Anno 2014 -Parte 2-

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A fine del mese di Marzo i miei genitori ( in realtà più mia madre, mio padre non ci stava capendo ancora nulla ) insisterono nel portarmi da un nutrizionista che lavorava nell'ospedale dove lavorava papà.
Lui mi vide, mi pesò e poi mi diede una dieta generica senza grammature da seguire.
All'epoca pesavo 49kg e mi disse che avevo un fisico da invidiare e che quindi ora dovevo mantenere.
Ma non mi prese per niente sul serio.
Non aveva capito che avevo un disturbo alimentare, non aveva capito che io mi vedevo ancora come prima, che ogni volta che mi specchiavo vedevo sempre la solita ragazza grassa, che dovevo assolutamente continuare a dimagrire.
Ma questi pensieri li tenni per me, e con la scusa della sua dieta restrinsi ancora di più.
Ad Aprile le persone cominciarono a congratularsi con me: mi vedevano magra e dicevano che non se ne erano mai rese conto prima.
Io ero davvero contenta di quello che dicevano, ma non pensavo di aver ancora raggiunto il mio obbiettivo di magrezza, le mie compagne erano ancora più magre di me e io volevo assolutamente superarle.
Studiavo a fatica, presa come ero dal fare i miei sempre più numerosi esercizi fisici.
Ormai gli addominali da che erano partiti come 50 in tutto un giorno ne erano diventati 250 spartiti in vari momenti.
Ma non facevo solo addominali, anzi: avevo sempre più allenamenti, corse, camminate.
Le facevo perché dovevo -per forza-non riuscivo a dire di no ed ogni giorno mi sentivo sempre più stanca.
A fine Aprile mia madre aveva centrato il problema, lo aveva capito da tempo, ma alla fine quando ne fu certa al massimo parló a lungo con mio padre per farmi vedere da un neuropsichiatra che curava disturbi alimentari.
Mamma pretese subito che papà (che conosceva anche questo dottore) mi facesse visitare e così -abbastanza scocciata- ci andai.
Lui mi fece molte domande, e mi pesò.
Il mio peso era sceso ancora.
Quando vidi quel numero fui entusiasta , avevo raggiunto il mio obbiettivo!, ma non ebbi molto tempo per rallegrarmi: si vedeva che qualcosa non andava, non avevo il ciclo da 4 mesi ed ero in piena amenorrea.
Nonostante questo però il medico non mi diede nessuna diagnosi e tornai a casa con un'altra dieta generica che già sapevo che non avrei seguito.
Papà credeva che mamma era pazza, nessun medico aveva dato alcuna diagnosi, mamma di contro credeva pazza me e a casa c'era un'aria tesissima.
In ogni caso, mi vietò di continuare a fare nuoto.
E alla fine, anche quel terribile Aprile finì, ma Maggio non fu di meglio..
A Maggio ormai non mangiavo quasi più nulla.
Nonostante sapevo di aver raggiunto il mio obbiettivo ero convinta che per mantenere dovevo mangiare comunque poco.
Anzi divenne un motivo in più per mangiare ancora di meno.
A metà Maggio feci un controllo a Roma, al Bambin Gesù: Mamma non si era persa di speranza e continuava sulla sua strada, facendomi ottenere un controllo a Roma.
Ma ero ancora senza diagnosi. Non ero abbastanza magra per essere anoressica e non avevo pensieri legati ad un sottopeso.
A Maggio chiesi a mamma di lasciarmi in pace perche avevo bisogno di serenità per studiare l'esame di 3 media..E anche questa fu una scusa per mangiare ancora di meno, per avere meno pensieri e per non dover fare troppi esercizi per smaltire.
In quel mese fu palese che avevo un disturbo: ma dovevo prima finire la scuola.
Agli inizi di Giugno ero arrivata a livelli molto rischiosi: nella vacanza del 1 giugno non mangiai ne bevvi nulla, così che dopo il 3 giorno ( senza bere ) dovemmo tornare a casa e fu necessario un ricovero.

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