CAPITOLO 44: GIOCO DI EMOZIONI (2)

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Corsi verso il pick-up ancora un po' incredulo e pieno di domande. Sentivo, per la prima volta dopo tanto, una vaga sensazione di sollievo. E mentre andavo via via ad avvicinarmi alla portiera della vecchia Mary mi dimenticai di tutto, mi sembrava di essere tornato alla vita di tutti i giorni. Anche se ormai quella vita non l'avrei più potuta avere.

Aprii la portiera dei sedili posteriori iniziando quasi ad avere un principio di sorriso in volto. Non appena mi sedetti mi riaffiorano alla mente i momenti e le disavventure che avevo passato con mia madre a bordo della vecchia Mary. Ne aveva buste davvero di cotte e di crude.
Ricordo come fosse ieri il perché di quella toppa scozzese ricamata sullo schienale del sedile del guidatore. Era un giorno di scuola come tanti ed esattamente come tanti non vi volevo andare. Lucilla aveva i capelli in disordine e raccolti in una specie di cipolla in maniera grossolana da un paio di matite mentre combatteva la sua ennesima battaglia contro i semafori, anche quella mattina eravamo in ritardo e come ogni mattina i semafori non ne volevano sapere di aiutarci facendosi trovare verdi. Nella fretta, per distrazione o per frustrazione del tappeto rosso che stavamo trovando per strada apparve una luce verde di speranza. "Allacciati bene la cintura Haxel. Balleremo un 'pochino' ", disse Lucilla schiacciando il piede sull'acceleratore per cercare di raggiungere a tutti i costi il semaforo ancora verde in lontananza.
Il tempo stringeva ed il semaforo stava lampeggiano, segno che stava per diventare giallo, "Oh no, non ci provare! Non esiste che becco un altro rosso." disse Lucilla continuando a dare gas ed avendo un'espressione da vera guerriera in volto. Quella era la sua lotta, e non aveva alcuna intenzione di perderla.
Scattò il giallo. Il tempo stringeva e ci separavano ancora diversi metri dal semaforo.
La vecchia Mary ce la stava mettendo davvero tutta per cercare di stare al passo con le richieste di Lucilla di andare ancora più veloce, ma non era più il bolide di una volta, era a tavoletta da ormai quasi un minuto ed il motore era diventato talmente rovente che sembrava essere in procinto di esplodere. Ma questo non destò Lucilla al rallentare, quando si mette in testa una cosa la deve raggiungere senza se e senza ma.
Il semaforo iniziò a lampeggiare.
"Dai vecchia mia, ancora un piccolo sforzo" sussurrò Lucilla alla macchina.
Stava per scattare il rosso quando il pick-up sfrecciò sotto di esso accompagnato dall'esultazione di mia madre seguito da una serie di insulti rivolti a tutti i semafori del mondo e mentre stava rallentando, per tornare ad una velocità normale o per lo meno legale, guardò nello specchietto per controllare come stessi.
Ero diventato un tutt'uno con il sedile, occhi spalancati, pallido e con le unghie affondare sul cuscino. E.....

Come?!
Ookay okay, forse mi sono fatto un po' prendere dal vagone di ricordi e mi sono dilungato troppo. Capisco che vogliate avere subito chiarimenti sulla mia parentela con John e quale sia questa verità.
Ufff.... Arrivo dritto al punto allora.

*anche se la storia era carina... *

Per farla breve quella toppa scozzese era stata messa dopo quel giorno perché tutti quegli scossoni finirono col farmi vomitare a spruzzo dritto sul sedile davanti in perfetto stile idropompa di Blastoise.
Contenti?!
Comunque, dove ero rimasto? Ah si.
Ero appena salito sul pick-up....

Mi guardai un po' introno per il gusto di sentire riaffiorarmi alla mente tutti i ricordi che avevo legati con la vecchia Mary quando notai una persona infagottata sotto ad un piumone blu dormire sdraiata nel cassone del pick-up.
Feci per chiedere chi o che cosa fosse quando John mise in moto e Lucilla si voltò verso di me e disse "Allora Haxel. Scommetto che hai un sacco di domande da farmi e da farci. E magari vorresti capire un po' meglio chi sia questo 'John', come fa ad essere tuo padre, perché ti ha preso e riportato nel mondo terrero ed altre domande. Ma tutto a tempo debito. Tanto di tempo ne abbiamo da vendere, vero Thifa?"
"T-THIFA?!". Urlai sorpreso e guardando incredulo Lucilla che sollevando il braccio destro mi fece fece cenno di voltarmi con il dito.

THIFA:
"Haxel... Da quanto tempo... Mi fa piacere rivederti. "

Haxel, demone per scelta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora