CAPITOLO 45: FINE ED INIZIO

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Dal piumone blu sbucò fuori Thifa con in volto la sua solita espressione timida e come al solito non riusciva a tenere a lungo u contatto visivo.

H: "Nonono.. Non ci casco di nuovo... Tu sei Faith. Non hai fatto altro che mentirmi dall'inizio alla fine. Perché?!"

T: "Ngh... H-Haxel... Io non ti ho mentito..."

H: "Perché?! Perché continui a mentirmi anche dopo che è venuta a galla la verità?! Ormai lo so che sei Faith! Io di te mi fida..."

Jc: "Haxel."

L: "Tutto a tempo debito Haxel. Lasciale spiegare."

H: "Cosa c'è da spiegare? Non capisco davvero. Mi ha ingannato per tutto il tempo."

T: "H-Haxel... T-ti prego ascolta..."

H: "AAAAH HAXEL HAXEL HAXEL. BASTA!"

"NO. TU BASTA!", gridò John inchiodano di botto.
"Adesso ti dai una bella calmata ed apri bene le orecchie. Se vuoi delle risposte e fare chiarezza devi imparare ad ascoltare." continuò rimettendo in moto il pick-up.

L: "Thifa e Faith non sono la stessa persona... O meglio, lo erano un tempo."

"Cos..", mi fermai prima di finire la domanda.

T: "Io e Faith condividevano lo stesso corpo e lo stesso numero ma non le stesse menti. Eravamo due essenze quasi opposte nello stesso corpo. Questo perché sarebbe stato impossibile anche per un demone riuscire a reggere da solo il peso del tempo stesso.
Abbiamo cooperato in maniera coscienziosa per secoli facendo fluire il tempo al suo naturale corso senza sovvertire nulla o causare squilibri temporali fino a quando, dopo il suicidio del re degli inferi in pubblica piazza, non sali al potere Satan.
Il regno prosperava e la popolazione stava iniziando ad arricchirsi.
Per far sentire il regno più al sicuro, Satan, elesse 9 grandi generali che avevano come obbiettivo quello di proteggere il popolo e difenderlo qualora fosse stato necessario.
Ma Satan non si limitò ad eleggere solo i 9 grandi generali, lui stesso era uno dei 9.
Solo alcuni dei generali erano autorizzati ad entrare nel castello per poter parlare direttamente con Satan. Il numero 111, il 333, il 444 ed il 666. Agli altri non era concesso nemmeno di vederlo, anzi, ad essere precisi non era concesso a nessuno nel regno.
Satan salì al potere in un momento cruciale, con il suicidio del re la popolazione cadde allo sbaraglio e lui riuscì a riportarla all'ordine, ma non chiedeva nulla in cambio. Disse di non volersi mostrare per sentirsi libero di essere trattato come una persona qualsiasi quelle volte che scendeva tra la gente per vedere come andavano le cose. Era nobile da parte sua. Ma col tempo cambiò.
Iniziò ad uscire sempre meno e ad incupirsi. Sembrava come ripetersi il declino dello scorso sovrano."

"Il resto facciamo che te lo racconta più tardi Haxel." disse John con tono turbato e rallentando via via la macchina.
"Thifa. Abbiamo bisogno del tuo aiuto adesso." continuò cambiando tono di voce e fermando il pick-up e spacciandosi la cintura di sicurezza.
Davanti a noi c'era una distesa di alberi caduti in mezzo alla strada che ci bloccavano il passaggio.
"Non mi piace" bisbigliò Lucilla slacciandosi a sua volta la cintura di sicurezza per poi girarsi verso di me.
"Haxel, adesso devi assolutamente attapparti le orecchie e chiudere gli occhi. NON DEVI aprirli per nessun motivo." continuò venendo interrotta dalla caduta di altri alberi dietro di noi.
Ora eravamo bloccati in mezzo alla strada. Alla mercee di qualcuque cosa ci stesse girando intorno.

L:" Hai capito? Haxel? MI HAI CAPITO?!"

"S-Si si! Ho capito..." risposi quasi rintronato e guardandomi intorno.
"GUARDAMI!". Urlò Lucilla con voce tremolante. "Ho bisogno che tu me lo prometta guardandomi dritto negli occhi. Qualunque cosa accada non provare ad aprire gli occhi o a strapparti le orecchie." continuò.
Il suo sguardo sembrava in preda ad una disperazione imminente. Era visibilmente turbata, inquieta e con gli occhi talmente lucido che sembrava in procinto di piangere.
Non l'avevo mai vista così.

