° CAMILLA'S POV °
Sanremo era finito, alla fine tutto era andato per il verso giusto, i metamoro erano tornati in gara ma soprattutto avevano vinto il Festival di Sanremo e io non potevo che essere più fiera di loro.
Era uscito anche il disco di mio padre "Non abbiamo armi" e stava avendo un successo strepitoso e devo dire che ero anche parecchio contenta del fatto che c'era anche una mia piccola partecipazione, nonché la seconda parte di "mi salvi chi può", la mia canzone preferita.
∆ FLASHBACK ∆
Mio padre era nella sala registrazioni a completare il suo ultimo capolavoro, però vedevo che non era tanto tranquillo così decisi di entrare.
<Ehi papà...disturbo?> dissi quasi sussurrando.
Non appena mi sentì, sussultò un attimo per poi sorridermi
<No bimba, tranquilla, entra pure, sono solo un po' in crisi, mi manca un solo pezzo. Ne ho scritto metà però l'altra parte non riesco a buttarla giù e neanche il titolo> mi disse con fare dispiaciuto
<Se posso esserti d'aiuto ho scritto anche io metà canzone ma non riesco ad andare avanti> dissi con un velo di imbarazzo
<Fammela sentire no?! Che aspetti!> mi ordinò dolcemente
Mi sedetti al pianoforte e iniziai a suonare e cantare quella minima parte che avevo scritto. Era un momento particolare quando avevo avuto quell'idea, era appena finita una presunta relazione segreta con un ragazzo più grande di me di 7 anni, si chiamava Vito e non era andata a finire bene.•Parole di rabbia
Un attimo fa
Per non sentire la noia
Che ci divora
E accettare che il senso
Sia solo quello che è
L'affetto muore di stenti
E non si ammazza da sé•Mentre cantavo queste parole usciva tanta rabbia che nemmeno io sapevo da dove prendevo, mi aveva fatto davvero male anche perché nessuno sapeva di questa mia relazione e quindi tutta la rabbia la sfogavo su un foglio di carta.
•Correte gente
si salvi chi può
E quanto all'amore
Mi salvi chi può
Perché da soli fa male pure l'aria
Anche una goccia di buio
Ti avvelena un sole intero di felicità•Nel frattempo lacrime amare scendevano dal mio viso dimenticandomi completamente della presenza di mio padre dietro di me.
•Mi salvi chi può
Perché da soli fa male
Da soli fa male
Perché da soli fa male
Mi salvi chi può (chi può)
Fine•La canzone finì e io rimasi sorpresa da ciò che avevo fatto, non l'avevo mai cantata prima di allora e mi pentii subito dopo di non averlo fatto, mi sentivo più leggera, come se quel magone che ormai era lì da mesi, finalmente era andato via.
Mi girai verso mio padre che era stato in silenzio tutto il tempo e lo trovai con la bocca aperta e con una lacrima che cadeva dai suoi occhi.
<Non è stata una buona idea, scusami, ti ho solo fatto perdere ancora più tempo> dissi alzandomi dal pianoforte per andar via.
In quel preciso istante mio padre mi prese per il polso e mi fece sedere di nuovo.
<Cantala ancora> disse guardandomi dritto negli occhi
<Cosa?> risposi incredula
<Ti prego ricantala, è meravigliosa>
La cantai di nuovo e trovai mio padre esattamente con la stessa espressione della prima volta.
<Per chi l'hai scritta questa canzone?> disse con un tono un po' arrabbiato ma allo stesso tempo meravigliato
<Per nessuno di importante, un giorno te lo dirò, ma ti prego non adesso> chiesi quasi supplicandolo
<Va bene, ma lo dovrò sapere prima o poi, ho capito ogni singola parola e se mai dovessi venire a sapere che questa persona ti ha fatto del male, potrebbe succedere il degenero più totale> mi disse con aria dura e protettiva
Alla fine unimmo le due canzoni e venne fuori un capolavoro, cantata da lui poi era un pezzo perfetto.
∆FINE FLASHBACK ∆Sorrisi a quei ricordi che sembrano così lontani ma che in realtà erano così vicini.
Quel giorno sarebbe tornato a Bari e io non ero nella pelle, volevo andare a prenderlo dall'aeroporto ma la scuola mi chiamava così svogliatamente quella mattina mi alzai e andai a prepararmi.
Feci prima una doccia velocissima e poi optai per dei pantaloni neri leggermente strappati sul ginocchio, una camicia rossa a quadri e delle semplicissime vans, una sottilissima linea di eyeliner nero e del mascara sulle ciglia.
Scesi a fare colazione e come sempre bevvi il mio cappuccino accompagnato dai miei buonissimi biscotti al pistacchio, si ne vado ghiotta.
Una volta finito di mangiare misi la tazza nel lavandino, presi lo zaino, diedi un bacio a mio zio e alla piccola Miria e andai alla fermata del pullman.
Notai con dispiacere che quella mattina Sofia non c'era, così decisi di mandargli un messaggio che però non ricevette risposta.
Avevo molto legato con lei in questi giorni, non so perché ma mi ispirava fiducia e in questo periodo ne avevo bisogno tanta da parte delle persone.
Non era una bella giornata, come in fondo qualsiasi giornata scolastica, ma il pensiero che quando sarei tornata a casa l'avrei rivisto mi faceva sorridere.
~
La mattinata passò molto lentamente, senza Sofia accanto era tutto molto più noioso, specialmente le ore di fisica e latino.
Finalmente suonò la campanella dell'ultima ora e io come un fulmine mi recai fuori dal quel carcere minorile per raggiungere la fermata dell'autobus...non vedevo l'ora di tornare a casa.
Nel tragitto, Sofia rispose al mio messaggio dicendomi che aveva qualche linea di febbre e che si era appena svegliata, io le augurai un pronta guarigione e poi le consigliai di riposare un po'.
Dopo mezz'ora arrivai e in un batti baleno aprì la porta di casa e mi fiondai tra le braccia di mio padre, mi era mancato tantissimo.
Avevamo un rapporto splendido, eravamo un po' come due fratelli, anche perché era parecchio giovane per essere già padre.
<Mi sei mancata da morire> disse abbracciandomi e stritolandomi per bene
<Anche tu, sei stato bravissimo> risposi stringendomi ancora di più a lui
Mi diede un bacio sulla guancia e poi mi lasciò andare, notai con piacere che non era solo, infatti la sua band era con lui.
Salutai con un abbraccio tutti quanti specialmente Dino e Marco che erano un po' dei zii acquisiti.
Salutai anche Robi ed Emiliano e poi arrivò anche il turno di Andrea.
Non vi nascondo che fino a poco tempo fa avevo una cotta per lui, ma adesso è passata...credo, in ogni caso è davvero troppo grande e poi mio padre se lo venisse a sapere non sarebbe più responsabile delle sue azioni.
~
Mangiammo tutti insieme ed Ermal raccontò a tutti come erano andati quei giorni a Sanremo, dall'amicizia con Fabrizio che si era stretta ancora di più, dall'accusa di plagio e anche della meritatissima vittoria.
Rimanemmo a parlare fino alle 16, il tempo era volato, così decisi di salire per iniziare a fare dei compiti.
Nel mentre chiamai Sofia per chiedergli come stesse
<Sofiii, come staiii? Mi sei mancata tantissimo oggi, sai quella di filosofia oggi ha interrogato metà classe, per fortuna che non è arrivata al mio cognome> dissi tutto d'un fiato
<Ma ciao anche a te, sto meglio comunque non ho neanche più una linea di febbre, purtroppo domani devo tornare a scuola> rispose con un filo di tristezza nella voce
<Sembro una cattiva persona se ti dico che sono contenta che tu domani venga? Oggi mi sono annoiata tantissimo> dissi ridendo
<Mhhh....un po' si e comunque io manco a chiunque>disse ironicamente
Passammo una bella oretta a parlare e mi disse anche un po' di cose su di lei e sulla fissa che ha su mio padre
<Sai non te l'ho mai detto, ma oltre tuo padre, un ragazzo di cui sono follemente innamorata della band è Pace> disse imbarazzata
<Ah si?? E se ti dicessi che tutta la band è a casa mia? Pace compreso> dissi e fui sollevata quando mi disse che il ragazzo che le interessava non era Andrea, non so perché ma per un momento ho avuto paura che dicesse il suo nome.
Che cosa mi stava prendendo? Seriamente? Io? Gelosa di Andrea? Un ragazzo che a malapena conoscevo?L'ho sempre detto che devo farmi vedere da uno psicologo bravo!
<Sei seria? Davvero? Non ci credo?...Cami?ehi? Sei ancora in linea?> disse Sofia distogliendomi dai miei pensieri.
<Ehm...si scusami sono ancora qui, ero un attimo persa nei miei pensieri> dissi imbarazzata.
<Avevo notato> disse ridendo.
<Comunque se ti fa piacere saperlo, ho saputo che rimarranno qui per qualche giorno e faranno una vacanza pre-tour, quindi quando vuoi sei la benvenuta> la informai compiaciuta
Passammo un'altra ora a parlare fin quando non decisi di chiudere per finire i compiti e per godermi un po' mio padre e i ragazzi che erano giù in salotto che guardavano la partita.
STAI LEGGENDO
L'AMORE CHE CI RESTA
FanfictionAvete mai pensato a quanto complicata può essere la vita di due ragazze? Oppure, avete mai pensato ad Ermal da un altro punto di vista? In un ruolo non suo. Questa è la semplice storia di due ragazze, formata da amori travolgenti, litigi strazianti...