11: Giustizia

152 8 2
                                    

Robin a.k.a Damian Wayne.

Il sole filtrava dalla finestra svegliandomi, erano circa le otto del mattino, mi alzai e scesi nella sala da pranzo.

"Buongiorno Pennyworth."

"Buongiorno Signorino Wayne." Mi rispose lui mentre dava da mangiare a Titus.

"Drake."

"Satana." Disse Tim mentre si preparava una caraffa di caffè.
Alfred mi preparò delle fette biscottate con del miele ed una tazza di latte.

"Padron Damian perché non mangia? La colazione non è di suo gradimento?" Mi chiese Alfred.

"No, è solo che volevo aspettare mio padre per fare colazione."

"Oggi è uscito prima, doveva andare ad un conferenza per la Wayne Enterprises a Londra." Rispose Tim.

"Oh..." Rimasi in silenzio per un paio di secondi . "Vado ad allenarmi."Dissi alzandomi dal tavolo.

"Ma padron Wayne, la sua colazione?"

"La mangerò dopo."
Mi allenai senza sosta non volevo pensare a mio padre, a mia madre, a mio nonno, non volevo pensare a niente...
Io sono stato addestrato per uccidere, per essere degno di un al Ghul. Mia madre mi ha dato la vita ma è stato mio padre a insegnarmi a viverla.
Non riuscì ad evitare di pensare a mio padre, a quella che per lui era la giustizia, l'onore.
Dare opportunità a pazzi criminali, che non cambieranno mai e che continueranno a provocare morte e caos. Io e mio padre spesso litigavamo per questo motivo, la giustizia, la cosa giusta.

"Padron Damian, le ho portato la colazione come aveva detto."

"Grazie."

"C'è qualcos'altro che posso fare per lei?"

"No, ti ringrazio Pennyworth." Si voltò verso la porta e la chiuse.

"Noi dobbiamo parlare."










"Può dirmi perché si comporta in questo modo? C'è qualcosa che la preoccupa più del solito."Esitai, avrei voluto piangere, liberarmi da quel peso che sentivo nel mio cuore, ma non lo feci, lo guardai negli occhi e cominciai a raccontare.

***

Erano le tre di una fredda notte d'Ottobre, mi trovavo nei pressi della Cattedrale di Gotham, sentivo la sua presenza, quella di mia madre.

"Damian..."

"Madre." Dissi con freddezza senza neanche guardarla, mi toccò la spalla, ed io con un gesto fulmineo mi allontanai.

"Damian, fermati."

"Che cosa vuoi?"

"Sono qui, per cercare di convincerti, a tornare con me, a casa."Non riuscì a trattenere la rabbia, mi stava prendendo in giro, di nuovo. Sguainai la mia katana gridando:" Io ho una casa, una famiglia... Io ho quello che tu non mi hai mai dato!"
Lei mi respinse, con forza buttandomi a terra.
"Come puoi anche solo osare venire, qui! Dopo quello che hai fatto! Dopo avermi ucciso!"

"Sapevo molto bene che saresti tornato in vita, sei il nipote di Ra's al Ghul. Sei il nipote del demone. "Disse sedendosi sul tetto accanto a me. Fece un lungo sospiro prima di ricominciare a parlare.
"Quando ho fatto i miei primi passi, non mi ha sorriso, mio padre non si è congratulato con me, non ha scattato una foto, non mi ha detto quanto fiero fosse di me. No. Quando mi ha visto camminare mi ha dato una spada e mi ha schiaffeggiato col dorso della mano. Sono caduta sul pavimento. Sentivo il sangue scivolarmi sul viso, lo sentivo sulle mie labbra. Mi sono alzata e ho guardato il demone negli occhi, leccandomi il labbro.
"Combatti o muori." Disse. Questo è stato il mio primo ricordo, il mio primo trauma.
Io non sono stata una brava madre, è vero, ma io ti ho amato e continuo a farlo ancora oggi, nonostante tu abbia scelto tuo padre, il cui unico grande difetto è non sapere qual è il meglio per questa città, per l'umanità, noi sappiamo molto bene come vanno trattati i criminali. Devo ammetterlo Damian. Mi hai delusa, sprecare tutto il tuo potenziale, per cosa poi?"Non mi interressava quello che diceva, volevo soltanto andarmene, ma lei mi tirò per il braccio delicatamente mi guardò negli occhi e mi lasciò andare consapevole che oramai mi aveva perso. Io non sono come mia madre o come mio nonno, però su una cosa avevano ragione sul fatto che mio padre non era in grado di porre fine alla criminalità a Gotham, ma io ci sarei riuscito.

***

Pennyworth mi stava guardando, in silenzio. Cercavo di capire a cosa stesse pensando ma non ci riuscì.

"Per questo motivo sta creando una nuova squadra di eroi, per la giustizia?"Non era una domanda era perlopiù un'amara affermazione. Non ero sorpreso che Alfred sapesse dei Teen Titans, lui ci teneva tutti d'occhio.

"Sì, sono riuscito a convincere Red Arrow a venire a Gotham per ragionare sulla mia proposta, Kid Flash ha accettato e ho reclutato altri giovani eroi che hanno bisogno di una guida. Per un periodo me ne andrò da Gotham. Mio padre non approva i miei metodi, ma sfortunatamente per lui, funzionano."

"Ho soltanto un'altra domanda per lei, signorino Wayne: È tutto quello che sua madre le ha detto?"

"Sì." Non era vero, non avrei potuto dire a nessuno quello che mia madre mi aveva detto prima che me ne andassi: "Damian... Tu sai bene che questo non è il tuo posto. Tu non sei come Bruce. Tu sei un al Ghul, tu hai il sangue del demone che scorre nelle tue vene. Scegli da che parte stare, scegli la giustizia, prima che sia troppo tardi."

CatgirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora