°CAMILLA'S POV°
Erano passati 2 giorni ed io e Andrea eravamo ancora a Lecce,mi ero calmata, non piangevo più, cercavo di capire il perché Sofia non avesse respinto mio padre, ma anzi avesse approfondito il bacio.
Andrea in questi giorni mi aveva fatto ragionare parecchio, era davvero un santo, sicuramente stare dietro ad una ragazzina come me non doveva essere facile, eppure lui lo faceva egregiamente. Mi aveva fatto ragionare dicendomi che mio padre avrebbe potuto avere la stessa reazione se fosse venuto a conoscenza della nostra di relazione, ed effettivamente aveva più che ragione, il suo migliore amico nonché chitarrista e corista della sua band di 31 anni con sua figlia di soli 17 anni.
<Io ti consiglierei di andarci a parlare, anche solo per vedere come si giustifica, no?> disse Andrea mentre beveva un bicchiere d'acqua
<So che ho delle reazioni esagerate, ma a me questo ha fatto molto male. Forse hai ragione dovrei dare la possibilità ad entrambi di dare spiegazioni. Ho deciso oggi pomeriggio ci andiamo, è inutile continuare a rimanere qui> dissi convinta.
Il mio telefono e quello di Andrea si erano bloccati per le troppe telefonate e messaggi ricevuti da chiunque alla quale però non c'era stata risposta...
°ERMAL'S POV°
Erano passati 2 giorni, 2 fottutissimi giorni da quando ero tornato a Bari con Sofia e di Camilla neanche la benché minima traccia, ero spaventato, avevo paura le fosse successo qualcosa, poi pensavo che con lei c'era Andrea e quindi mi calmavo un po', ma non più di tanto.
Non avevo chiuso occhio, chiamavo insistentemente i loro numeri, ma neanche una volta avevo ricevuto una risposta. Non capivo il perché di questa sua reazione, a parer mio, fin troppo esagerata, ma poi cosa avevo fatto di così grave? Si era arrabbiata perché avevo bevuto un po' più del solito? Era davvero strano, forse Sofia mi stava mentendo e non mi stava dicendo tutta la verità.
Volevo solo sapere dove fosse o comunque se stesse bene, non l'avrei fatta fuggire per niente al mondo, l'avrei ritrovata.
°CAMILLA'S POV°
Eravamo in macchina, non ero spaventata, ero solo curiosa di sapere come si sarebbe giustificato.
Andrea mi accarezzava la gamba con una mano, mentre con l'altra teneva il volante, mi dava tanta sicurezza quel ragazzo, ne ero completamente innamorata e il fatto di dover tenere segreto questa relazione mi faceva tanto male, non ero abituata a dire bugia, non lo ero mai stata.
Arrivammo nella strada principale di casa mia e prima di scendere dalla macchina, Andrea mi guardò con quei suoi grandi occhioni marroni e mi diede un bacio casto sulle labbra, che subito mi fece rilassare.
<Mi raccomando, andrà tutto bene, ricordati che è sempre tuo padre e che sei la persona più importante della sua vita> mi disse rassicurandomi e dandomi un altro bacio
<Grazie per avermi sopportato e supportato in questi giorni, sei una delle persone migliori che io conosca e ti amo tanto> dissi rendendomi conto che prima di allora non glielo avevo mai detto.
Anche lui se ne accorse e infatti si creò immediatamente un bellissimo sorriso sulle due labbra
<Edhe unë të dua> disse un po' incerto sulla pronuncia
<Da quando sai l'albanese?> dissi ridendo
<Mhhh, è l'unica cosa che ho imparato in albanese lavorando due anni con tuo padre> disse anche lui ridendo
<Adesso andiamo...pronta?> continuò
Io mi limitai ad annuire poco convinta.
Arrivammo nel vialetto e con poco coraggio bussai alla porta. Ad aprirmi fu zio Rinald, che al vedermi gli si illuminarono gli occhi e subito mi stritolò.
<Dov'è?> chiesi subito, senza specificare il nome
<È in studio, lo vado a chiamare> mi rispose zio Rinald salendo le scale.
Nel frattempo la piccolina mi saltò letteralmente addosso e salutai anche la nonna e zia Sabina, a quanto pare erano tutti preoccupati per me, anche se avevo detto a tutti che sarei stata bene.
Mentre parlavamo vidi due figure scendere dalle scale, quasi mi spaventai alle condizioni di mio padre, aveva delle occhiaie più marcate del solito e una faccia per niente riposata.
<Camilla...> disse quasi piangendo
<Ciao...> dissi cercando di essere il meno fredda possibile
<Mi spieghi dove sei stata?Perché sei scappata dall'ospedale? Perché sei andata via da casa? Cosa è successo?> disse con tono arrabbiato
<E me lo chiedi pure? Davvero? Hai la faccia tosta per chiedermelo?Non mi dire che non ti ricordi niente> gli dissi con fare scontroso
Mio padre mi guardava confuso, perché fingeva di non sapere?
<Ma ti rendi conto che hai fatto tutto sto casino, solo perché ho bevuto un po' troppo. Non è successo niente in fondo, è vero ero un po' brillo, ma poi sono tornato in stanza sano e salvo> mi disse serio
Scoppiai a ridergli in faccia, non potevo credere che avesse detto una cosa del genere.
<Perché ridi?> continuò
Io guardai Andrea, che mi guardò quasi dicendomi di rinfrescargli la memoria
<Si da al caso, che dopo la festa dove sei tornato tutto ubriaco e non un po' brillo, tu sia andato in camera di Sofia e che l'abbia baciata anche con fare passionale e che lei non ti abbia respinto, anzi. A suo dire, tu avresti voluto andare oltre, ma per fortuna lei ha avuto la decenza di fermarti e farti addormentare sul suo letto. Adesso oltre il fatto che abbia fatto questa cosa con la mia presunta migliore amica che ha 21 anni in meno di te, mi fa incazzare il fatto che hai negato tutto, come anche lei all'inizio. Perché sarei dovuta scappare dall'ospedale secondo te? > spiegai e raccontandolo di nuovo, la rabbia prese il sopravvento su di me
Ermal mi guardava sconcertato, quasi incredulo alle mie parole
<Ma che cosa stai dicendo?> disse
<Ti prego, non negare!> lo pregai
<Camilla, ti giuro che io non mi ricordo niente, questo non è ciò che mi hanno raccontato. Ti ripeto quello che mi hanno detto è che ero un po' brillo, ma che poi sono tornato nella nostra stanza> disse guardandomi sperando che gli credessi
<E questa cazzata chi te l'avrebbe detta?> chiesi
<Io> disse una voce situata all'inizio delle scale
Era Sofia, che con il gesso e le stampelle cercava di rimanere in equilibrio.
Andrea l'aiutò a scendere e poi si avvicinò a noi.
<Perché mi avresti mentito?> chiese mio padre arrabbiato
<Non volevo creare troppi casini,anche se mi rendo conto di averne creati il doppio. Vi chiedo scusa, davvero. In primis a te Camilla, per aver fatto ciò che ho fatto, per averti fatta scappare e averti fatto litigare inutilmente con tuo padre.
Anche a te Ermal, per aver approfittato della tua sbronza, per averla fatta allontanare, per averti mentito e per averti fatto stare male in questi giorni> disse tenendo lo sguardo basso, ma riuscivo a percepire le lacrime che uscivano lente.
<Non fa niente, ciò che è fatto è fatto, la prossima volta gradirei sapere la verità, per favore> disse mio padre sollevandole il viso e asciugandole qualche lacrima
Lei sorrise e abbracciò mio padre, poi mi guardò.
Io le sorrisi e senza dire niente l'abbracciai, è vero ero stata di merda in quei giorni, però tutti possono sbagliare,quindi era giusto così.
<Scusami se ti ho aggredito inutilmente e per essere scappata> dissi a mio padre
Lui mi abbracciò e io non poté far altro che ricambiare, avevo bisogno di lui.
<Non fa niente, ma ti prego non farlo mai più, potrei non sopravvivere> mi sussurrò all'orecchio, dandomi poi un bacio sulla guancia.
Tutto andò per il meglio quella sera ed io ero pronta a ricominciare la mia vita con loro...ora e sempre.
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L'AMORE CHE CI RESTA
FanfictionAvete mai pensato a quanto complicata può essere la vita di due ragazze? Oppure, avete mai pensato ad Ermal da un altro punto di vista? In un ruolo non suo. Questa è la semplice storia di due ragazze, formata da amori travolgenti, litigi strazianti...