"No..." risposi. "Sono stufo di sentirmi un peso che non è nemmeno in grado di difendere i propri amici." continuai stringendo i pugni e portando una mano sulla maniglia della porta.
"Proprio come al campo. Sono stufo di vedere i miei amici mettere in pericolo le loro vite per me." aggiunsi guardando dritto negli occhi di Lucilla.
Amo mia madre, e l'idea di ferirla mi strazia. Ma con che faccia riuscirei a guardarla se non facessi nulla vedendola così turbata.

"È ora di dimostrare a tutti, e a me stesso, chi sono!" dissi aprendo la portiera  e scendendo dal pick-up.
"Non ho la minima idea di cosa stia succedendo in questo momento e non ho assolutamente intenzione di restare fermo come un peso morto. Lascia Fare a me e papà. Ti proteggeremo noi mamma." aggiunsi lasciandole un sorriso per poi correre verso John.

John e Thifa si stavano guardando in torno alla ricerca di qualcosa o qualcuno. Thifa sembrava impaurita mentre John era più taciturno del solito.
In una manciata di istanti ci ritroviamo investiti da un'improvvisa ed enorme folata di vento che dopo averci colpito direttamente in faccia inizò ad avvolgerci come se ci ritrovasismo nell'occhio di un ciclone.

H: "Allora vecchio. Come procediamo?"

Jc: " 'Vecchio'?! Tsk. Farò finta di non aver sentito. Ma se vuoi dare una mano allora è il caso che tiri fuori lascia del dannato e che tu faccia sul serio. Capisco i limiti che presenta un corpo umano, ma tu ormai non lo sei più. O per lo meno non lo sei più del tutto."

H: "Quindi? Che intendi dire?"

Jc: "Esattamente quello che ho detto. Smettila di metterti dei paletti e dimostra di essere il figlio di Eleonor."

H: "Io non mi metto dei palet..."

Jc: "Anch'io sono un mezzo demone. E capisco quando una persona non si spinge davvero fino al proprio limite. Devi chiedere di più al tuo corpo ed al tuo fisico, sennò non avrai speranze durante la settima guerra. Sennò la terra non avrà più speranze."

T: "Non ti immagini nemmeno quanto sia grande il tuo vero potenziale Haxel. E ad oggi non ne stai usando nemmeno il 10%."

Jc: "Capisco lo stress ed il peso che ne comporta. Ma ti chiediamo di credere di più un te stesso."

Le parole che mi stavano dicendo in uel momento mi sembravano assurde, ero sempre convinto di aver dato il meglio di me, o per lo meno di aver provato ad azzardare qualche volta, però se dicessi che non mi sono mai sbilanciato oltre mentirei.
O sigillato le voci nella mia testa perché mi causa vano solo un enorme dolore ed una forte emicrania, ma non mi sono mai messo a cercare di controllarle o ascoltarle. Ho millenni di anni di memoria che mi bombardano il cervello in continuazione, ma invece di provare a studiarle tutte cercando di trarne le risposte giuste non ho fatto altro che cercare di ignorarle.
Se volevo davvero proteggere mia madre però, avrei dovuto provare ad andare oltre quel limite priorio come avevano detto Thifa e John.

Estrassi lascia del dannato ed inizia a farla girare vorticosamente sopra di me lanciando dei fendendi d'aria tutti intorno a noi per cercare di buttare giù la folata di vento che ci aveva circondato e che sbrava stringersi sempre più.
John accennò solo un sorriso per poi mettersi a bisbigliare parole incomprensibili mentre Thifa chiuse gli occhi ed dopo un lungo sospiro li riaprì sprigionanndo un'onda d'urto circolare che andò a scaraventarsi violentemente contro il muro di vento per poi farlo cessare.
Non appena il muro di vento venne giù udii un rumore meccanico avvicinarsi da dietro la catasta di alberi che in un istante andarono in frantumi. Thifa cambiò espressione in volto e con pronti riflessi rallentò il tempo consentendomi di ridurre in cenere i pezzi di legno ed evitare che potessero andare a colpire il pick-up.
Da quella catasta di legno sbucò fuori una sorta di enorme mecha tutto dorato che, dopo aver lanciato un pesto e al suolo, sembrava ignorare il rallentamento temporale di Thifa.

Quel mecha ricordava le fattezze di una sorta di Minotauro uscito fuori da un universo cyber-steampunk con tanto di pistoni e tubi dai quali fuoriuscita quello che sembrvaa essere vapore.

John non perse occasione per scattare all'attacco verso quel coso ma con mia totale sospesa fu intercettato da un'altra sorta di mecha che però era completamente nero paco e che ricordava le fattezze di un cerbero.

Jc: "Tutti pronti. Iniziano le danze."

Haxel, demone per scelta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora