Dedicata a @kao-chan_♡
Il piccolo campanello argentato tintinnò un paio di volte, quando la porta del piccolo bar venne aperta, facendo entrare un'ondata di vento da far venire i brividi. Non appena la porta fu richiusa, il caminetto tornò a portare calore nella stanza, riscaldandola in poco tempo, ridonandole quel tepore confortevole che appagava chiunque entrasse nel locale. Sulla soglia si trovava una ragazza dai capelli (c/c) pieni di neve e scompigliati dal vento, e guance e naso rossi dal freddo. Teneva stretta nella mano, coperta da dei guanti senza dita, una grossa valigetta, mentre sulla spalla aveva una cartella a tracolla di cuoio, da cui spuntavano un sacco di fogli. Si avvicinò al divanetto rosso che stava davanti al camino e poggiò sul tavolino che stava lì di fronte la valigetta e la cartella, togliendosi poi la sciarpa e la giacca, sistemandole sull'appendiabiti. Ordinò una cioccolata calda e si sedette sul divano, prendendo la valigetta per poi aprirla, rivelandone la macchina da scrivere nera che si celava al suo interno. Dalla cartelletta estrasse alcuni fogli e li rilesse in velocità, per poi iniziare a scrivere qualcosa, fermandosi poco dopo. Non aveva la più pallida idea di come strutturare carattere ed aspetto di uno dei personaggi chiave della storia, il più importante e quello che doveva suscitare maggiore interesse. Era da giorni che ci pensava e, nonostante questo, non aveva ancora trovato nulla che la soddisfacesse. Nel frattempo un cameriere le portò la cioccolata calda che aveva ordinato, facendole spostare la macchina da scrivere dalle gambe per stare più comoda. Iniziò a guardarsi intorno, cercando di trovare l'ispirazione attraverso qualcuno presente nel bar. Due camerieri stavano litigando dietro il bancone, rispettivamente uno con i capelli neri come la pece e degli occhi blu scuro, l'altro con i capelli arancioni e gli occhi marroni e vivaci. La (c/c) li guardò litigare ridacchiando tra sè e sè, ma sicuramente non andavano bene per il suo libro. Passò poi a guardare tra i clienti. C'era un ragazzo con i capelli simili ad un budino che non staccava gli occhi dal suo Nintendo; un altro dai bizzarri capelli rossi che, nonostante il freddo, si stava gustando un gelato al cioccolato; un ragazzo dai capelli corvini che stava leggendo un libro mentre uno con dei particolari capelli bianchi e neri e dei grandi occhi ambrati cercava di distrarlo. Nessuno di questi però sembrava avere il carattere adatto e, poco dopo (nome) si rassegnò. Il locale era pieno e, nonostante avesse guardato i clienti ad uno ad uno nessuno l'aveva fatta impazzire, e nessuno le stava dando nemmeno la più piccola ispirazione per il suo personaggio. Chiuse gli occhi ed appoggiò la testa sul divano, cercando di svuotare la mente per trovare l'ispirazione; la campanella suonò di nuovo, una ventata d'aria la colpì in pieno, facendola rabbrividire, ma nonostante questo non riaprì gli occhi; lo fece solo dopo, sentendosi toccare una spalla. Li aprì lentamente, trovandosi poi due vicini occhi nocciola, coperti da delle lenti, che la fissavano. Sobbalzò sul posto, allontanando il volto da quello del moretto, che ora stava piegato sulle ginocchia per poterla guardare negli occhi. "Gomen gomen! Non volevo svegliarti!" Si scusò quello, inchinandosi profondamente, facendo scivolare gli occhiali sulla punta del naso. "Mh? Tranquillo, non stavo dormendo." Rispose lei, agitando le mani, cercando di porre fine all'inchino del ragazzo. Quello alzò solo la testa: "Ah no?" Chiese, guardandola un po' confuso. "Mmh mmh" lei scosse il capo. Lo invitò a sedersi e lui lo fece volentieri. Il suo aspetto la intrigava non poco: i suoi capelli erano perfettamente sistemati, nonostante fuori fosse in corso una bufera; gli occhi color nocciola brillavano da dietro le lenti dei suoi occhiali ed il suo volto era semplicemente perfetto. Aveva una felpa della Nasa, che lasciava comunque intravedere parecchi muscoli e (nome) ne dedusse che pratica, o praticava, sport in modo agonistico. Guardarlo le faceva provare molte emozioni diverse, e, quasi subito capì che era quello l'aspetto che voleva per il suo personaggio. Probabilmente rimase troppo a fissarlo, perchè lui dovette agitare una mano davanti alla sua faccia per farsi dare attenzione. "Hai ascoltato?"
"Uh, cosa?" Chiese lei, piegando leggermente la testa di lato.
"Ho chiesto se potevo sedermi"
"Oh uh, si certo!"
Il castano allora si sedette affianco a lei, scaldandosi le mani vicino al fuoco del caminetto ed ordinando un cappuccino. La ragazza prese un foglio e, a matita, cominciò ad annotare schematicamente le caratteristiche del ragazzo, segnandosi ogni piccolo particolare. "Che scrivi?" Le chiese, tra un sorso e l'altro del cappuccino che gli aveva lasciato i baffi di schiuma. "E-ecco, mi sto segnando le tue caratteristiche, n-non che io sia una pazza, ma il tuo aspetto mi intriga e mi sembra adatto per il personaggio che mi manca..." disse, arrossendo un po' e sentendosi profondamente in imbarazzo.
"Il mio aspetto ti intriga?"
"Si, soprattutto i baffi"
"Baffi? Quali baffi?" Il moro si portò le mani sulle labbra, sporcandosele di schiuma. Rise capendo solo ora che la sua faccia era sporca e prese un fazzoletto per pulirsi. Anche (nome) ridacchiò per conto suo, vedendo il ragazzo leggermente impacciato nei movimenti. Di lui le piaceva anche la sua personalità, ed in qualche modo avrebbe voluto trasferirla nel suo personaggio, così, tale e quale. "Se posso... come ti chiami?" Le chiese, ormai completamente ripulito dalla schiuma, mentre riprendeva tra le mani la tazza colma di caffè. "(Nome) (cognome), tu?" Disse sorridendo. "Oikawa Tooru" le rispose, facendole brillare gli occhi: era il nome perfetto. "Io, um... ecco, so che potrebbe essere una richiesta strana ma... potrei farti diventare il personaggio chiave del mio libro? C-cioè-" balbettò lei, cercando di sembrare un minimo normale, ma venne interrotta. "Ne sarei onorato (nome)-chan!" Le disse, con un sorriso smagliante. "Davvero?!"
"Certo! Sono curioso di sapere cosa scrivi!" La ragazza sorrise compiaciuta e si annotò alcuni tratti del carattere di Tooru. Tooru le piaceva sotto ogni punto di vista e voleva scoprire un sacco di cose su di lui, cercando di capirne a fondo la personalità ed i modi di fare, per renderlo il più reale possibile. Cominciò chiedendogli le cose più comuni; scoprì così un sacco di cose su di lui: ora frequentava l'università, studiando astronomia, al liceo andava alla Seijou ed era il capitano del club di pallavolo (questo spiegava il suo fisico ben scolpito). Era un ragazzo brillante, con un'incredibile fissa per lo spazio, ed una fiducia nell'esistenza alieni non paragonare con nessun altra. Tutti questi aspetti del suo carattere la affascinavano e voleva riuscire a descriverli al meglio nel suo personaggio. Continuò a parlare con lui per ore, trovando interessante ogni suo discorso e, ogni tanto, segnandosi dei particolari, o piccoli gesti che faceva parlando. Ogni minimo particolare che attirasse la sua attenzione. Nominò varie volte il suo grande amico d'infanzia, con cui non aveva ancora perso i contatti, parlò di quanto gli mancassero i suoi compagni di squadra e del fatto che andasse ancora a vedere ogni partita dell'Aoba, lanciando sventura alla Shiratorizawa. "E dimmi, da cosa è nata la tua passione per lo spazio?" Gli chiese, curiosa ed attenta. "Mmh... credo quando guardai per la prima volta in modo attento il cielo. Quello splendido cielo, pieno di stelle e costellazioni, con la luna piena che illuminava le strade. Era d'estate, e mentre giocavo sulla spiaggia la sera mi fermai ad ammirarlo, guardandolo per ore. Passò anche una stella cadente ed all'epoca mi parve di aver assistito ad un miracolo!" (Nome) lo guardava parlare, ammirando la sua passione ed il suo modo incantevole di descrivere il cielo, aveva usato almeno dodici aggettivi diversi per descriverne il colore, infiniti altri poi per luna e stelle. Si vedeva il riflesso della passione nei suoi occhi, che brillava dorata all'interno di essi. Chiacchierarono per buone due ore, fino a quando non si fece tardi e (nome) dovette tornare a casa, tenendo stretta la macchina da scrivere e pensando a tutte le frasi che poteva far dire e tutte le cose che poteva far fare al suo personaggio, ormai bello nitido nella sua mente. A casa si preparò una grande tazza di caffè, poi andò a sedersi sul divano, iniziando a scrivere. Le parole uscivano come fiumi dalla sua mente e le dita battevano senza sosta sui tasti, riempiendo pagine e pagine di parole. Continuò a scrivere di Tooru fino alle tre del mattino quando, finito l'effetto del caffè, non si addormentò sul divano temendo ancora stretta la macchina da scrivere. Per quasi un mese evitò di uscire di casa, se non per lo stretto indispensabile, scrivendo costantemente tutte le idee che le venivano in mente. Quel ragazzo l'aveva ispirata in un modo assurdo, lasciando che tutto ciò che non riusciva ad esprimere venisse impresso sulla carta dall'inchiostro. Ogni tanto andava a fare la spesa, ma anche l'uscire di casa le faceva venire in mente idee su idee, che subito annotava su un taccuino che, per abitudine, si portava sempre dietro. Così, in un tempo relativamente breve scrisse le ultime 642 pagine e concluse il suo libro. Lo riscrisse poi daccapo, correggendo le bozze ed approfondendo alcuni punti e, finalmente, quando ebbe concluso definitivamente il libro si apprestò a mandarlo alla casa editrice, giusto in tempo prima della scadenza. Così, senza quel peso sulle spalle cominciò di nuovo ad uscire, tornando spesso nel bar in cui era avvenuto il fortunato incontro, sperando sempre di trovare Oikawa seduto lì da qualche parte. Si rendeva conto di essere sparita per moltissimo tempo, però sperava comunque che lui fosse lì e che non se la fosse presa troppo. Non appena pubblicarono il libro ne comprò subito una copia per Tooru, andando ormai ogni giorno al bar sperando di incontrarlo. Decise così di chiedere ai due camerieri, quelli che litigavano sempre, se sapessero qualcosa su Tooru.
"Il Grande Re? Di solito passa di qui il venerdì" disse quello dai capelli arancioni. Il moro affianco a lui si limitò ad annuire. (Nome) li ringraziò e se ne tornò a casa, e, affianco alla dedica ad Oikawa stampata, ci aggiunse a penna alcune cose che voleva fargli sapere, più il suo numero di telefono.
Presto arrivò anche il venerdì e, vestendosi leggermente meglio del solito, (nome) tornò al locale, sedendosi sullo stesso divanetto rosso di sempre, scaldandosi le mani vicino al fuoco del caminetto.
La porta del locale si aprì dopo una mezz'ora, lasciando entrare l'alta figura dell'ex palleggiatore. (Nome) incrociò il suo sguardo allegro, invitandolo poi a sedersi affianco a lei.
"Scusa se sono sparita! Ti prego perdonami!" Disse, inchinandosi ed offrendogli la copia del suo libro. "Woah (nome)-chan!! Questo è il tuo libro? Ha una copertina così bella, non vedo l'ora di leggerlo!" Anche per la copertina del libro si era ispirata ad Oikawa, scegliendo un cielo stellato. Tooru cominciò a sfogliarlo, leggendo poi anche la dedica e, quasi commuovendosi abbracciò la ragazza. "(Nome)-chan~! Che parole dolci mi hai dedicato!" Piagnucolò felice. "Conserverò questo libro con la massima cura, e ti chiamerò spessissimo! Voglio uscire con te, (nome)-chan!" Le disse di getto, senza però rimangiarsi nulla; la (c/c) lo guardò stupefatta e leggermente rossa, per poi abracciarlo. "Grazie Tooru!"
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𝐇𝐚𝐢𝐤𝐲𝐮𝐮 𝐱 𝐑𝐞𝐚𝐝𝐞𝐫
FanfictionOne-shots su richiesta su Haikyuu #1 in Haikyuu x reader (23-6-19)