24) Un risveglio

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-Rey, Rey svegliati! Ti prego!- Urlò Finn vicino al suo viso, completamente preso dal panico.

-Perché non apre gli occhi!?- Piagnucolò rivolgendo il suo sguardo affranto verso Han.

-Ha battuto la testa, è normale che sia svenuta- Provò a consolarlo l'uomo, con voce più calma e rassicurante possibile, ma non ci riuscì.

Era molto più testardo di quanto pensasse.

-Se non si sveglia le faccio la respirazione bocca a bocca!- Gridò ad un certo punto, facendo balzare sul posto tutti dallo spavento.

-Smettila idiota- Sussurrò infine Han, allontanandolo dal corpo immobile e pallido della ragazza.

Ma ancora Finn non si arrese.

Con l'intenzione di salvarla scansò le mani dell'uomo e si precipitò al suo viso.

-SMETTILA- Lo rimproverò nuovamente il contrabbandiere, strattonandolo con violenza per la giacca.

Il ragazzo, colto alla sprovvista, emise un sonoro grugnito, voltandosi infastidito verso di lui.

Fortunatamente, prima che iniziasse nuovamente ad urlare, Rey si agitò sul posto.

Subito tutti si voltarono verso di lei.

Con lentezza la ragazza mosse le ciglia, respirando pesantemente.

Veloci i due si avvicinarono al grande tavolo in cui era stata deposta, attendendo, dopo ore di agonia e paura, una sua nuova reazione.

Dopo aver aperto di poco gli occhi Rey mugolò dal dolore toccandosi in un punto indefinito la testa.

Le faceva veramente male, molto più di quella volta in cui cadde da uno dei propulsori di uno star destroyer, rimanendo dolorante nella sabbia per ore.

-Ahhhh....che mi è successo?- Gemette tastandosi il bernoccolo che le si era formato dopo la brusca caduta.

-Non lo so....abbiamo sentito un tonfo e poi ti abbiamo vista distesa a terra- Le rispose Finn, prendendole dolcemente la mano per accarezzarla.

Lei la ritrasse subito.

Non voleva che le stesse troppo vicino.

-Sto bene Finn...davvero...- Provò a tranquillizzarlo, ma la sua voce stremata la tradì.

Immediatamente il ragazzo si avvicino di nuovo a Rey, sedendosi al suo fianco.

-Hey...- Sussurrò vicino al suo viso, rivolgendole lo sguardo più dolce e tenero di tutta la sua vita.

Il secondo più dolce e tenero.

La voltò verso di lui e iniziò a guardarla negli occhi.

-Rey...io....- Tentò di rivelarle, ma non ce la fece.

Subito Maz spuntò da dietro al tavolo in cui i ragazzi erano seduti e, con un balzo, ci salì sopra urlando a gran voce.

-Questa, questa! Sei inciampata su questa!- Gridò sventolandole in faccia una...una......

-UNA SPADA LASER- Dissero in coro i tre spalancando la bocca.

-Dove l'hai trovata Maz! Quella...quella è la spada laser di..-

-Di Luke, e di suo padre prima di lui- Terminò la starna creatura, facendo spalancare la bocca di chi pensava che tutto fosse solo una leggenda.

-Come...cosa...io...- Balbettò Rey, capendo che in quella storia, nella sua storia, stava accadendo qualcosa di strano.

-Ti ha chiamata Rey, tu...tu sei la prescelta!- Tuonò porgendole dolcemente la spada laser.

-Non può essere...io...solo qualche secondo fa pensavo che fosse tutto inventato, solo una storia per dar speranza ai bambini e... e ora...-

-Prendila tu, ti prego. Ogni spada laser per un Jedi è come una parte di se, da cui non si può più separare. È un'arma distintiva e onoraria per ogni cavaliere- Ripetè avvicinandosi alle sue mani.

-Ma io non sono un Jedi!- Chiarì la ragazza guardando Maz negli occhi, quasi per supplicarla.

Ancora NO, non era pronta.

"Cosa devo fare: Prima Ben, poi BB-8, poi Finn, poi Han, poi questo...no...come può accadere a me, sono solo una sporca mercante di rottami che tenta di sopravvivere", pensò mentre alcune lacrime le rigavano il volto.

"Ben", le risuonò nella testa.

"Ben, il mio Ben", come poteva dimenticarlo.

Si fece coraggio pensando a quello che le aveva detto il ragazzo prima di andarsene.

"io sarò con te, sempre e comunque...se avrai bisogno di conforto o aiuto guarda il cielo, guarda le stelle e....pensami".

Immediatamente, come illuminata da qualcosa di divino, prese la spada laser ed iniziò a correre fuori dalla taverna, accompagnata dalle urla isteriche di Finn, che provava in tutti i modi a non farla sforzare troppo.

Ma lei non ci fece caso e continuò a correre.

Ad un certo punto una forza, un istinto, la obbligò a fermarsi sul posto, quasi immobilizzata.

Cosa le stava succedendo?

Improvvisamente quell'istinto le attraversò nuovamente le membra, accompagnato da qualcosa di..di...di oscuro.

Si senti invasa, arrabbiata con sé stessa e...e triste.

Voleva piangere ma non sapeva il perché.

Come se quelle emozioni non fossero le sue...

-Voltati- Una voce, né maschile, né femminile, le arrivò alle orecchie con un lieve sussurro.

Lo fece e rimase pietrificata.

Si, quelle emozioni non erano le sue.

REYLO: Non Possum Vivere Sine TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora