CAPITOLO 26

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°ERMAL'S POV°
Ero su tutte le furie, non so cosa mi abbia trattenuto da non spaccare la faccia a quello stronzo, forse perché era così fatto e ubriaco che mi faceva quasi pietà.
Camilla mi aveva tenuto nascosto per un anno intero tutto quello che questo ragazzo le aveva fatto passare.
Le parole di quel coglione continuavano a mandarmi in tilt "SONO IL RAGAZZO CON CUI TUA FIGLIA HA PERSO LA VERGINITÀ", aveva si e no 15/16 anni e il solo pensiero che quel bastardo avesse rubato una cosa così importante a mia figlia mi faceva arrivare il sangue al cervello, volevo spaccare qualcosa, qualsiasi cosa.
" TUA FIGLIA HA INIZIATO A BERE E FUMARE", lei che ogni volta che fumavo mi sgridava perché diceva che fa male alle corde vocali, lei che avrei voluto tenere lontana da questa merda che provoca solo danni, ero un pessimo padre.
<<Capirò se vorrai punirmi non facendomi più fare il tour, domani parto per Bari...> disse Camilla andandosene
La presi per un polso e la fermai
<E no, non te la cavi mica così, io voglio sapere come l'hai conosciuto e perché hai fatto queste stronzate!> dissi gridando, non ero padrone delle mie azioni.
<Cosa vuoi che ti dica? Ti ha raccontato tutto lui, era un periodo di merda, volevo sentirmi grande. Ho iniziato ad uscire con un gruppo di ragazzi  un anno più grandi della mia età e il sabato andavamo sempre in questo pub dove lavorava lui. Ci siamo scambiati i numeri e abbiamo iniziato a conoscerci, sapevo che  fosse parecchio più grande di me, ma non me ne importava, mi piaceva e quindi non ho dato ascolto a nessuno.
Non te la prendere con zia Sabina, perché era l'unica che sapeva tutto quello che era successo tra noi, mi aveva detto più volte di lasciarlo perdere e di non fare cazzate, ma lo sai meglio di me che se mi dicono di non fare una cosa io ne faccio il doppio.
Succede che quando ci si mette con persone più grandi, le esigenze sono diverse e una di queste per lui era il sesso, anche se io all'inizio ero contraria, non ricordo come riuscì a convincermi e lo facemmo. Dopodiché lui sparì completamente e ho passato un anno del cazzo papà e tu non eri neanche lì con me! Penso di aver pianto ogni singolo giorno solo per lui e in quei momenti avevo solo bisogno di un tuo abbraccio. Non volevo lo scoprissi così e scusate ragazzi per questo show>  disse piangendo
Il mio cuore era diventato una pallina di carta arrotolata e il solo pensiero che lei abbia passato tutto questo senza me al suo fianco mi faceva male il doppio.
                         °CAMILLA'S POV°
Stavo piangendo da circa 10 minuti, Sofia e Roberto se ne erano andati come se nulla fosse successo ed io avevo riaperto la più grande ferita della mia vita.
Guardavo Andrea che aveva lo sguardo basso e le mani che sfregava nervosamente contro i pantaloni, non volevo perderlo, lo amavo più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Mio padre invece mi guardava con una faccia che non capivo se fosse più o delusa o più incazzata, ma molto probabilmente entrambe le cose.
Marco, Dino ed Emiliano non sapevano cosa fare, mi guardavano con uno sguardo di compassione che odiavo da morire.
Nessuno emetteva un fiato così decisi di andarmene senza dire nulla, questa volta però non fui bloccata da nessuno.
~
Arrivai in un piccolo parco vicino al Duomo, ne avevo fatta di strada, appoggiai le mie spalle contro ad un tronco e mi lasciai cadere verso il prato.
Avevo bisogno di fumare, così presi dalla mia borsa le cartine, il tabacco e il filtrino e mi feci la mia sigaretta. Aspirai la nicotina e nel frattempo il vento mi scompigliava i capelli, chiusi gli occhi e pensai che se solo avessi avuto più carattere e follia probabilmente mio padre sarebbe ancora ignaro da tutto e anche Andrea.
<Cosa fai? Riprendi a fumare adesso?> disse una voce dietro di me.
Mi spaventai alla sua presenza, ma non risposi, continuai a fumare.
<Perché l'hai fatto?>  disse Andrea prendendomi la sigaretta dalle labbra e buttandola via
<Fatto cosa?> chiesi con un filo di voce
<Perché mi hai mentito?> chiese
<Non volevo tu pensassi fossi una poco di buono che la da a 16 anni> dissi sinceramente guardando davanti a me senza girare lo sguardo verso di lui.
<Non lo penso, penso soltanto che tu sia stata davvero stupida ad avergli permesso una cosa del genere contro la tua volontà> disse sedendosi accanto a me
<Ero innamorata, per amore si fanno un sacco di cazzate, mi sono pentita subito dopo. Avevo capito troppo tardi che non era la persona che volevo come mia prima volta> dissi con il cuore in gola
Ci furono minuti di silenzio assordante
<Avrei voluto che la mia prima volta fossi stato tu> continuai abbassando la testa.
Mi prese la mano e la portò al suo petto
<Questo cuore adesso batte per te, non è che non ti amo più dopo aver scoperto questa cosa, è solo che sono un po' deluso dal fatto che tu ti sia lasciata abbindolare così. Pensavo che per una cosa del genere avresti ragionato di più>disse
<È questo che mi fa male, il fatto che voi siate delusi da me, ma avete tutti le ragioni per esserlo. Se solo potessi tornare indietro non lo rifarei per nulla al mondo, è stato il mio sbaglio più grande> dissi questa volta guardandolo negli occhi.
Andrea con il suo pollice mi asciugò le poche lacrime che continuavano a scendere per poi avvicinarsi a me.
< Potremmo azzerare tutto e far si che il nostro momento sia la nostra vera prima volta, per entrambi> mi sussurrò
Io annuì dolcemente e poi mi diede un bacio sulle labbra
<Scusa...> dissi con un filo di voce quasi impercettibile.
Mi diede un bacio sulla fronte e poi aggiunse
<Quelle sigarette però devono sparire, assolutamente! Non ha alcun senso continuare a fumare, ti fai solo del male> mi disse categorico.
Annuì di nuovo e questa volta lo baciai io con più passione.
Ci staccammo dopo due minuti ininterrotti e poi poggiai la mia fronte alla sua, facendo sfiorare i nostri nasi.
<Devi parlare con tuo padre, lo sai vero?> mi disse
<Lo so, ho paura della sua reazione, anche se peggio di così non potrebbe andare. Il problema è che continuo a mentirgli, nel senso, la nostra storia è un altro segreto che non gli ho detto. Hai mai preso in considerazione di dirglielo?> chiesi rimanendo attaccata alla sua faccia.
A questa mia domanda Andrea si fece serio e rigido e mi allontanò con gentilezza
<Non voglio che lui lo sappia, un po' per la band, un po' perché non ce lo permetterebbe mai> disse
<Va bene, come vuoi> gli sorrisi per poi dargli un altro bacio sulle labbra.
~
Andrea mi accompagnò a casa e mi raccomandò di parlare con mio padre.
Entrai in casa e sentii il pianoforte provenire dalla stanza di sopra, salii in modo cauto le scale per non farmi sentire e rimasi ad ascoltare la sua musica e le sue parole.

L'AMORE CHE CI RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora