CAPITOLO 9

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°CAMILLA POV'S°

Era Andrea, il mio cuore aveva accelerato i battiti, stavo sudando. Ma perché?
<Ehi Andre, non mi aspettavo di trovarti sinceramente> dissi salutandolo con un abbraccio e un bacio sulla guancia
<Eh, ti ripeto tuo padre non poteva, Miria non lasciava andare né Ermal né Rinald, quindi penso proprio che verranno anche la bimba e Sabina> mi spiegò mentre andavamo verso la macchina.
Sorrisi immaginando la scena.
<Perché ridi?> chiese curioso
<Immaginavo la scena> dissi continuando a sorridere.
<Sai, non ti vedevo da un po' però devo dire che sei cresciuta tanto e che sei davvero bella quando sorridi> mi disse aprendo lo sportello della macchina da vero gentiluomo.
Sentivo le guance andare a fuoco, l'aveva detto davvero? Ma poi perché ci davo così importanza?
<Gr-grazie> dissi imbarazzata e sorpresa dal suo gesto.
Entrammo in macchina e la situazione era davvero imbarazzante finché per fortuna Andrea decise di rompere il ghiaccio.
<Allora...che mi dici? Il fidanzatino ce l'hai?> disse incuriosito ma allo stesso tempo divertito.
<Sembri la mia bis nonna quando ci vediamo a natale> dissi ridendo
<Comunque no, nessun fidanzato per adesso, sono abbastanza scossa dall'ultima volta, ma ti prego non dirlo a mio padre, lui non lo sa che ho avuto una relazione, come il resto della famiglia eccetto zia Sabina> dissi sinceramente.
Non so perché gli avevo detto di Vito e speravo che non facesse domande del tipo "perché sei rimasta scossa?" o "perché vi siete lasciati?" o robe del genere, probabilmente se così fosse stato sarei scoppiata a piangere da un momento all'altro e non avevo intenzione di farlo. Per fortuna non mi fece nessun tipo di domanda, forse aveva notato il distacco con cui l'avevo detto.
<Ah capisco, scusami non volevo tirare in ballo questo argomento> disse dispiaciuto
<Tranquilla non dirò niente a nessuno> continuò.
<Non ti preoccupare,non potevi saperlo e grazie> dissi io sorridendogli
Nel tragitto ascoltammo la musica e parlammo di Lisbona e di ciò avremmo dovuto fare.
~
Pranzammo nel mio ristorante preferito situato sul lungomare di Bari.
Io continuavo a pensare a ciò che mi aveva detto Andrea e la cosa mi faceva sorridere tantissimo.
Continuai a stare nel mio mondo dei sogni fino a quando vidi la piccola manina di Miria davanti alla faccia
<Milla, tutto bene? Ci seiii?> disse la piccola facendomi tornare alla realtà.
In quel momento avevo tutti gli occhi puntati
<Si può sapere a cosa pensavi?> disse mio padre
<Ehm..no niente, pensavo alla scuola> dissi mentendo
<Si certo...> disse zio Rinald
Dovevo parlarne con qualcuno, sicuramente ne avrei parlato con zia Sabina, ma avevo bisogno di una persona che avesse la mia età, con cui non avrei dovuto passare ogni minimo particolare...Sofia.
~
Il pranzo finì, i ragazzi tornarono in albergo, zia Sabina e Miria andarono in macchina con zio Rinald e rimanemmo in macchina io e mio padre.
<Come mai eri sovrappensiero oggi?> chiese guardando la strada
<La bugia della scuola non se l'è bevuta nessuno lo sai vero? Quindi o mi dici che hai o mi dici che hai, non hai molta scelta. Sono qui da tra giorni e non c'è giorno in cui non ti veda almeno una volta con la testa sulle nuvole> continuò seriamente
<Niente papà, è un periodo un po' così, ti ricordo che sono sempre un'adolescente e tra la scuola e altri fatti non sto proprio tranquilla> dissi freddamente
<Me lo ricordo benissimo, ma io voglio sapere perché non sei tranquilla, se non lo sei tu come faccio ad esserlo io. Perché non mi parli di ciò che ti turba? Chi meglio di me potrebbe aiutarti? Parlando seriamente, ne ho viste di tutti i colori e penso di poterti dare una mano!> disse guardandomi negli occhi in modo serio.
<Perché non posso, papà non posso, sono cose di cui non mi va di parlare> risposi abbassando lo sguardo.
Ermal sbatté le mani contro il volante con una tale forza che mi fece spaventare, non l'aveva mai fatto. Le sue nocche diventarono bianche tanto stringeva il manubrio.
<Ti prego non mi odiare ma prima o poi ti dirò tutto, lo prometto, lasciami solo un altro po' di tempo> chiesi con un filo di voce
Si rese conto che aveva esagerato
<Scusami, non volevo farti spaventare, voglio solo che tu stia bene e sapere se qualcuno ti ha fatto del male, anche moralmente. Sei la mia unica vita Cami e se dovessi venire a sapere cose del genere mi sentirei una merda per non averti protetto abbastanza e non me lo perdonerei mai> disse quasi sul punto di piangere, ma non lo fece, non l'avrebbe mai fatto davanti a me.
<Papà so cosa stai pensando e ti prego non farlo, sai che non mi piace. TU NON SEI LUI! Sei un padre meraviglioso e non riuscirò mai a ringraziarti abbastanza per tutto ciò che fai> dissi guardandolo negli occhi accennando un mezzo sorriso.
Mi diede un bacio sulla fronte e poi arrivammo a casa.
~
Dovevo parlarne con Sofia, ne avevo bisogno, senza farlo apposta mi squillò il telefono ed era lei.
Sarebbe venuta a casa mia quella sera, dopo la sua lezione di danza, non potevo più aspettare, stavo scoppiando.
Per non pensarci decisi di andare nel piccolo studio di registrazione dentro casa. Era il mio piccolo rifugio, c'erano un microfono e un pianoforte e una chitarra, cosa volevo di più?
Iniziai a suonare "Sally" di Vasco Rossi, era la nostra canzone, mia e di mio padre.
Mentre suonavo, tutti i ricordi con lui mi ritornarono alla mente. Mi ricordai di quando mi fece ascoltare quella canzone per la prima volta, quando mi disse "questa sarà la nostra canzone per sempre, piccola mia".
Mi ricordai di quando non facevo altro che ascoltare Vasco e di come cantavamo a squarciagola le sue canzoni.
Mi ricordai il mio primo concerto:Stadio San Nicola, Bari, 24/05/2008, io 7 anni papà 27 anni,Il mondo che vorrei tour, il giorno più bello della mia vita.
Finita la canzone mia asciugai qualche piccola lacrima e tornai in stanza per prepararmi, avrei rivisto Andrea dopo nemmeno un'ora.
Mi feci una doccia calda, mi vestii con un pantalone nero a vita alta,un crop top bianco e le mie solite converse nere. Mi misi un filo di trucco ed ero pronta.
~
I ragazzi erano ormai arrivati, eravamo tutti seduti sul divano e sentivo gli occhi di Andrea addosso, inutile dirvi che ero letteralmente rosso peperone ovunque.
A distrarmi fu il campanello, Sofia finalmente era arrivata.
Le feci conoscere tutti e devo dire che la vidi molto a disagio soprattutto con Pace, quella ragazza non me la raccontava giusta, dovevo scoprire qualcosa, ma prima dovevo parlarle.
~
Finimmo di mangiare e andammo in camera io e Sofia.
<Allora, avevo bisogno di parlarti, perché è un peso che sta per scoppiare e ho paura che scoppi con la persona sbagliata> dissi
<Dimmi tutto> rispose lei.
<Credo di essermi innamorata di Andrea, non ne sono tanto sicura, però oggi da scuola è venuto a prendermi lui e non ti nascondo che nonostante l'imbarazzo la cosa non mi sia dispiaciuta per niente. Mi ha detto che sono cresciuta tantissimo e che sono bellissima, non so perché ma qualcosa è successo dentro di me, detto da un'altra persona mi avrebbe fatto piacere,certo a chi non farebbe, però sicuramente non ci avrei fatto tutto questo caso. Invece ci sto pensando da stamattina, tra l'altro a pranzo mi sono anche incantata e mi sono beccata anche la sgridata da parte di mio padre perché si sta accorgendo che qualcosa non mi fa stare tranquilla e ha paura che io gli possa nascondere qualcosa> dissi senza fermarmi un minuto
<Bhe Cami, bel casino, ti ricordo che ha 31 anni, anche se io non sono la persona giusta per farti la predica perché mi piace Roberto che ne ha 33. Però io ti consiglieri di aspettare e vedere come si comporta lui> mi suggerì
<Ahhh lo sapevo che c'era qualcosa, Pace lo approvo assolutamente> dissi ridendo.
Passammo la serata così, tra consigli e risate, non potevano che farmi del bene.

L'AMORE CHE CI RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora