Anno 2014-Parte 3 -

520 15 0
                                    

A giugno feci il mio primo ricovero.
Andai nell'ospedale dove lavorava papà e fui ricoverata nel padiglione di gastroenteologia dove mi misero in una stanza con altri 3 bambini piccoli ricoverati.
Prima mi pesarono,e lo fecero con me che indossavo pantaloni, scarpe e maglia: il peso nonostante questo era ancora sceso,  ed ero in uno stato avanzato di disidratazione.
Non bevevo, appena ci provavo mi saliva una nausea pazzesca, cosi mi misero una flebo vitaminica e con qualche sorta di sostanza glucosata. Fu terribile: non solo avevo paura dell'ago, ma in più sapevo che dentro c'era zucchero.
Non ero abituata ad una flebo, era la prima volta ed ero davvero spaventata. Non sapevo come comportarmi, non sapevo perché stavo lì, non capivo cosa avevo che non andava, perché io stavo benissimo e mi sentivo piena di energie, inoltre sentivo che DOVEVO camminare e che quello era uno spreco di tempo.
Le giornate passavano lentissime, la sera era uno strazio: non riuscivo a dormire a causa della flebo e del suo continuo rumore, inoltre i pianti dei bambini ricoverati erano angoscianti, tastavo il dolore degli altri pazienti e la loro sofferenza  me la sentivo tutta dentro.
In ospedale stetti 3 lunghissimi giorni per poi tornare a casa e aspettare il vero ricovero in una struttura specializzata a Pisa.
Il ricovero per dca lo iniziai verso la metà di giugno. Prima feci anche delle visite di controllo ( che furono sofferte molto, visto che a stare in macchina non ci volevo proprio stare ) e prima di partire definitivamente i miei genitori mi costrinsero a pesarmi.
Rimanemmo tutti sconvolti da quel numero.
Persino io.
Io che poco prima avevo detto che non avevo nessun tipo di malattia. Che stavo bene, che stavo solo cercando di stare in armonia col corpo.
Ma quando vidi quel numero qualche domanda passò per la mia testa: Non volevo arrivare a pesare in quel modo, ma soprattutto non capivo come fosse possibile pesare così poco ma essere ancora così in carne.
Continuai a fare anche altri controlli medici prima di andare nella clinica e risultai molto debole, bradicardica - il cuore faceva a stento 50 battiti- con pressione bassa, e piano piano presi coscienza dello stato in cui ero, così decisi di interrompere i miei esercizi fisici.
Peccato che senza di essi mi sentivo completamente persa e senza neanche rendermene conto compensai con il cammino che arrivò anche a 9 ore per giorno.
Anche in clinica -dove facevo un Dh perché non c'era posto per un ricovero- camminavo sempre, ma iniziai finalmente a mangiare qualcosina, che essendo poco affiancavo con ben 2 integratori alimentari.
Al tempo non conoscevo le calorie quindi non sapevo che erano integratori altamente calorici.. ma dopo qualche ricerca capii il meccanismo delle kcal e del fabbisogno giornaliero. Tuttavia risposi bene: volevo davvero guarire e dopo Luglio -che passò in fretta- ad Agosto riuscii ( anche se a stento ) a fare le vacanze estive.
Però avevo iniziato a pretendere di pesare il cibo, di non condirlo e di sostituire gli integratori a cibo.
Con la dieta personalizzata  riuscii a rimettermi e a fine Agosto fui pronta a tornare a casa.
Settembre, Ottobre e Novembre furono mesi impegnativi : avevo iniziato le superiori e il grado di difficoltà di studio era aumentato, però cambiare classe mi aiutò molto perché significava ricominciare da capo e volevo farlo al meglio.
Nella classe all'inizio conoscevo solo la mia migliore amica ma presto cominciai a fare anche amicizia con altre persone: l'ambiente era migliore, ma l'ansia e lo sforzo per lo studio mi stavano devastando, inoltre ero costantemente in pensiero per le calorie, i grammi e cercare di fare le giuste merende: ero in una fase di pieno controllo, su qualsiasi cosa, e lo studio non aiutava.
Persi quel peso che avevo ripreso - che era comunque poco.
Da lì decisi però di riprendermi sul serio: di mettermi in forze per la scuola e iniziai una cura con un terapista e una dietista che mi diede una dieta scritta per rimanere stabile, io promisi di impegnarmi a seguirla perfettamente, ma a costo di non sgarrare mai: non ero in grado di mangiare fuori, e se dovevo farlo dovevo portare la bilancia.
Ero ancora in una brutta fase del l'anoressia: quella del controllo.
Ma quando arrivò dicembre, ovvero nel giorno di Natale e festivi vari, persi la mia rigidità improvvisamente. Anzi, in realtà persi completamente il controllo.
Avevo davanti a me tutto il cibo che amavo.. ed iniziarono i miei sgarri: senza riuscire a fermarmi.. .
Iniziò la storia anche della bulimia.
Per fortuna durò solo per le feste natalizie, perché nell'anno successivo andò tutto in modo diverso.

Nel mondo delle fragilità Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora