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Siamo esattamente davanti a casa Posey.

Forse in modo più esatto davanti alla sua villa.

Non avevo immaginato che per "casa grande" intendesse questo quando ci ha chiesto se saremmo venute. 

Mi riduco a non far vedere la mia faccia con  l'espressione totalmente sorpresa, anche perché negli ultimi giorni ho dato spettacolo con quella. Cerco di rimanere impassibile, anche se, quando vedo l'immenso giardino con la piscina e con una veranda grande quanto la mia vecchia casa, quel mio piano va letteralmente a quel paese.

-Io torno a casa.- Esclamo quando noto tutta la gente presente a questa festa.

-No no cara, non si torna indietro.- Risponde Emy spingendomi verso l'entrata. Una volta superata la porta principale, riesco a malapena a vedere l'arredamento per la quantità di gente raggruppata nel salone. A quanto sembra, la maggior parte sta giocando a beer pong, altri stanno semplicemente parlando e altri ancora, o meglio dire tutte le coppie, si strusciano l'uno sull'altro, facendomi subito distogliere lo sguardo.

-Come ti sembra?- Chiedono le ragazze.

-Popolata, troppo.- Rispondo alzando la voce per la musica che copre ogni tipo di rumore. Le mie amiche alzano gli occhi al cielo.

-Quanto sei melodrammatica?- Io? Melodrammatica? Io sono il melodramma in persona cara cugina, che domande fai?

-Dai, lasciati andare! E' pur sempre venerdì sera!- Sorride Emy, cercando di convincermi.

-Va bene.- Mi arrendo. Mi trascinano verso quella che sembra la pista da ballo, o almeno, una parte di casa adibita a quella funzione. 

Inizio piano piano a sciogliermi e devo dire che mi sento meglio di quanto pensassi. Balliamo e cantiamo su ogni canzone che il DJ mette, anche se non sappiamo le parole. E per cantare e ballare intendo rispettivamente urlare cose a caso che assomiglino al testo della canzone ed eseguire movimenti simili a quelli del ballo ma che non sono per niente paragonabili a quelli di una leggiadra ballerina. Più che altro penso che da fuori siamo viste come delle balene che cercano di tornare in mare.

-Vado a prendere un bicchiere d'acqua.- Avviso le ragazze che annuiscono. Faccio il giro della casa cercando spazi in cui inserirmi tra le persone per cercare la cucina.

-Ti sei persa?- Degli occhi celesti mi guardano aspettando una risposta.

-Si... Cerco la cucina, sapresti dirmi dove si trova?- Chiedo disperatamente. 

-Si, vieni.- Seguo lo sconosciuto pregando che non sia uno stupratore seriale. Ed ecco che ritorna il melodramma.

El, rilassati!

Dopo poco arriviamo a destinazione.

-Grazie! Mi hai salvata!-Esclamo guardandolo negli occhi. Sono di un colore stupendo.

-Figurati...-

-Ellie.- Sorrido.

-Che bel nome.- Mi guarda profondamente e io sento di arrossire.

-Comunque mi chiamo Colton.- Allunga la mano verso di me. La stringo.

-Piacere.- 

-Il piacere e tutto mio.- Mi sorride, mostrando la sua dentatura perfetta.

-Ora vado, ci si vede in giro Ellie.- Annuisco. Allora dei ragazzi gentili esistono in questo pianeta.

Ne esistono tanti solo che te pensi solo ad uno.

Scuoto la testa e inizio a cercare un bicchiere per poi riempirlo d'acqua.

-Seriamente stavi parlando con Haynes?- Sussulto lasciando cadere il bicchiere per terra.

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