°SOFIA'S POV°
Non potevo farcela, Ermal era inginocchiato di fronte a me e spostandomi i capelli dalla fronte continuava a scusarsi, oramai non potevo più vederlo vicino a me, le sue mani sui miei capelli non facevano che far apparire le immagini di quella lunga nottata; Andrea e Camilla ad un tratto arrivarono e iniziarono anche loro ad urlare il mio nome, Roberto continuava ad apparire nella mia mente quasi come per rimproverarmi facendomi sentire in colpa per quello che avevo fatto e poi la danza... come avrei fatto a ballare in quelle condizioni.
Più per il dolore infatti piangevo per tutto questo, la mia testa stava per esplodere anche perché Camilla continuava a mettere il dito nella piaga chiedendomi come fossi caduta...
<Cami, stai tranquilla sono scivolata, tuo padre non centra nulla...> continuavo a ripeterle mentendo.
<Ma meno di un quarto d'ora fa stavate belli allegri a scherzare!> disse Andrea non sapendo che Ermal aveva ancora gli ultimi effetti dell'alcool.
<Ehmm... sì infatti, ma come è potuto succedere?> disse Ermal toccandosi le labbra ancora umide per il bacio che mi aveva rubato, ma che fortunatamente non ricordava.
Io invece avevo memorizzato ogni suo singolo gesto che non avrei mai potuto dimenticare, ma Camilla insisteva dicendo:
<Sofia, stavate solo voi 2 in camera, possibile che non vi ricordate come sia potuto succedere tutto questo!? Ma che avete oggi? Sopratutto tu che hai? Sei strana, non mi guardi negli occhi quando ti parlo... Ti puoi fidare di me come io mi fido di te, dimmi tutto!>
Mi aveva ucciso con quelle parole, * mi fido di te *, ed io l'avevo delusa, come avevo potuto baciare suo padre, sì beh ecco l'ho sempre trovato molto affascinante nonostante la nostra differenza d'età, ma lei è sua figlia, la mia migliore amica...
Tutte quelle domande mi facevano sudare freddo, fin quando Ermal e Andrea non mi aiutarono ad alzarmi da terra per portarmi al taxi che ci portò poi in ospedale.
~~
Arrivammo al pronto soccorso, avevo l'ansia a mille, Camilla mi teneva la mano ed io da sopra il lettino cercavo di staccarmi il più possibile da lei, non ce la facevo a starle accanto... le avevo rovinato il viaggio, avevo baciato suo padre, mi ero rotta una caviglia e mi sentivo una vera schifezza.
<Sofi, stai tranquilla è un semplice controllo... dopo parliamo.> mi disse seria.
No, non volevo parlarle, non potevo dirglielo o meglio non ero pronta alle sue milioni di domande.Finì il controllo ed ero più in ansia di prima, sapevo che Milla ed Ermal erano fuori ad aspettarmi...così presi il telefono per distrarmi un attimo, ma dalla finestra vedevo gridare Camilla contro suo padre... lo aveva scoperto? Non l'avevo mai vista rivolgersi così a suo padre, un attimo dopo però vidi Ermal che si toccava i ricci confuso, era l'atteggiamento che aveva quando non sapeva cosa fare, lo conoscevo ormai, fin troppo forse, ma mi rassicurò vedendolo ancora confuso.
~Toc toc~
Era Camilla, aveva appena bussato alla mia porta dicendo:
<Sof, posso entrare?>
<Ehm... sì siediti qui...> dissi agitata.
<Come va?> disse vedendomi in quelle condizioni.
<Mi fa male, ma stai tranquilla passerà...e comunque scusami...> dissi con le lacrime agli occhi.
<Ma di che Sofi, doveva succedere, a proposito tu a me non menti sai, dimmi come hai fatto a cadere e se mio padre centra in tutto questo!> disse lei con tono arrabbiato.
<Ehmm.. allora...> iniziai così a raccontarle tutto dopo un lungo respiro. Le lacrime scendevano da sole sul mio viso, non riuscivo a trattenerle.
Finì poi di raccontare il tutto e i singhiozzi si erano aggiunti alle lacrime...
<MI FAI SCHIFO SOFIA! COME HAI POTUTO!> mi disse anche lei piangendo e sbattendo la porta una volta uscita.
Il mio cuore era come se si fosse bloccato, non potevo vederla così e se solo non avessi avuto quel gesso l'avrei inseguita per tutto l'ospedale.Mi sentivo morire, il cuscino ormai era bagnato per tutte le lacrime che avevo versato... fin quando non entrò qualcuno in camera:
<Sofia..> disse quasi sussurrando.
Era Ermal, ma perché? Io non volevo vederlo lì adesso.
<Ehi, ma stai piangendo...!> mi disse non appena mi vide.
<Ermal, ti prego voglio stare sola!> riuscì solamente a dire.
Ma lui testardo com'è si sedette al mio fianco...
<Mia figlia è appena uscita da qui piangendo ed è scappata con Andrea non so dove. È appena arrivato Fabrizio ed io non sto capendo più niente! Ti prego aiutami a ricordare quello che è successo...> Mi disse guardando fissi i miei occhi.
<No Ermal, non di nuovo, non ce la faccio! Ti dico solo che se adesso è successo tutto questo è solo colpa tua!> risposi piangendo ancora....
<Colpa mia? Io non ricordo nulla, ti ho fatto cadere proprio io?> mi disse toccandomi la mano.
<Ermal, ti prego, non ne voglio parlare... Io sto male quando ti vedo, quando i nostri sguardi si incrociano, quando mi tocchi la mano come ora, mi stai facendo letteralmente impazzire, mi hai messo in un gran casino!> dissi alzando un po' di più la voce e levando la sua mano dalla mia.
<Casino? Ma di che cosa parli? Cosa ho fatto di male per farti stare così!> mi disse quasi sul punto di piangere... odiava fare del male alle persone, sapeva bene cosa significasse....
Ma intanto quel "cosa ho fatto di male" mi faceva girare lo stomaco così ancora piangendo gli dissi...
<Perché amare quasi sempre è voce del verbo morire...> E mi girai di spalle a lui dolorante.
Ermal continuava a non capire e così se ne andò anche lui furibondo... probabilmente anche lui stava per esplodere con tutti quei pensieri per la testa, ma non riuscivo a raccontargli tutto come avevo fatto con Camilla, non ne avevo il coraggio.
~~
La notte la passammo io ed Ermal lì in ospedale, lui aveva dormito tutta la notte sulla poltrona accanto al mio letto e mi guardava dormire, lo faceva con fare paterno, non come l'altra notte, insomma ho 17 anni, io potrei essere sua figlia...
E proprio sua figlia mi mancava tantissimo, Milla non si fece più sentire da quel pomeriggio. Continuavo a piangere come una scema, ma lei aveva ragione, ne avevo approfittato e sono stata una cretina a lasciarmi andare...
Finalmente poi arrivarono le 7.00 e il dottore ci disse che potevamo partire senza problemi, solo che io avevo bisogno delle stampelle, così Ermal chiamò Fabrizio e tutti e tre andammo all'aeroporto.
Facevo molta fatica a camminare, così ogni tanto chiedevo l'aiuto di Bizio, non chiedevo più niente ad Ermal e lui era ancora più confuso.
Salimmo a fatica sull'aereo e io mi sedetti fra Ermal e Bizio che mi aveva costretto a farlo sedere dal lato del finestrino...
Fabri si addormentò e così Ermal mi chiese:
<Adesso che Fab è nel mondo dei sogni voglio dirti una cosa...>
Cavolo aveva ricordato pensai...
<Mi ricordo ch...> fu subito interrotto da me:
<Ti prego perdonami!>
<Ehmm...aspetta io ti stavo dicendo che mi ricordo quando sei scesa per festeggiare con noi la notte della finale e che poi sei andata via perché non ti sentivi... giusto?> mi disse toccandosi il collo imbarazzato.
<Si....> dissi guardando fisso i miei piedi.
<Poi mi ricordo vagamente che erano le 3.00 di notte ed ero ubriaco, ma andai subito nella mia stanza con Camilla... giusto?> mi richiese.
Attesi un attimo e poi gli dissi:
<Ehm, si è andata così....> gli risposi omettendo i suoi baci.
<E allora poi la mattina dopo che ci facevo in camera tua?> mi chiese agitato.
<Si, beh ecco, io ti avevo chiesto di aiutarmi con il rubinetto del bagno che si era bloccato e poi una volta arrivato ti sei scontrato con me facendomi cadere...> inventai sul momento sudando freddo.
<Ah si? E allora perché avevi così tanta paura di raccontarmelo?> chiese lui dopo essersi scusato altre mille volte.
<P-perché ...> Non mi fece finire di parlare quando mi disse:
<E poi perché in ospedale mi hai risposto con quella frase di "Voce del verbo"?>.
Aiuto, non sapevo come uscirne fuori da questo casino, per fortuna però si svegliò Fabrizio che sbadigliando ci fece ridere entrambi e facendo dimenticare ad Ermal quello che mi aveva chiesto...
~~
Arrivammo a Bari dopo altre 9 ore di treno passate accanto ad Ermal che ogni 5 minuti mi chiedeva se stessi meglio...
<Ma la vuoi finire? Mi stai facendo venire mal di testa!> gli dissi toccando i suoi ricci. Era più forte di me non mettere una mano sui suoi capelli per poi scompigliarli, una vera e propria dipendenza.
Una volta arrivati nella sua casa, Ermal iniziò a chiamare chiunque pur di sapere dove era sua figlia, intanto io venivo coccolata da Sabina e la signora Mira sempre disponibile...
La situazione però non era per niente delle migliori. La mia testa continuava ad esplodere.
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L'AMORE CHE CI RESTA
FanfictionAvete mai pensato a quanto complicata può essere la vita di due ragazze? Oppure, avete mai pensato ad Ermal da un altro punto di vista? In un ruolo non suo. Questa è la semplice storia di due ragazze, formata da amori travolgenti, litigi strazianti...