Anno 2017 -parte 2-

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A settembre iniziai un vero percorso di ricovero, voluto in grande parte da me: non volevo più perdere tempo e non sopportavo più la presenza del sondino, in ospedale cominciavo a sentirmi chiusa ed esasperata, quindi capii che era il momento giusto per dare il meglio di me e combattere contro il mostro che mi stava uccidendo.
Purtroppo l'unica cosa che ancora non andava  era l'iperattività, ero costantemente in movimento e non pensavo neanche minimamente a fermarmi.. nonostante avessi fatto molti progressi alimentari e mentali.
Inoltre .. ammetto che in quel ricovero piangevo spesso, la mia tristezza era sconfinata.. e stranamente in quei tempi morti notai quanto mi mancassero le mie amiche della struttura, cosa che con la malattia che urlava fortissimo non ero riuscita a capire:Non avevo capito che avevo intorno a me delle persone buone, che si erano affezionate a me.
Purtroppo: la malattia chiude spesso gli occhi. La realtà viene distorta, tutto sfoca davanti la sua ombra. Non va assolutamente presa alla leggera! Indirettamente dal peso, o dal BMI l'anoressia è soprattutto un disturbo MENTALE grave. Ti chiude davanti tutte le possibilità della vita, ti fa desiderare di non essere più ciò che eri, che ciò che sei è sbagliato, che tutto quello che hai vissuto è una farsa difronte a lei. Lei.
Lei. Lei.
Esiste solo lei, e la sua "culla".
In ogni caso Settembre fu davvero un mese stressante, ogni volta che veniva mia madre le chiedevo in modo esasperante di poter ritornare a casa, mentalmente mi sentivo forte, sentivo di potercela fare.
Spinsi molto anche i medici, per farmi ritornare a casa, o almeno di ritornare alla struttura.. e cominciai anche a dimostrare la mia forza: per prima cosa decisi di provare il gelato: concordai con la dietista uni scambio con l'integratore ipercalorico e con mamma feci il mio primo piccolo ma importantissimo passo in avanti.
Inoltre iniziai ad interessarmi ad alcuni profili su Instagram notando come alcune ragazze e ragazzi lo utilizzassero come diario/sfogo.
Inizialmente parlavo con loro e pensavo di interagirci solo, attraverso il mio vero profilo, e subito mi sentii meno sola: Tante ragazze/i erano in difficoltà come me, molti avevano vissuto delle situazioni molto rischiose ma non per questo si erano lasciati andare.
La loro esperienza, la loro forza e la loro empatia faceva sembrare quel social una sorta di "famiglia", e non a caso cominciai a capire il significato della #EDfamily, la "Eating Disorder Family".
Ad ottobre la situazione era ancora abbastanza tesa, ed io ero sempre più impaziente.
Nel mese compivo anche gli anni e ormai mi ero avvilita nel passarlo lontana dai cari, come non era mai successo.
Non per questo smisi di lottare. Sapevo che stavo prendendo peso, ma non sapevo di quanto: pensavo di aver preso Kili su kili, e anche se sapevo che era necessario l'ombra dell'aumento del peso minacciava spesso la mia forza di volontà.
Il 17 Ottobre, per cercare di svagarmi un po' decisi di compiere un atto folle.
Decisi di iscrivermi anche io con un nuovo profilo, e farlo diventare alimentare.
Eh si, decisi finalmente di mettermi nella comunità virtuale!.
Ovviamente non avevo le stesse libertà che potevano avere gli altri account, ma ormai avevo conosciuto delle persone e volevo provare anche io a conoscerne delle altre.
Il giorno del mio compleanno lo passai con mia madre, che come ogni settimana alterna era venuta a trovarmi, e fu un compleanno decisamente triste..
Ricordo che avevo ricevuto la notizia che il giorno dopo sarei tornata in struttura, ed ero abbastanza nervosa perché in ospedale avevo fatto tanti passi in avanti, e mi sentivo autosufficiente per tornare a casa.
Ahimè nessuno mi voleva dare tutta quella fiducia, e così passato il mio compleanno a vagare per Bologna - povera mamma a pensarci - ritornai nella struttura.
Purtroppo quella fu una decisione sbagliata.

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