Anno 2018 -Parte 3-

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Ad Aprile iniziò la vera fase della bulimia: sparivo per ore da casa per mangiare di nascosto , oppure nascondevo cibo.
La mia tristezza prese un'altra forma di sfogo, camminare, stare fuori, mangiare fuori.. stavo cercando di fuggire da quella realtà che nuovamente mi faceva sentire inadeguata.
Finché a Maggio decisi di ritornare alle mie vecchie orme: istintivamente volevo solo far capire alla mia famiglia il mio dolore, quindi volevo solo farli spaventare.
Ma come al solito perso il controllo:
Decisi da subito di mangiare quasi il nulla.
Ogni giorno mi svegliavo e mi specchiavo sperando di essere arrivata finalmente alla forma che volevo, ma questo non avveniva mai:C'era sempre qualcosa che non andava in me.
In più capii che l'attenzione che i miei mi rivolgevano non era quella che desideravo.
Insomma, ero profondamente infelice e soprattutto "insaziabile".
A Giugno mamma ,come anche l'equipe che mi seguiva, decise di pensare ad un nuovo ricovero.
Inizialmente feci solo dei colloqui, uno alla settimana, perché prima di entrare si facevano più colloqui.
Ma nel 3 colloquio mamma insistette nel farmi pesare e farmi prendere subito.
Per prendermi dovevo essere almeno pesata e ritenuta idonea.. ma ahimè quando mi pesarono mi dissero subito di andare in un ospedale.
Il peso non me lo dissero, ma le loro facce erano preoccupate, e mi guardavano quasi con pietà, cosa che mi innervosì non poco, e Il 13 Giugno andai in un ospedale generico.
Ero spaventatissima: ero una paziente comune, non sapevano che ero anoressica..
Ma forse proprio per questo riuscii a farmi fare pochissima sacca di flebo.
Ero instabile, pronta per una crisi e piangevo spesso, i medici non osavano neanche avvicinarsi per paura di una mia reazione.. mentre i miei genitori erano esasperati.
Insomma la situazione era diventata insostenibile, e il tutto solo in un mese e mezzo.
Ma purtroppo la strada della autodistruzzione non era finita.. avevo ancora tante problematiche davanti a me, che non sarebbero state facili da affrontare.

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