A Maggio del 2016 entrai nella residenza, ma niente era come mi aspettavo.
Davanti a me vedevo ragazze stuzzichini, erano tutte magrissime,da far paura.Non avevo mai visto persone così magre in tutta la mia vita!.
Allora iniziai a provare un sentimento di pura angoscia: non ero più la più magra, non ero più la più "forte" ,quello che provavo era un 'orribile sentimento di inferiorità e dentro di me scattò di nuovo la terribile forza dell'anoressia.
Avevo solo uno scopo: dovevo dimagrire di più. Dovevo superare di magrezza tutte perchè non potevo essere così grassa rispetto a loro!.
Neanche l'equipe del centro riuscì in qualche modo a deviare i miei pensieri e le mie azioni dettate esclusivamente dalla malattia:
così che dopo un mese di prova e di perdita di peso mi ricoverarono in un vero ospedale che almeno aveva un settore dedicato al dca.
Entrai a Giugno -dopo esattamente un mese di ricovero dalla struttura- e lì mi sentii più a mio agio: era un ospedale pediatrico, quindi avevo affianco ragazze e ragazzi -perché questa malattia capisce tutti- che avevano la mia età ed erano anche simili a me, non erano donne ormai temprate dalla malattia, ma giovani ragazzi, che avevano intatta L'allegria e la simpatia. Mi sentii più amata e compresa, feci molte amicizie, alcune che sono rimaste ancora oggi,dove continuiamo a sentirci!-Senza dilungarmi troppo vorrei comunque esprimere un mio pensiero sul mio primo ricovero in ospedale per dca: ovvero che una cosa accomunava tutti noi: eravamo all'inizio della malattia, non sapevamo ancora nulla di quello che sarebbe potuto accadere: ora molti c'è l'hanno fatta ma altri stanno ancora combattendo come me in questa terribile battaglia. Quindi bisogna che si sappia che questo non è un gioco, e se lo fosse non ne vale la pena di iniziarlo, perché una volta che si entra nel tunnel non se ne esce facilmente-.
In quel dannato ospedale -dove rimasi per 6 mesi- all'inizio continuai a perdere, mi muovevo tanto, però mangiavo tutto quello che mi davano.. certo, lo facevo perché in realtà non si aveva tanta scelta: o mangiavi tutto o prendevi un integratore oppure dopo poco ti toccava il sondino.
All'inizio infatti fui molto determinata e mangiavo sempre tutto, finché capirono che a me serviva altro - visto che mangiando tutto perdevo lo stesso- e con il primo aumento della dieta cominciai ad essere in seria difficoltà: Non a caso, dopo poco che la situazione non si smuoveva mi misero per la prima volta il sondino, fu una esperienza orribile, quel tubo in gola non mi permetteva neanche di respirare bene, non riuscivo a deglutire, era come se avessi incastrato un enorme ago perennemente. Non riuscivo neanche a parlare -sinceramente- nè tantomeno a bere: appena ci provavo mi venivano conati di vomito..Quindi il sondino non era comunque abbastanza: non bevendo stavo a rischio, e dovettero mettermi anche una flebo di semplice acqua.
Nel giro di 3 mesi di ospedale ero con sondino e flebo, mamma e papà quando venivano a trovarmi - a settimane alterne- per poco non piangevano, ero piena di macchine chiusa in un ospedale senza poter neanche uscire.
La presenza delle ragazze ricoverate ,però mi aiutò davvero tanto, devo molto a ogni ragazza e ragazzo che ho incontrato in quel terribile momento: perché mi hanno supportata e sopportata come nessuno: avevo trovato una seconda famiglia e nonostante le crisi non stavo così male. Finché non arrivò Ottobre: ero davvero stanca di stare ricoverata, erano passati ormai 4 mesi abbondanti e non ce la facevo davvero più a tollerare il clima ospedaliero: mi mancava l'aria, la notte, poter passeggiare per strada, la mia famiglia..
Iniziai a lottare seriamente per poter uscire e solo dopo altri 2 lunghi mesi riuscii a tornare a casa: a fine novembre finalmente avevo finito il percorso ospedaliero..
Ma purtroppo si sapeva che non ero pronta per affrontare i cambiamenti fisici, ero ancora molto instabile e debole, la malattia era comunque forte e tutti i medici avevano consigliato vivamente di portarmi in un centro.
Ovviamente io non volevo assolutamente tornare rinchiusa e convinsi mamma a portarmi a casa.
Sbagliai davvero tanto, quello fu l'inizio di un nuovo,terribile anno.
STAI LEGGENDO
Nel mondo delle fragilità
Ficção Geral~Non è la solita storia di una adolescente. Non è una storia a lieto fine. Questa storia non ha fine. Però è vera. Nella sua follia, nella sua pazzia, la mia vita è stata accompagnata dall'anoressia. Questa è la MIA storia.~ "Siamo tutto come sia...