37- "Dodici Minuti."

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Fissai negli occhi di Percy, guardando il colore vorticare. Gli spostai le ciocche di capelli nero scuro dalla faccia e abbassai la mano per poggiargliela sulla guancia. "Puoi dirlo di nuovo?" Chiese speranzoso.

"Sono innamorata di te." Sorrisi luminosamente a Percy, amando la sua reazione alla confessione dei miei sentimenti. Ci baciammo subito dopo e sembrò completamente diverso. Tutti i nostri altri baci erano nuovi ed emozionanti, ci facevano pizzicare i nervi e volare le farfalle nello stomaco. Quello, quello era conforto. Quello era casa. Quello era amore.

Dopo la nostra piccola sessione di baci, non lo era davvero, continuò a chiedermi di dirlo, i suoi occhi spalancati come quelli di un cucciolo.

"Ancora?"

Gli diedi un ultimo bacio sulle labbra. "Sono innamorata di te, Testa d'Alghe. Ora stai zitto, dobbiamo parlare di uscire di qui."

Ridacchiò e appoggiò la testa contro il muro. "Allora, abbiamo Bob e ha detto che potrebbe forse, possibilmente, molto improbabilmente farci uscire la prossima settimana."

Annuii, appoggiando al testa sulla spalla di Percy. "Sì. Ma enfatizza il forse, possibilmente e molto improbabilmente."

"Maledizione." Mormorò Percy. "Se solo Ethan fosse vivo, ci potrebbe aiutare."

"O posso farlo io." La voce di Luke venne dall'ombra.

"Come sappiamo di poterci fidare di te?" Ringhiò Percy. Mossi la mano per stringere quella di Percy.

"Okay, lo so che ce l'avete entrambi con me. Ma dobbiamo lavorare insieme."

"Ma è più che avercela con te. Hai completamente tradito la mia fiducia, Luke, famiglia o no. Come so che non cambierai idea e mi ucciderai non appena usciamo da questo buco d'inferno?" Chiesi.

"Oh, per favore." Sentii un movimento dalla cella di Luke. "Ti ho pugnalata nella schiena un volta. Sapevo che saresti sopravvissuta."

"E se non l'avessi fatto?"

"Non sarei riuscito a vivere con me stesso."

Ci fu un momento di pausa prima che Percy iniziasse a parlare.

"O saresti stato ucciso dal tuo capo pazzo."

"Beh, forse, se la famiglia reale avesse fatto quello che dovevano, non ci troveremmo in questa situazione."

"Non avevi alcuna idea di che cosa parlassimo. Non avevi alcuna idea di che cosa stessimo programmando di fare. Non sai nulla."

Il suono dalla cella di Luke stava diventando sempre più rumoroso. Ci fu clangore di metallo e poi la sua voce. "Quello che tu non conosci sono le persone che là fuori muoiono di fame. I senza tetto. Le persone che muoiono. Vivi una vita privilegiata tu, Percy-"

"Pensi che io non lo sappia? Sto cercando di rendere migliore questo stato."

"Sì, beh." Il suono di una serratura che si apriva riempì la stanza. "È un po' tardi."

Sentimmo lo sfregare di piedi venire verso di noi. Poi nell'ombra vidi il viso di Luke.

"Cosa?" Chiesi sbalordita. "Come?"

Fece un sorrisetto. Il sangue secco sulla sua faccia si increspò. "Sono un figlio di Ermes, Annie. So scassinare qualsiasi serratura."

Percy ed io ci alzammo in piedi e andammo verso la porta. Percy mi prese la mano mentre io allungai l'altra e strinsi quella di Luke. "Ti prego." Implorai, la disperazione mi riempiva la voce. "Ti prego, tiraci fuori di qui."

Mi strinse la mano. "Lo farò, devo solo prendere delle armi prima."

"Bob." Disse Percy. "Prendi Bob e Damaseno. Volevano uscire anche loro."

A Loophole (Percabeth Selection) [traduzione italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora