CAPITOLO 16

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°CAMILLA'S POV°
Andammo in aereoporto e le lacrime continuavano a scendere veloci e imperterrite, non avevano intenzione di fermarsi. Andrea non sapeva cosa fare, ma in realtà non c'era niente che lui potesse fare, la rabbia e la delusione invadevano il mio corpo e non riuscivo a capacitarmi di come proprio loro due avessero potuto tradire la mia fiducia.
Pensavo così tanto a ciò che era successo, che per la prima volta l'aereo fu l'ultimo dei miei pensieri, infatti non ebbi paura al decollo, non mi importava se mi fossi sentita male o se avessi iniziato di nuovo a graffiarmi per la paura.
Avevo spento il telefono, non volevo vedere il suo nome comparire sullo schermo mentre cercava in tutte le maniere di chiamarmi.
<Ehi...come va?> disse Andrea cercando di farmi distrarre.
Non diedi risposta, l'unico mio movimento fu un'ennesima lacrima che cadde velocemente sul mio viso.
<Scusami...> disse dispiaciuto sussurrando
Mi girai verso di lui e gli diedi un bacio sulle labbra per fargli capire che non era assolutamente colpa sua.
~
Il viaggio passò molto in fretta e la voglia di tornare a casa era pari a zero.
<Io-io non so se voglio tornare in quella casa> dissi rivolgendomi verso Andrea
<Amore non abbiamo altre alternative> disse accarezzandomi i capelli.
<Ti va di andare alla mia casa al mare? Ho una copia delle chiavi nella mia stanza. Andiamo lì giusto qualche minuto per prendere i vestiti puliti e poi andiamo via...ti prego dimmi di si> chiesi speranzosa.
<Ma certo principessa> disse Andrea dolcemente, dandomi un bacio.
Arrivammo a casa e mi aprì zia Sabina con Miria in braccio.
<MILLAAA> strillò la piccola scendendo dalle braccia della mamma per venire da me
<Ciao bambina mia> dissi debolmente, dandole un bacio sulla fronte.
<Ehi tesoro, ti senti poco bene?>chiese zia Sabina guardando il mio colorito poco rassicurante.
La testa mi girava, i pensieri erano troppi e andavano tutti troppo velocemente, non riuscivo a reggerli.
Stavo per cadere, ma Andrea riuscì a prendermi in tempo.
<Cami ma che succede?> disse zio Rinald allarmato, guardando sia me che Andrea.
Non diedi nessuna risposta, non avevo le forze per parlare,sembrava un morto vivente.
Zia Sabina nel frattempo mi portò un po' di acqua e zucchero e poi mi preparò una camomilla per calmarmi.
<Zio Ermal dové?> disse la piccola guardando me e Andrea.
Sentendo quel nome, la rabbia riprese il sopravvento, questa volta senza versare lacrime, probabilmente non ne avevo più in corpo, dovevo andare via da lì.
Mi alzai di scatto e andai di sopra a preparare il tutto.
                       °ANDREA'S POV°
Non riuscivo a riconoscere Camilla, vederla così mi faceva male al cuore, non sapevo cosa fosse successo, avevo preferito non chiederle niente, non volevo darle nessuna forma di costrizione.
<Mi spieghi cosa cazzo è successo> disse Rinald guardandomi con aria arrabbiata.
<Non è ho idea Rinald, andava tutto bene fino a stamattina, poi Sofia si è fatta male, l'abbiamo portata in ospedale e quando Camilla è uscita furiosa dalla stanza della sua amica, ha sbraitato contro Ermal. Mi ha chiesto di portala via da lì e io l'ho fatto, ma ho preferito non farle domande, perché le condizioni in cui era non erano le migliori.> spiegai
<Chissà che cosa avrà combinato> disse Mira mettendosi le mani tra i capelli.
<Io non posso crederci, non voglio immaginare la cazzata che avrà fatto> disse Rinald furioso
<Zio Ermal è cattivo...?> disse la piccola Miria con i lacrimoni agli occhi.
Il mio cuore in quel momento perse un battito, Ermal non era cattivo, non sapevo cosa avesse combinato, ma non era assolutamente cattivo e sicuramente ci sarà una ragione a tutto questo disastro.
Sabina si chinò verso Miria e con aria molto dolce le disse
<Assolutamente no amore, zio Ermal avrà sbagliato, ma capita a tutti>
La bambina mi guardò, cercando la mia approvazione ed io acconsentì sorridendo.
                     °CAMILLA'S POV°
Avevo preparato tutto, mancavano solo le chiavi della villa e poi potevamo andare. Ci misi un po' a trovarle però poi era tutto pronto, volevo andare via e cercare di ragionare sul perché avesse fatto tutto questo, ma soprattutto per evitare di incontrarlo il giorno seguente.
Scesi di corsa le scale e tutti mi guardavano con aria interrogativa, tranne Andrea che sapeva tutto.
<Dove vorresti andare?> disse zio Rinald indicando la valigia.
<Vado via per qualche giorno, ho bisogno di metabolizzare il tutto> risposi.
<Ma si può sapere cosa ha fatto?> disse mia nonna guardandomi con aria interrogativa
<Fattelo dire da tuo figlio domani, a me viene il ribrezzo solo a pensarci> dissi disgustata.
<Io giuro che lo distruggo> disse zio Rinald arrabbiato tirando un pugno al muro.
Sussultai a quel gesto, ma non mi importava più di tanto, volevo uscire da quell'appartamento.
<Adesso, vi prego lasciatemi andare, non vorrei che si facesse troppo tardi> dissi guardando la porta.
<Ma Milla, dove andrai?> disse Miria con la sua splendida vocina
<Non tanto lontano> risposi accennando un mezzo sorriso finto.
<Vai via per sempre?> continuò la bimba mentre una lacrima le bagnava il viso.
Mi accovacciai verso di lei e le sussurrai all'orecchio
<No, da te non andrò mai via, te lo prometto>
Le diedi poi un bacio sulla guancia.
<Non cercatemi, non accenderò il telefono e se potete non dite a lui che sono passata di qui, per favore>dissi guardando la mia famiglia.
<Mi raccomando> disse zia Sabina dandomi un bacio sulla fronte
Io annuì per poi uscire insieme ad Andrea.
~
Arrivammo alla casa al mare a Lecce ed era parecchio tardi, erano circa le 23:30 quando finimmo di sistemare il tutto.
Ci sistemammo nel letto matrimoniale e il mio sguardo era perso nel vuoto.
<Non sopporto vederti così> disse Andrea iniziando a baciarmi piano piano il collo.
<Neanche io, odio farmi vedere debole> dissi continuando a guardare la parete.
<Grazie per non avermi fatto nessuna domanda e per essere con me adesso, ma devi sapere> continuai questa volta guardandolo negli occhi.
Gli raccontai tutto,o meglio cercai di farlo, altre lacrime calcarono il mio viso e altra rabbia misto a disgusto presero luogo nel mio corpo.
Andrea mi guardava basito, non ci poteva credere, non riusciva a spiccicare nessuna parola,era troppo, anche per lui.
<Io non so che dire, sono schifato> disse con una smorfia di disapprovazione sul volto.
<A chi lo dici....cazzo è mio padre e la mia migliore amica,ci rendiamo conto? Potrebbe essere sua figlia!> dissi alzando la voce
Andrea mi abbracciò accarezzandomi i capelli e dandomi qualche bacio sulla nuca.
Lo baciai sulle labbra, in quel momento potevo considerarle come il mio posto sicuro, l'unico e solo. Continuammo così per un po',solo in questa maniera riuscivo a stare più serena, dopodiché mi addormentai tra le sue braccia che mi davano tanta sicurezza, cosa di cui avevo parecchio bisogno.

L'AMORE CHE CI RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora