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Colton è il nipote di John.

E' il nipote della persona che sta rovinando la vita non solo a Shawn, ma a tutta la sua famiglia.

Perché sono così stupida? Perché non riesco mai a capire quando una persona mente o è sincera? 

Mi sono presa un pomeriggio di pausa, sia dallo studio, sia da tutte le relazioni. Ho proprio bisogno di staccare la mente per un po', ragion per cui, arrivata a casa, ho afferrato il mio immancabile zaino infilandoci un libro dentro e mi sono catapultata nel primo bus che andasse verso Malibù. Ricordo che quando ero bambina e vivevo qui con mia madre e mio padre, ogni domenica pomeriggio ci recavamo lì apposta per prendere un gelato che è tra i più buoni della città.

E' piuttosto distante da casa di mio zio, ma avendo ormai 18 anni sono libera di girare quanto voglio.

Arrivata a destinazione, ho passeggiato un po' lungomare per poi togliermi le mie amate All Star e stare a contatto con la sabbia. 

Dopo un po', decido di sedermi in una delle spiagge libere per rilassarmi e leggere il mio libro, ritagliandomi del tempo per stare tranquilla e serena. 

Leggo un po', poi osservo la distesa d'acqua che mi si para davanti ricordando tutti i momenti più belli della mia infanzia.

Il mare inevitabilmente ci attira, ci induce ad esplorarlo, ma nonostante questo resta comunque misterioso.

Quando ero bambina amavo gettarmi contro le onde e non riuscivo a non sorridere. Non posso dire la stessa cosa di mio padre. Lui non si divertiva. Forse è perché quando si diventa adulti non ci si diverte come da bambini, ma comunque, osservandolo, anche lui rimaneva stupito dalla sua bellezza. Sarà per il rilassante e costante rumore delle onde che si infrangono sulla costa o semplicemente per i ricordi che riaffiorano. Mamma lo adorava, forse è per questo che lo guardava sempre con malinconia. Dopo i vari trasferimenti non ci sono più andata, non ho più riassaporato la sensazione che il mare mi lascia dentro, nel profondo. Personalmente, ora che posso, amo passare le ore a guardarlo e a pensare a tutt'altre cose, non quelle superficiali o quotidiane, quelle profonde.

Più volte mi sono ritrovata a pensare a come le persone evitano di fermarsi un momento e guardare tutte le cose che di bello hanno attorno. Il più delle volte, come mio padre, le stesse persone sono piene di cose da fare e non riescono mai a ritagliarsi del tempo, non per il lavoro o qualsiasi altra cosa stressante che li circonda, ma per loro.

Dopo poco leggo un altro capitolo del mio libro per poi rifermarmi a pensare a qualcos'altro. 

Così per un paio di volte, fino a quando...

-Ellie.- Mi volto, non sorprendendomi di vedere lui.

-Shawn.- Proprio quando volevo evitarlo doveva venire qui?

-Che fai mi segui?- Sorride, per poi sedersi affianco a me senza chiedere il permesso.

-Potrei dire la stessa cosa.- Ricambio il sorriso, levandomelo subito dal volto. Gli sto dando corda, ed è proprio quello che non devo fare.

-Shawn, ascolta, sono venuta qui per stare da sola, potresti...- Mi interrompe.

-Andarmene? Nah. Sono venuto anch'io per stare da solo. Che ne dici di stare da soli insieme?- Si gira e cerca il contatto visivo, ma io butto lo sguardo sul mare, o per meglio dire su una pietrolina in lontananza che diventa magicamente un oggetto incantevole da osservare

-Che richiesta strana Mendes. Se uno vuole stare da solo non sta insieme a qualcun'altro che vuole fare la stessa cosa, non credi?- Scoppia a ridere. Che situazione strana. Adesso sono io che cerco di evitarlo mentre lui cerca in tutti i modi di avvicinarmi.

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