2) L'agguato

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Base Starkiller: in poche parole l'ultimo luogo in cui vorresti vivere in tutto l'universo.

È un luogo freddo e molto solitario perché, datemi retta, le enormi costruzioni tutte ricoperte da metallo nero non aiutano ad abbellirlo o a rendere il pianeta più confortevole, trasformano il luogo in uno spazio ancora più triste e depressivo di quello.

Anche lì ognuno pensa a se stesso, anzi, ognuno pensa a come non farsi uccidere dai propri superiori, sopratutto da Kylo Ren, l'unico che avrebbe ucciso un'intera squadra se avessero ritardato un secondo a portargli il caffè in camera.

Bene!
Parlando di questo triste luogo c'è poco da dire sui suoi abitanti (cioè sull'enorme flotta di persone che coprono il loro viso, i lori sentimenti e quello che sono da un' inutile e fredda armatura che li rende più robotici di come già sembrano, e le povere persone, ormai prigioniere di quel luogo, costrette ogni giorno a torture e sofferenze), tranne che su uno: Kylo Ren.

Lui è un ragazzo dilaniato dalla tristezza e molti sensi di colpa, sempre rinchiuso in se stesso.

Ormai è molto tempo che si nasconde dalla Galassia dietro una fortezza di metallo che sopprime i suoi sentimenti e la sua anima: in poche parole è la sua maschera.

Da quando è entrato nel Primo Ordine, dopo una vita difficile, ha provato di tutto per nascondere chi era prima: un ragazzo sempre felice e spensierato, coerente dei suoi doveri e delle responsabilità, ma comunque amante della vita, di ciò che gli dava e di ciò che gli toglieva, cosa che lo rendeva più forte e maturo di prima.

Era una giornata come al solito sulla Base Starkiller: assaltatori che urlano, navicelle che decollano e atterrani, le richieste di aiuto da alcuni prigionieri ormai sfiniti dalle torture e il generale Hux che, come sempre, per iniziare al meglio la giornata, doveva urlare e arrabbiarsi con tutta la base.

Kylo Ren, appena alzato con molta energia dal letto, iniziò subito a fare le sue solite "flessioni mattutine" per tenersi in forma e per poi prendere un'enorme tazza di caffè, sempre senza zucchero.
Poi uscì dai suoi alloggi per parlare, anzi litigare con il generale Hux, come ogni bellissima giornata era solito fare.

Appena varcata la soglia dei suoi enormi e bellissimi alloggi (totalmente neri per precisare) lo vide davanti alla sua porta con aria abbastanza arrabbiata, non che sorridesse mai, anzi.

-Generale Hux, sono felice di sapere che anche questa mattina è arrabbiato con l'intero Universo, è un buon modo per iniziare la giornata!- disse divertito dalla faccia imbronciata e sconvolta dal generale.

-Ah, Ren! Spiritoso come al solito. Comunque è colpa sua se sono artabbiato: le ricordo che i pannelli nella sala comandi non sono stati creati come sala di allenamento per la sua spada laser. Lasciando stare questi piccoli particolari abbiamo rintracciato la chiavetta in un piccolo villaggio su Jakku e tutti si aspettano che sia lei ad andare a prenderla- lo rimproverò lui con un tono di superiorità.

-Bene, il Silencer è pronto?-

-Si, e la sta aspettando-

-Ok, buona giornata generale credo che ne abbia bisogno! Ah e comunque, se vuole avere vita lunga, le consiglio di lasciarmi fare quello che voglio e di non darmi ordini! È chiaro genere Hux?-

-È una minaccia per caso Ren?-

-No, ma lo potrebbe diventare-

-Lei crede davv.....-

Hux non riuscì nemmeno a finire la frase che venne subito strozzato alla gola da Kylo Ren con la forza.

-Non ha risposto alla mia domanda-

-Si signore- disse Hux con tono basso e strozzato, quasi mangiando le sue stesse parole, prima di ricadere a terra con un colpo.

Detto così il nostro intrepido "cavaliere" si avviò verso la sua navicella.

Dopo aver sistemato i comandi, premendo molti dei tanti pulsanti dalle diverse luci colorate collocate sui pannelli della sua nave, lasciò la base e si diresse verso Jakku.

Appena giunto lì, nel villaggio in cui si trovava le chiavetta, non vide nessuno, solo delle figure bianche in lontananza.

Si avvicinò con molta cautela sul suo caccia-tie e, con tanto disprezzo, vide un soldato della resistenza seguito da un'intera flotta che volontariamente gli stava andando addosso.

Infine, avvicinandosi ancora, il ragazzo notò che le figure bianche erano cadaveri dei suoi soldati, non notati prima per la scarsa visibilità e il fatto che ormai la notte era calata.

In tutti i modi provò ad allontanarsi, ma senza risultato; era troppo vicino al pianeta e tutti gli ala-x erano riusciti ad accerchiarlo e gli stavano già sparando contro.

Il ragazzo, ormai senza speranze, tentò di scappare alla loro morsa, ma non ce la fece perché, colto di sorpresa, venne colpito e in pochi secondi precipitò, senza poter far niente, sul pianeta.

Poco dopo il forte impatto riuscì ad uscire dalla navicella distrutta, ma, appena fuori, si accorse che un pezzo del suo caccia-tie lo aveva trapassato in un fianco.

Così, in pochi secondi, dissanguato, svenne e cadde a terra senza sensi, ormai pensando di essere in preda alla morte.


REYLO: Non Possum Vivere Sine TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora