Notte

2.1K 47 2
                                    

Camminava per le strade sola. Si abbassò leggermente la gonna per non far vedere l' intimo in pizzo nero che lei odiava profondamente. Ma ai clienti piaceva, quindi lo indossava. i capelli biondi naturali che aveva pettinato con cura erano scompigliati, e il suo trucco nero che la invecchiava di un paio d'anni, era colato. Erano le 3 del mattino e la ragazza era appena uscita dalla casa di un suo cliente. Poteva dormire 4 ore e poi doveva alzarsi per prepararsi per andare a scuola. Arrivò alla sua auto nera parcheggiata in fondo alla strada. Era sempre la stessa storia: doveva lavorare in una città diversa dalla sua per non essere riconosciuta, anche se, era molto difficile riconoscerla. A scuola portava una parrucca di capelli corti e marroni, lenti per far diventare i suoi occhi marroni e poco trucco, apparecchio finto,occhiali enormi marroni, vestiti pesanti, larghi e sguardo sempre basso per essere invisibile. Di notte di trasformava: tolta la parrucca aveva una cascata di capelli biondi lunghi fino a metà schiena, trucco pesante sugli occhi azzurri,vestiti attillati e cortissimi, un sorriso abbagliante con cui ammaliava i suoi clienti, insieme alla sua finta sicurezza. Non c' era un momento in cui lei fosse davvero lei. Anzi forse si, forse era lei stessa quando ballava. Lei ballava Hip-Hop e danza moderna. Si poteva dire quindi che Astrid Gray era finzione e verità, sempre.

Due fidanzatini in una moto le passarono affianco sulla strada "Ehy Puttana!" la salutarono per poi sfrecciare via ridendo. La ragazza continuò a camminare, non avrebbe detto nulla contro quei due ragazzi, infondo avevano solo detto la verità. Ma lei lo faceva per vivere, non per divertimento. Guidava da un bel po' quando finalmente vide la rotonda familiare che le indicava che era ormai nella sua città. Salì nel suo piccolo appartamento per due persone. Sbuffò sonoramente vedendo altre bollette da pagare entro fine mese. le lanciò da qualche parte fregandosene, entrò in bagno, e incominciò a far scendere l' acqua fredda della doccia mentre lei si spogliava, per poi entrare dentro la cabina e trovarla calda. Uscita si mise l’ accappatoio ed uscì dal bagno per poi entrare nella sua camera grigia. Il giorno dopo avrebbe avuto scuola e doveva assolutamente dormire, anche se solo per poche ore.

La sveglia suonò. Svogliatamente si mise seduta, si alzò e si diresse in cucina per mangiare due o tre biscotti. Finito di fare colazione tornò in camera per prepararsi: parrucca, lenti colorate, apparecchio, un maglione di lana grigio, dei pantaloni larghi e una felpa di una taglia in più. Prese la borsa piena di libri e quaderni e uscì dal suo appartamento. Salì sulla macchina pronta a partire. A fermarla fu il suo cellulare. “pronto?” chiese curiosa di sapere chi era quel numero a lei sconosciuto. “Pronto, ciao Amore sono Mamma!”. L’ ossigeno le mancò. La madre, come tutti, non sapeva che vita facesse la figlia, era solo a conoscenza di un lavoro che le permetteva di guadagnare abbastanza per vivere. “Ciao mamma … da dove chiami?” lasciò perdere quel nome tanto sdolcinato con cui la madre l’ aveva chiamata. “Dal cellulare  di tuo cugino Chris. Oggi inizia la scuola da te, abbiamo chiesto che venga messo in classe con te, quindi cerca di aiutarlo a mettersi al pari con voi, e magari presentagli dei tuoi amici.” La bocca e gli occhi della ragazza si spalancarono. Non ci poteva credere … Suo cugino Chris non l’ avrebbe riconosciuta, e di sicuro avrebbe chiesto spiegazioni del suo cambio di look e degli occhi in meno i una settimana. Infatti qualche giorno prima Astrid e la famiglia si erano riuniti per una cena utti insieme e lei era andata come i suoi si aspettavano di vederla: capelli biondi, occhi celesti, vestiti molto semplici trucco leggero, e nessun tipo di apparecchio o di occhiali. “Quasi mi dimenticavo … ti volevo chiedere se Chris può trasferire da te. Fammi sapere. Devo andare ora, ti voglio tanto bene, ciao” e chiude lì la chiamata non dando ad Astrid la possibilità di protestare. Anche se avesse voluto non avrebbe potuto parlare, era paralizzata dalla paura, doveva assolutamente inventarsi una scusa per non far venire il cugino a vivere da lei.

Arrivata a scuola scese dalla sua macchina, e incominciò subito ad osservare le parsone che stavano tranquillamente chiacchierando o ripassando, speranzosa di trovare una chioma rossa. Ad interrompere la sua ricerca fu qualcuno. “Scusa?” un ragazzo con i capelli rossi e occhi verdi le stava affianco guardandola, aspettando che le  rispondesse. “Chris.” Lo salutò lei. La sorpresa si vedeva ad un miglio di distanza nella faccia del cugino. “ci conosciamo?” chiese lui. Astrid sorrise. “Sono tua cugina” Vedendo che il ragazzo non accennava a capire continuò sospirando. “Sono Astrid.” Chiarì. Dopo qualche minuto di silenzio finalmente Chris parlò. “Astrid ha gli occhi celesti, e poi non ha l’ apparecchio: ha i denti perfettamente dritti”. La cugina alzò gli occhi al cielo. “Sono lenti colorate e poi questo coso è finto.”. “A quanti anni ci siamo baciati, e dove?” chiese indagatore Chris. “Davanti alla tv di zia Tina, a otto anni” rise lei. Un braccio le avvolse le spalle. “Allora cuginetta, dopo mi spieghi perché sei vestita così?”, la ragazza annuì. Era incredibile come quella semplice domanda avesse fatto capire a Chris che era lei la cugina, eppure era un fattore del tutto insignificante.

La campanella suonò e tutti i ragazzi che erano ancora fuori entrarono nel grande edificio. Alec aspettò ancora, giusto il tempo di finirsi la sua sigaretta. Odiava la scuola. Dai banchi, alle professoresse, dagli alunni, alle troie che si faceva ogni santo giorno, dai ragazzi invisibili, ai suoi falsi amici che stavano con lui solo per essere notati. Non c’era nulla che andava bene in quella scuola. Buttò la sigaretta finita per terra per poi schiacciarla con il piede. In lontananza vide una ragazza correre siccome era in ritardo. Appena passò affianco  lui, Alec mise il piede e la ragazza cadde per terra. “Se non ti sbrighi arriverai in ritardo” l’ avvisò andandosene via ridendo. Ora però anche lui era meglio se andava in classe se non voleva beccarsi un'altra punizione. Arrivato di fronte alla porta della classe non bussò neanche ed entrò. “Signor Williams, vada subito al suo posto, oggi abbiamo un nuovo compagno, per favore stia zitto mentre si presenta” Alec lanciò una veloce occhiata al ‘nuovo compagno’. Capelli rossi, occhi verdi e lentiggini. Pensò subito che aveva qualcosa che lo differenziava da molti, oltre per il suo aspetto. Senza dire nulla di diresse al suo banco. Oggi mancavano quattro persone, proprio quelle di fronte a lui, quindi l’ unica persona che poteva disturbare si trovava a 2 bancate più avanti. "Sono Chris Gray, ho 17 anni, vengo dalla scozia, e sono felice di essere qui” disse imbarazzato Chris. ‘Il solito discorso’ Pensò Alec. Come sentì il cognome del ragazzo al professore gli si illuminarono gli occhi. “è parente della signorina Gray?”

Il cugino stava andando benissimo, fino alla domanda del professore. “Ehm, si” ammise Chris. Il professore la cercò con gli occhi e, una volta trovata le andò vicino. Ora gli occhi erano tutti su di lei, e Astrid odiava attirare l’ attenzione. Le ragazze della classe incominciarono a ridere. “Che avete da ridere?” urlò il professore. La classe si zittì. “Sono molto diversa da mio cugino, signor Green” ammise la ragazza. Sapeva che in quei panni era orribile in confronto a suo cugino. Il professore le lanciò un’ occhiata apprensiva, che non arrivò ai suoi occhi visto che li teneva sempre bassi. Il signor Green mandò al posto suo cugino, che se ne stette zitto per tutta l’ ora, arrabbiato del fatto che lei fosse molto più bella di quello che lasciava vedere, anziché mostrarsi e far invidia a tutti. Ma lei doveva essere invisibile, non attirare su di se l' attenzione. Ed era decisa a continuare questa messinscena.

#AngoloAutrice

Hey ciao! Ecco a voi il primo capitolo, spero che vi sia piciuto. Il prossimo a un commento. Grazie a voi che leggete. Ciao

DiamondDove le storie prendono vita. Scoprilo ora