Anno 2015-2016

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Nei primi mesi di quest'anno non successe molto: continuavo a seguire la dieta che la nutrizionista mi aveva dato e rimanevo più o meno stabile. Nello stesso tempo studiavo tanto e cercavo il più possibile di non isolarmi, cosa che a causa della malattia non era semplice: quando le mie amiche uscivano io avevo solo un margine di ore per poter stare con loro, perché dovevo tornare a casa per mangiare le mie "cose".
Ero completamente dipendente da mia madre che mi pesava il cibo, perché se lo facevo io sicuramente avrei man mano ridotto.
Non riuscivo a sganciarmi dai numeri, dovevo a tutti i costi controllare.
Finché, a metà ottobre non successe un evento che mi avrebbe segnata a vita.
Non scenderò nei dettagli di questo evento, ma da allora i miei genitori si separarono: la separazione dei miei la presi tutto sommato bene, da tempo sapevo che non era un buon rapporto quello loro, ma la cosa che mi sorprese fu che non provai nessuna emozione e ,infatti, da quel giorno non sentii più nulla come se fossi diventata priva di sentimenti, con un cuore di ghiaccio.. ed è proprio in quel periodo che mi ammalai nuovamente:  quella sensazione di vuoto fu colmata dalla bulimia. A Novembre iniziai di nuovo a mangiare tanto, troppo, senza freno e nessuno all'inizio pensò che fossi entrata in un altro disturbo: pensavano che fossi malata di gastrite e io ero ben decisa a farlo credere, anche se a Dicembre era impossibile non notare quanto mangiavo... e dove poi finiva tutto ciò che ingerivo.
Ero "malata" di "gastrite" da troppo tempo.
Così per cercare di terminare questo nuovo disturbo chiesi a mia madre di iniziare uno sport, sperando che una distrazione mi avrebbe aiutata: Iniziai la prima lezione di danza a Febbraio ed -effettivamente- la bulimia scomparse quasi del tutto, ritornando però all' anoressia .
Ovviamente anoressia e sport non vanno di pari passo, e presto capii che non avevo abbastanza energie per potercela fare.
A marzo ricominciò la bulimia e decisi di interrompere lo sport, perché sapevo che avrebbe solo aggravato la situazione. Dopo un mese mia madre ritenne necessario un altro ricovero, però più duraturo ed efficace, ed insieme allo psichiatra valutarono delle strutture/residenze, selezionando una struttura situata a Bologna. Aspettai un mese per ottenere posto e il 2 Maggio partii per il mio primo e vero ricovero.
Ero spaventata, questa volta sarei stata da sola, 24/24h in un posto, completamente lontana dai miei cari e senza via di fuga, potevo contare solo sulle mie forze, e potevo solo sperare in una guarigione completa.
Che sciocca ed ingenua che ero: non ero neanche a metà del mio lunghissimo percorso.

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