CAPITOLO 12

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°CAMILLA'S POV°

Eravamo a Lisbona da ormai 5 giorni, era una città bellissima e ricca di fascino, che comprende al suo interno innumerevoli cose da vedere, tra arte e monumenti storici e poi l'aria che si respirava dietro le quinte dell'ESC era davvero molto emozionante.
In quei tre giorni io e Andrea ci eravamo avvicinati parecchio e mio padre l'aveva notato e la cosa gli dava molto fastidio infatti ogni due per tre cercava di separarci, sapevo che prima poi avrei avuto una bella ramanzina.
Sofia si stava divertendo da matti e lo vedevo dai suoi occhi così splendenti e sinceramente mi faceva stare bene il fatto che lei fosse così felice, le volevo un bene dell'anima, però si vedeva che le mancava Roberto. Erano così carini insieme.
Quella sera ci sarebbe stata la finale e io ero in super ansia, avevo paura di sbagliare anche se la mia voce e quella di Andrea si sarebbe appena percepita, ma si sa che il minimo sbaglio viene subito notato.
Avevo un vestito stupendo, che nessuno ancora aveva visto, a parte me e la stilista, non vedevo l'ora che Andrea mi vedesse con quel vestito.
Arrivai all'Eurovision e andai subito a cambiarmi, mi truccarono e mi sentivo una principessa.
Uscii dal camerino ed erano già tutti pronti,vidi la faccia di Andrea e mio padre cambiare espressione.
<Sei stupenda!> disse Sofia abbracciandomi e dandomi un bacio sulla guancia
<W-wow> disse Andrea con la bocca aperta
Mio padre lo notò e gli diede uno schiaffo dietro la nuca per farlo riprendere
Risi a quella scena
<Sei una meraviglia tesoro> disse mio padre abbracciandomi <e tu Vigentini, vedi di guardare altre ragazze, lei non si tocca> continuò con tono serio.
~
I minuti passavano sempre più velocemente, eravamo i prossimi a salire sul palco, le gambe mi tremavano e diciamo che i tacchi non aiutavano affatto. Sentii una mano accarezzarmi la schiena era Andrea che aveva notato la mia agitazione
<Tranquilla piccola...andrà tutto bene> disse avvicinandosi a me
<ANDREA!> esclamò mio padre guardando la scena
Ridemmo entrambi mentre Ermal continuava a guardarlo seriamente, era davvero un amore impossibile il nostro, anche perché fino a prova contraria quella che provava sentimenti ero solo io.
Arrivò il nostro turno, salimmo sul palco e fu un'emozione indescrivibile, essere lì su quel palco era davvero pazzesco, non ci potevo credere, infatti dopo l'esibizione mi tiravo qualche pizzicotto per capire se era tutto vero o meno.
Mio padre e Fabrizio arrivarono al quinto posto, una posizione perfetta.
Subito dopo ci fu una festa, c'erano tutti i partecipanti dell'eurovision e devo dire che si creò un'atmosfera che mi emozionò parecchio, vedere tantissime persone provenienti ognuna da città diverse mi faceva sorridere.
Io, Andrea e Sofia stemmo pochissimo, perché eravamo parecchio stanchi ma soprattutto non vedevo l'ora di togliermi quei tacchi altissimi, mio padre e Bizio invece rimasero fino a tardi o almeno credo.
Sofia entrò nella sua stanza dandoci la buonanotte e io stavo per fare lo stesso fino a quando Andrea non mi fece una domanda che mi lasciò stupefatta
<Ti va di venire da me?> mi chiese quasi imbarazzato
Lo guardai con fare interrogativo
<Solo per un po', possiamo approfittarne a stare un po' da soli visto che tuo padre non c'è> continuo tenendo lo sguardo fisso sulle sue scarpe
L'aveva detto davvero? Voleva rimanere da solo con me? Sentivo il cuore battere all'impazzata, dovevo calmarmi e cercare di rispondere nella maniera più decisa possibile.
<Ehm..si certo> dissi con voce tutta tranne che decisa.
Entrammo nella sua stanza e mi fece accomodare sul letto, lui fece lo stesso sedendosi accanto a me. Speravo che rompesse il ghiaccio con qualche sua battuta o comunque che iniziasse a parlare, perché la tensione si sentiva ed era anche parecchia.
<Allora...>iniziò schiarendosi la voce <ti va di raccontarmi un po' di te, sei così riservata e vorrei scoprire di più sulla tua vita>disse guardandomi con quegli occhioni in cui mi ci perdevo ogni volta.
<Bhe, non c'è molto da sapere. La storia della mia famiglia più o meno la sai, sono cresciuta solo con mio padre, con mia nonna, mia zia e mio zio. Di mia madre non ne ho vista neanche l'ombra fino al 2012, quando casualmente papà stava diventando famoso con la "Fame di Camilla", non la considero una mamma per nulla al mondo, la considero una stronza che mi ha messo al mondo e poi se ne è fottuta altamente di me e della mia vita. Mia nonna mi ha fatto da mamma, penso che sia una delle persone più coraggiose e forti di questo mondo e non ti nascondo che è la mia beniamina.
Per essere così piccola ho sofferto abbastanza, specialmente l'anno scorso dopo una relazione andata male, come ti accennai qualche mese fa. Papà era in tour e sentivo la sua mancanza più di qualsiasi cosa, ma anche se ci fosse stato non avrei potuto dire nulla perché se no si sarebbe scatenata la rivoluzione, infatti ancora non lo sa e spero non lo sappia mai, ha già iniziato a farmi delle domande che cerco sempre di evitare. Lo stesso discorso vale per mio zio Rinald, sono molto gelosi e protettivi, l'unica che lo sa è zia Sabina che considero un po' come una sorella/mamma, so che non andrà mai a dirlo a nessuno, mi fido di lei> dissi senza fermarmi e notavo che Andrea mi ascoltava con interesse in silenzio.
<Ti va di raccontarmela questa relazione?> chiese
Questa domanda mi lasciò sbigottita non me l' aspettavo, ma volevo farlo, ne avrei parlato con lui, ero pronta a riprendere in mano questo argomento.
<Se non ti va non ti preoccup....> disse, non riuscì neanche a finire la frase che risposi
<Voglio, ho bisogno di sfogarmi un po'> dissi con  un sorriso debole.
Presi un bel respiro e vidi che la mia mano era intrecciata con la sua, una delle sensazioni più belle del mondo.
<Si chiamava Vito, l'avevo conosciuto in un pub, aveva 23 anni e come me era un appassionato di musica e pittura. Io avevo 15 anni e mezzo e andavo in questo pub ogni sabato con dei miei amici dell'epoca che poi ho lasciato perdere perché non mi trovavo più bene, vedevo che mi fissava imperterrito finché un giorno prima di andare via da quel posto mi diede un bigliettino con il suo numero sopra. Lo contattai,ero parecchio interessata a lui, forse solo perché era più grande, iniziammo a parlare fin quando non iniziammo anche a vederci. Ci fidanzammo segretamente sempre perché non volevo che mio padre e mio zio lo sapessero, solo che lui da un momento all'altro era cambiato, non era più gentile, non mi chiamava e scriveva più tutti i giorni era un'altra persona. Aveva iniziato a tradirmi e la sera tornava a casa sua ubriaco fradicio,io rimanevo sveglia fino a tarda notte anche se il giorno dopo avevo scuola per assicurarmi che lui tornasse a casa sano e salvo e l'unica cosa che ricevevo era un vocale di lui ubriaco dove mi diceva che si era fatto qualche ragazza. Un giorno mi lasciò, dicendomi che sarebbe partito per Londra e che non sarebbe mai più tornato, ma io ero ancora innamorata persa della persona che avevo conosciuto all'inizio e non di quel mostro che era diventato.> Le lacrime mi scendevano da sole, mentre raccontavo tutto questo non mi ero accorta che ero tra le braccia di Andrea che mi consolava accarezzandomi la testa.
<Se avessi questa merda tra le mani probabilmente sarebbe già morto, sei una ragazza bellissima e non meriti del male. Adesso hai me e ti posso assicurare che non dovrai avere più paura di niente e nessuno> disse continuando ad abbracciarmi sempre più forte.
<Voglio iniziare ad amare di nuovo Andre, sono troppo giovane per stare così non posso farcela> dissi con ancora le lacrime che mi scendevano lunghe sul viso
<Ama me...> mi disse
Io lo guardai interrogativa, finché le sue labbra non furono sulle mie. Mi stavo perdendo in lui lentamente, era così delicato ma allo stesso tempo così passionale, forse stavo ritornando ad amare. Il bacio continuò ancora per molto,nessuno dei due voleva staccarsi dall'altro.
Le sue mani vagavano sulla mia schiena e le mie facevano lo stesso, lo amavo ne ero sicura, volevo lui, era la mia fortuna più grande dopo un anno passato a piangere. Avremmo tenuto il nostro amore nascosto, sarebbe stato solo per noi due...
<Quanto desideravo questo momento> disse ad un soffio dalle mie labbra
<A chi lo dici...> dissi baciandolo di nuovo
Fu la serata più bella della mia vita, volevo essere felice....con lui.

L'AMORE CHE CI RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora