Sto già meglio, grazie Sean" riesco a rispondere eccitatata come se fossi al concerto dei Green Day "che ci fai qui?"
"Sono venuto a recuperare il mio telefono e a portarti questi" con la mano nascosta dietro la schiena mi porge un mazzo di margherite che riempiono la stanza di un profumo dolce, magnifico. Mi ha regalato dei fiori. Il ragazzo più bello e sexi di Manhattan mi ha regalato dei fiori. Lo guardo, anche con gli occhi lucidi e le guance in fiamme.
"Grazie mille, non dovevi, cioè ci conosciamo da un giorno."
"È vero, ma dopo la festa, la corsa all'ospedale, e la notte su quella cazzo di sedia scomodissima, se sono contento di aver lasciato qua il telefono solo perchè così ho la scusa di tornare, può voler dire solo che.." lascia la frase in sospeso ed io mi metto immesiatamente sull'attenti.
"che sei già diventata la mia malata preferita" dice sfoggiando il suo sorriso più contagioso che mi fa sorridere a mia volta. La sua sfacciataggine mi fa proprio ridere come non mi capitava da moltissimo tempo. Sean si unisce alla mia risata, e ridiamo, ridiamo, ridiamo, fino alle lacrime. È incredibile come mi faccia stare bene questo ragazzo. Mi accorgo nel frattempo di un leggero albeggiare che filtra dalle finestre.
"Sean, da queste finestre si può vedere l'alba?" chiedo
"Credo di si. Dovrebbero essere orientate ad est."
"Perfetto." mi metto a sedere sul letto"Ti dispiace accompagnarmi al davanzale? Amo vedere l'alba."
"Certo, nessun problema" dice Sean. Con un braccio mi sorregge mentre mi alzo dal letto. Sono ancora debole, ma il suo corpo mi da sicurezza. Ci avviciniamo piano piano alla finestra, io mi appoggio al davanzale, lui scosta le tende. Il sole che nasce dalle colline illumina New York. Ogni casa, giardino, palazzo è colorato dalle sfumature del rosso e del giallo. Si crea un'atmosfera calda in contrasto con la neve che brilla sui tetti e il grigio predominante. Come se fosse la cosa più naturale del mondo, mi appoggio al suo petto. Lui mi cinge la vita con le braccia muscolose. Noto che ha un tatuaggio sull'avambraccio. Il suo calore mi fa sentire a casa, finalmente a casa. È un momento davvero intimo, ed io non sono abituata a questo genere di cose, ma non riesco ad allontarnarmi, a scostarmi, a fare niente. Il suo profumo mi ha imprigionata ed io non potrei essere più felice di trovarmi dietro le sbarre.
"Buongiorno ragazzi." cazzo, proprio adesso doveva arrivarr questa?
" Zoe ti ho portato dei vestiti puliti per tornare a casa." dice Hannah entrando. Sean si allontana bruscamente ed io la incenerisco con lo sguardo.
"Io vado" dice Sean "Arrivederci signora Thomas." si volta verso di me e capisco subito che pure a lui girano altamente le palle.
"Ciao Zoe, a presto"
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Il mio angelo
Short Story"Sei stata tu a salvarmi: senza di te non avrei superato ciò che mi è successo. Quindi sei un po' angelo anche tu."