CAPITOLO 11

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°CAMILLA'S POV°

I mesi erano passati e la partenza per Lisbona era sempre più vicina, io non ero nella pelle, non vedevo l'ora di andarci, mancavano precisamente 24 ore alla partenza.
Dopo quella settimana di febbraio non vidi più i ragazzi eccetto Andrea per fare qualche prova generale prima dell'Eurovision, il mio sentimento per lui non era cambiato affatto, anzi era aumentato, in quei mesi avevo messo le idee in chiaro e avevo capito che mi ero letteralmente innamorata di lui, era un amore impossibile a causa dell'età e di mio padre ma avrei fatto di tutto per far si che si avverasse. Anche mio padre l'avevo visto pochissimo in quei mesi, era parecchio impegnato con la trasmissione "Amici", ci sentivamo però ogni giorno per telefono come sempre,dopo l'ESC sarebbe iniziato il tour e la data che era prevista per il 28 aprile al forum di Assago era stata posticipata per problemi logistici al 24 maggio e non vedevo l'ora di vedere quello spettacolo.
In quei mesi anche il mio rapporto con Sofia si era stretto ancora di più, avevamo iniziato ad uscire con un gruppo di ragazzi e ragazze di un anno più grandi e diciamo che da quel momento in poi il sabato scappava qualche cicchetto e qualche sigaretta, ma per fortuna niente di troppo forte, anche perché Sofia era contro tutte queste cose e quindi cercava di non farmi esagerare. Nessuno della mia famiglia era al corrente e quando sentivo di essere più brilla del solito andavo a dormire a casa sua, per evitare qualche sgridata e punizione.
~
Io e Sofia eravamo in treno, pronte per andare a Milano dove ci aspettavano mio padre,Bizio e Andrea, avremmo preso l'aereo che ci avrebbe portato a Lisbona in 2 ore e 55 minuti.
Durante le 9 ore di treno io e Sofia non avevamo fatto altro che parlare di ciò che avremmo fatto una volta lì, di quanto ero emozionata ad esibirmi per la prima volta su un palco così importante, di Andrea, del suo sentimento verso Roberto che diventava sempre più forte e di ciò che sarebbe stato il nostro futuro.
Le ore passarono molto velocemente e tra una risata e l'altra arrivammo a Milano con 30 minuti di anticipo.
In stazione trovammo mio padre con Andrea che ci erano venuti a prendere
<Ciao amore,da quanto tempo> disse mio padre <mi sei mancata un sacco in questi mesi> continuò abbracciandomi
<Ciao papà, anche tu mi sei mancato tantissimo> dissi ricambiando l'abbraccio
Ci staccammo e salutai Andrea
<Ciao bellissima> disse avvicinandomi a se ritrovandoci più vicini del dovuto
<C-Ciao anche a te Andre> dissi sentendo le guance andare a fuoco.
Lui se ne accorse e quasi soddisfatto mi fece un occhiolino per poi staccarsi da me.
Per fortuna mio padre non si accorse di nulla, era troppo impegnato a parlare con Sofia che invece aveva visto tutto e che mi guardava sorridendo.
Andammo direttamente all'aeroporto perché il volo sarebbe partito dopo nemmeno 2 ore, lì trovammo Pastorino, Bizio e tutta la casa discografica di mio padre o più o meno tutta.
Facemmo il check-in e l'ansia saliva sempre di più, non amavo l'aereo, per niente,forse oltre il temporale è una delle mie paure più grandi.
<Stai tranquilla Cami> disse mio padre rassicurandomi sapendo che avevo paura di quell'affare con le ali.
Io annuì poco convinta non riuscendo a spiccicare parola per la troppa ansia.
Ad un certo punto sentì una mano che mi accarezzava la schiena, mi girai ed era Andrea che mi guardava sorridendo.
<Stai tranquilla, ci sono io con te> sussurrò al mio orecchio.
Se il mio cuore batteva all'impazzata per l'ansia adesso stava letteralmente per scoppiare, perché si stava comportando in quel modo? Non l'aveva mai fatto prima.
Mentre mi facevo tutte queste domande mi ritrovai seduto al mio posto in aereo e le mani iniziarono a sudare. Ero seduta al centro e dalla parte del finestrino c'era Sofia e dall'altra parte c'era mio padre, Andrea invece si trovava una fila dietro alla mia.
L'aereo iniziò a muoversi finché non arrivò il momento del decollo, avevo stretto le mani con ognuno dei due, però senza accorgermene per non pensare a quel "dolore" mentale mi facevo male fisicamente, ovvero iniziai a graffiarmi le gambe con le unghie. Sia mio padre che Sofia cercavano di fermarmi, ma era più forte di me, mi veniva spontaneo
<Camilla finiscila, ti stanno uscendo tutte le bolle> disse mio padre tenendomi strette le mani<Stringi di più la presa, non farti male>continuò in modo duro
<Che succede?> disse Andrea da dietro.
Appena sentii quella voce mi calmai di soprassalto, l'ansia era diminuita, mi ero di colpo calmata.
<Ti sei calmata?> disse Sofia con aria preoccupata
<Si,scusatemi, non mi sono resa conto di quello che stavo facendo> dissi abbassando lo sguardo e mettendo le cuffiette nelle orecchie.
Mio padre mi diede un bacio sulla guancia e io appoggiai il mio viso sulla sua spalla, mentre mi accarezzava i capelli con la sua mano. In quel momento partí "summer paradise" dei Simple Plan, la mia canzone preferita in assoluto, mi ricordai di una delle estati più belle della mia vita, io e la mia famiglia nella nostra casa al mare a Lecce.
~
Finalmente arrivammo a Lisbona e per fortuna durante il viaggio non c'erano state turbolenze ,quindi proseguì molto tranquillamente.
Dall'aeroporto all'hotel ci facemmo tantissime risate insieme a Fabrizio, era una persona splendida.
<Sei bellissima quando sorridi, te l'hanno mai detto?> sussurrò Andrea al mio orecchio
<Mhhh...si un ragazzo qualche mese fa> dissi ricordando di ciò che mi disse quando mi venne a prendere da scuola. All'inizio non capì, poi però si ricordò anche lui e sorridendo aggiunse
<Bhe, aveva proprio ragione questo ragazzo...intelligente> disse facendomi l'occhiolino sorridendo.
Io mi limitai a sorridere e abbassai la testa per non far vedere le mie gote rosse.
Cosa mi stava facendo quel ragazzo? Io che mi imbarazzavo per un complimento? Ma seriamente? E poi era un amore troppo impossibile...però cazzo, quanto era bello.

L'AMORE CHE CI RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora