6:La grande notte

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Catgirl a.k.a Frankie Jones.

Era lei Catwoman.

"Credo che quel pacco non ti appartenga."

"Perché è tuo?" Le chiesi con un sorriso di sfida per poi mettermi a correre,
Lei mi rincorse per un paio di isolati per fortuna riuscì a seminarla o almeno così pensavo.
Appena mi voltai lei mi diede un calcio sul viso, caddi a terra col naso sanguinante.

"Per-Perché vuoi quel pacco?"Dissi cercando di rialzarmi.

"Be' non è ovvio? Sai, qui in questo pacchetto ci sono alcuni dei diamanti più preziosi al mondo! Diamanti dal valore inestimabile e anche qualche dose di eroina a quanto pare". Disse aprendo la scatola.

"No! Perché l'hai aperta?!"

"Calmati, splendore non è mica la fine del mondo."

"Forse non sarà la fine del mondo per te." Dissi, lei mi guardò in silenzio aveva cambiato sguardo, mi guardava con pietà. 

"Ti costringono a farlo, non è vero?"

"Beh di certo non è una mia passione e per favore smettila di guardarmi così. "

"Dov'è la tua famiglia?"Mi chiese.

"Io non ho una famiglia.
L'unica persona che si prendeva cura di me è morta." Dissi mentre lei alzava il suo sguardo su di me.

"Come?"

"Come, cosa?"

"Mi dispiace, io-" Prima che riuscisse a dire qualcosa le tirai un calcio appropriandomi della scatola.

"Dio! Pensi davvero che io sia talmente stupida dal confidarmi ad una vecchia gattara con una tutina di pelle che mi ha appena pestato come è morta l'unica persona che si è mai presa cura di me?!"

"Vecchia?!" Disse guardandomi, per poi sorridere.
"Sei un bel personaggio catgirl o come diavolo ti fai chiamare, davvero."
Non capisco se mi sta prendendo in giro o se mi sta soltanto prendendo in giro, dio è ovvio che mi sta prendendo in giro...

"Senti, voglio darti un consiglio da ladra a ladra."

"E qual è sarebbe?"

"Mai farsi beccare." Disse per poi buttarsi nel vuoto e all'improvviso l'allarme scattò, e notai delle volanti della polizia arrivare, riuscì a scappare grazie a dio ma me l'ero vista brutta.
















"Charlie non creder-"

"-Dove cazzo eri?! Ti ho aspettato per un sacco di tempo!"

"Mi dispiace è che-"

"-Non mi importa, hai il pacco?!"

"Si, è qui."Dissi mentre Charlie me lo strappò dalle mani.

"Bene, puoi andare." Disse Charlie.

"Ma Charlie-"

"-Ho detto che puoi andare."
Disse Charlie con voce ferma.

Mentre salivo le scale vidi Charlie uscire dal retro in un vicolo. Non lo avevo mai visto in quello stato,
era spaventato, ma perché? Dovevo sapere cosa stava succedendo, così salii sul tetto del motel, Charlie aspettava qualcuno in quel vicolo, aveva finito tutto il pacchetto di sigarette quando arrivò un' auto.

"Charlie! Come stai?"Avevo già sentito quella voce.

"Andrebbe meglio se tu non avessi rapito mia figlia." Disse Charlie.

"Be' non si può avere tutto, soprattutto se ti metti contro Falcone." Falcone! In quel momento capii, Charlie era assieme all'uomo che mi aveva uccisa. Sentivo tutta la mia rabbia scorrermi nelle vene. Ma per fortuna riuscì a trattenermi, volevo vedere quel che avrebbe fatto Charlie.

"Sai mi hanno proposto davvero molte cose in questo periodo."
Disse Charlie mentre degli uomini gli si avvicinavano.

"Chi sono questi uomini, Charlie?"
Disse il bastardo.

"La vuoi sapere una cosa divertente? Mi hanno chiesto se sarei stato disposto a ucciderti per la somma di centomila dollari." Disse Charlie facendo cadere il pacco coi diamanti per terra mentre i tre uomini accanto a lui puntavano delle pistole verso l'uomo.

"Dov'è mia figlia?" Disse Charlie con voce ferma avvicinandosi all'uomo, lui sorrideva, aveva un ghigno stampato sul volto.

"È morta. Sai quanto è stato divertente torturare l'agente Smith? L'hai cresciuta bene, una donna senza paura, impossibile da corrompere, al contrario di suo padre, beh forse è stato questo a portarla alla sua fine."
Rideva, quel bastardo stava ridendo per aver ucciso quella che doveva essere la figlia di Charlie.

"Avevo ragione questa sarà proprio una GRANDE notte." Disse Charlie con un sorriso sul volto che nascondeva troppa rabbia e sete di giustizia.

"Hai proprio ragione Charlie, Uccideteli." Disse entrando nell'auto fu in quel momento che gli vidi: i due uomini che mi avevano legato alla sedia. Spararono a Charlie e a gli altri uomini senza pietà e se ne andarono via com'è se non fosse successo nulla.

"CHARLIE!" Urlai mentre saltavo dal tetto col mio rampino.

"Charlie! Charlie!" Le mie mani erano sporche di sangue, mi precipitai nella hall del motel per chiamare il 911. Avevo perso tutto... di nuovo.








Sapevo che non potevo farmi trovare dai poliziotti così presi tutta la mia roba la misi in un borsone che mi aveva regalato Charlie e salii sul tetto del motel e rimasi lì fino al arrivo della polizia. Gli vidi arrivare dopo un'ora assieme ad un'ambulanza. Ero stanca di essere perseguitata dalla M.O.B.
Avevo una lucidità, una stabilità che non avevo mai avuto era la rabbia e la sete di giustizia la stessa che portò Charlie alla morte.

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