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Ellie

La  vita è strana.

E' una serie lunghissima di azioni svolte perché la parte più profonda di ogni persona spinge verso quell'occasione, quella singola occasione, che se non cogli subito, perderai per sempre. Ed è questa la cosa che mi rende confusa. Perché la vita non ci dà più tempo per decidere come approcciarci a quell'avvenimento? Perché deve sempre farci trovare impreparati davanti alle domande più difficili? Semplice. Perché le occasioni mancate sono quelle che ti portano ad ulteriori scelte che determineranno la persona che sei.

Per questo penso che sarebbe molto più semplice se ognuno di noi avesse sempre un piano di riserva, un piano che rema sempre a proprio favore e che puoi usare per qualsiasi evenienza. Il mio è quello di pensare sempre a come mia mamma si sarebbe comportata, perché sono sicura che qualsiasi cosa avrebbe fatto lei, sarebbe sempre stata un bene per me.

Mentre mi immergo in questi pensieri del tutto filosofici, continuo a camminare verso la mia destinazione. In questo preciso istante, sto andando a casa di un'amica di mia zia che ha bisogno che qualcuno le tenga la bambina. Mi sono offerta subito quando ne ha parlato, perché amo i bambini. Io, a differenza di qualsiasi ragazzo della mia età, quand'ero piccola volevo tanto rimanere in quel "mondo", del tutto diverso da quello di adesso. I bambino sono fantastici. Si emozionano per un pezzo di pizza, si meravigliano per una bolla di sapone che si alza nel cielo, e soprattutto si entusiasmano per qualsiasi cosa. Per questo passare del tempo con qualcuno che abbia un'età per cui sia definibile "bambino", mi rende più che felice. 

Arrivata, busso alla porta e attendo che qualcuno venga ad aprirmi.

Sperando che ci sia qualcuno.

Dopo quelli che sembrano 5 minuti, la porta si spalanca e rimango letteralmente scioccata dal fatto che colui che l'ha aperta... è Shawn.

-Ellie? Che ci fai qui?- Zia, non potevi dirmi che questa tua amica aveva un figlio e che casualmente quel ragazzo è Shawn? Almeno mi preparavo mentalmente!

-Emh... Sono qui per badare ad una bambina.- L'imbarazzo cresce vertiginosamente. 

-Certo.- Cerca di guardare ovunque meno che me. Penso che anche lui sia a disagio.

-Posso entrare?- Chiedo sorridendo.

-Si, ovvio. Scusa.- Mi fa cenno di entrare e io mi faccio strada nell'atrio. 

La casa sembra enorme solo da questa singola stanza. 

-Siamo soli.- Mi fa sapere. Chissà perché non mi sento molto tranquilla. Gli sorrido leggermente.

-Amanda dov'è?- Gli chiedo. Spero di non aver sbagliato nome, sarebbe veramente troppo imbarazzante.

-Vieni.- Sembra tentato di prendermi per mano, ma alla fine non lo fa. Lo seguo nell'enorme casa, fino ad arrivare ad una piccola stanzetta. O per meglio dire una piccola stanzetta rosa. E' tutto di quel colore infatti. Le mie ipotesi sono due: o questa bambina adora così tanto il rosa che lo vuole avere ovunque, o i suoi genitori hanno deciso per lei.

-Mandy?- Shawn chiama la bambina, che, molto elegantemente, scende dal letto e cammina verso di me. Mi sorride dolcemente, poi sposta lo sguardo sul fratello.

-L'hai già trovata?- Chiede al fratello.

-Trovato cosa?- Mi sento leggermente confusa.

-Emh... Niente, niente.- Sembra esageratamente a disagio, quindi decido di non infierire, anche se non serve a molto, visto che ci pensa la bambina.

-Ma come niente, sciocchino! Una ragazza!- Penso che le mie guance stiano diventando così rosse da poter essere confuse con dei pomodori appena raccolti, e non sto scherzando.

La piccola, vedendo l'imbarazzo tra noi due decide di invitarci a giocare, scuotendo leggermente la testa. Mi sa che ho a che fare con una piccola genietta. Le facciamo compagnia per molto, molto tempo, finchè, non inizia a sentirsi  così assonnata da addormentarsi sulla spalla di suo fratello. Tiro un'occhiata a Shawn, che la prende in braccio e la mette delicatamente sul lettino. Successivamente le rimbocca le coperte e le da un bacio sulla fronte.

-Sei veramente dolce con lei.- Sussurro per non svegliare Amanda. Lui mi guarda, senza però proferire parola. Mi fa segno di spostarci in un'altra stanza, così che lei possa riposare. Prima di uscire però, noto che Shawn porta con se uno di quegli aggeggi per sentire il pianto di un neonato. Decido di non chiedere. Probabilmente non gli farebbe affatto piacere. Ci sediamo in salotto e iniziamo a chiacchierare del più e del meno finchè lui non tira fuori l'argomento di qualche giorno fa.

-Grazie ancora per, beh... Aver provato ad aiutarmi. Però, come penso avrai capito non sono il tipo che si lascia aiutare. Nessuno l'ha mai fatto sul serio.- Respiro un attimo, pensando a come sistemare il discorso che ho in testa, per fare in modo che le parole gli arrivino dritte al cuore.

-Lo capisco. Hai paura di essere respinto, abbandonato, allontanato. E' difficile trovare le persone giuste con cui aprirsi totalmente, e tu hai il terrore di sbagliare e ritrovarti solo con i tuoi demoni più oscuri. Hai paura che ti possano ridere in faccia, o che ti dicano semplicemente che passerà, senza sprecare qualche parola in più, oppure, che nessuno sappia aiutarti davvero fino in fondo. Ti spaventa riporre tutta la tua fiducia in una persona che magari poi non sappia davvero aiutarti, che fallisca. E' orribile, lo so. Ma la verità è che puoi davvero trovare persone disposte a capirti, che possano davvero tirarti fuori dall'inferno che stai vivendo. E non dirmi che non stai passando un brutto periodo, perché ne son certa, ti si legge in faccia. La tua mente ti fa credere che non ci sia quella persona, che sei destinato a cavartela da solo, ma non è la realtà. Tu puoi essere aiutato. Non sei solo. Abbi il coraggio di chiedere aiuto, ne vale la pena. Lo so, non è facile, ma a piccoli passi puoi farcela. E quel coraggio risiede dentro di te anche se non te ne rendi conto. Sei capace, puoi farcela. Tutto andrà meglio. Ti sentirai più sollevato e non ti sentirai più solo. Sei forte, e ci sono io con te. Capito?- Smetto di colpo di parlare e cerco di riprendere fiato visto che ho parlato senza praticamente fermarmi. Lui mi guarda profondamente. Penso di averlo colpito e penso anche che lascerà che io lo aiuti, o almeno lo spero.

-Vedi, io...- Mentre inizia a parlare, sentiamo un rumore forte provenire da quell'aggeggio che si è portato dietro. Sembra che Amanda non riesca a respirare.

-Ha un attacco d'asma.- Si alza di fretta e furia e corre verso la camera della bambina. Io lo seguo più velocemente che posso. Quando arrivo vedo che Shawn sta provando a farle usare l'inalatore, ma non sembra funzionare.

-Chiama un'ambulanza, ti prego.- Mi chiede con gli occhi lucidi. E' letteralmente sconvolto. Chiamo velocemente e mi informano che ci vorrà poco. Mentre guardo la bambina preoccupata, sento Shawn sussurrarle all'orecchio

-Cucciola, andrà tutto bene, ci sono io...-

Ciaoo!💕 Come volevasi dimostrare, la vita di Shawn non ha solo un aspetto complicato... Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Al prossimo! 

Byee!💕

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