Anno 2017 -parte 3-

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Il ritorno in Residenza fu diverso da quello che mi aspettavo.
Nonostante ci fossi stata prima circa 6 mesi mi sembrava di essere in un posto completamente nuovo.
Mi stava venendo l'ansia, ma soprattutto, la consapevolezza che nel tempo del mio ricovero le cose erano comunque cambiate.
Molte mie amiche ormai erano andate via, le mie stesse compagne erano andate avanti.
In effetti non era strano, quelle ragazze erano entrate addirittura prima di me, e se io ormai avevo fatto - tra ricovero ospedaliero e non- 7 mesi di recovery non potevo altro che essere felice per loro, ma anche depressa perché la mia libertà non era ancora arrivata.
Ovviamente ricominciai a sentirmi inadeguata, e con l'alimentazione mi sentivo altamente demotivata.
Ricominciai ad avere difficoltà alimentari, e la situazione della residenza non faceva altro che aggravarmi.
La mia compagna di camera era una sfida costante, era davvero difficile la convivenza con lei.
Ma anche lei, la posso -in parte- capirla: anni di sofferenza e di privazioni portano a cambiare le persone. Io stessa ero e sono molto cambiata. Sono completamente un'altra persona, e ho sulle spalle 5 anni di malattia.. figuriamoci se questi anni sventano 35.
Questo non significa che chi ha il disturbo da "poco" tempo sia meno grave, ma secondo me ha più probabilità di uscirne, perché la malattia è meno forte, meno radicata, più vulnerabile. Quando il tempo passa essa comincia a diventare quasi una parte di te stessa e .. chissà ... alcune volte non capisci neanche più chi sia lei e chi sei tu.
Iniziò di nuovo il periodo dove non mi facevano uscire.
Non uscivo, non potevo di nuovo vedere i miei genitori.
Ma questa volta i miei genitori reagirono: avevo solo 17 anni, e da quando ero entrata nella residenza non li avevo più rivisti. Ne potevo in qualche modo rivederli.
Gr.
Quel mese di Novembre fu persino più destabilizzante dell'ospedale.
Facevo lunghe chiamate, soprattutto con mio padre, e spiegavo con rabbia e tristezza quanto mi sentissi in trappola.
Ero davvero stufa di quella vita..
ero così malinconica, volevo così tanto tornare a casa!.
Su Instagram -nel frattempo- stavo avendo una buona fama, postavo spesso e tutti i pasti, ero sempre in contatto con ragazze di tutta Italia.!
A Dicembre invece le cose cambiarono.
E meno male..
Il 4 Dicembre finalmente mi concessero un permesso, avevano visto che con il metodo duro e rigido io non miglioravo, così per cercare di "spronarmi" di nuovo decisero di farmi passare qualche giorno a casa.
Quel 4 Dicembre presi da sola per la prima volta il treno per la mia città, e anche se con poche valigie, sperai con tutto il cuore di poter rimanere a casa, e di non tornare più in quella struttura.
Lo sperai così tanto..
C'è da precisare che non voglio in alcun modo criticare o dire che la struttura dove sono stata era pessima o altro.
Semplicemente il loro metodo non funzionava bene con me!. Molte ragazze sono state bene e sono riuscite a guarire, o almeno a ripartire con una marcia in più, e sono tuttora felici.
Ogni ricovero è a se, così come ogni persona risponde in modo diverso anche ad una stessa cura. Io consiglio sempre di ascoltare i medici e di affidarsi a loro, ma anche ad ascoltare se stesse.

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