Pubblicità:
born to die.
_aly_viola_
————————
Correva per le strade. Aveva lasciato la cugina in buone mani, ne era sicuro. Alec era sempre al fianco di Astrid, anche se a Chris non piaceva tanto. Chris però aveva visto la cugina. E lei teneva ad Alec, anzi, Chris pensava che lei provasse qualcosa di più, ma non ne era del tutto certo. Ora che Jackson era arrivato poteva succedere di tutto. Chris aveva chiesto ad un paio di persone della scuola l' indirizzo. A quanto pare il ragazzo si era già fatto conoscere. C' era una festa quella notte e Chris non se la sarebbe persa per nulla al mondo. Quel ragazzo doveva pentirsi di ciò che aveva fatto ad Astrid. Chris l' aveva saputo circa un anno dopo il fatto, quello che era successo, dopo che la cugina si era già trasferita nella nuova città. Inizialmente Chris era infuriato con lei. Essendo i due unici 'giovani' della famiglia si parlavano spesso per non essere come quei parenti che a mala pena sanno il nome l' uno dell' altro.
Dalla casa di sentiva la forte musica. Chris fece una smorfia e superò il cancelletto aperto. Ragazzi che si baciavano e bevevano comparivano da tutte le parti. Chris si fece spazio tra le persone che saltavano in contemporanea al ritmo della musica. Il caos regnava e niente poteva tenerlo a bada. Il DJ alzava la mano facendola ondeggiare in avanti e indietro. Chris adocchiò un ragazzo che la mattina gli aveva detto tutto quello di Jackson. "CIAO!" urlò ubriaco facendo spostare la ragazza che stava baciando, dalle sue gambe, in modo da alzarsi e concedere la poca attenzione che aveva a Chris, che si era avvicinato e aveva picchiettato sulla spalla. Chris lanciò uno sguardo alla ragazza che se ne stava sdraiata sul divanetto, ubriaca anche lei. Brook. Chris alzò gli occhi al cielo. Dopo che dopo scuola l' aveva rifiutata dopo che lei aveva provato a baciarlo, evidentemente aveva cercato di rimpiazzarlo con ragazzi e alcool.
-CIAO! SAI DOV'é JACKSON?- chiese urlando Chris distogliendo lo sguardo da Brook. Il ragazzo difronte a lui annuì e gli indicò le scale. Chris senza perdere tempo salì le scale. Il rumore, perché non era musica, ma letteralmente rumore, si era attutito di molto e Chris tirò un sospiro di sollievo. Ora dove solo trovarlo. il ragazzo udì delle urla. Sorrise. Trovato. Di sicuro era con qualche puttana che era venuta alla festa. D'altronde era pieno qui. La porta dalla quale provenivano le urla era difronte a Chris che l' aprì subito. Spalancò gli occhi quando vide April messa a quattro zampe sul letto e dietro Jackson che dava forti spinte. Chris inspirò. i due ragazzi difronte a lui continuavano. Chris si schiarì la gola. April lo vide e sorrise. Quel sorriso però era strano. Era un sorriso di una persona che non capisce più nulla, che è totalmente sballata e non distingue realtà e fantasia. "Ehy Chris, amore, vieni che facciamo una cosa a tre!" rise sguaiatamente. Chris sbarrò gli occhi. Jackson lanciò un urlò e uscì da April, lasciandola insoddisfatta. Jackson,totalmente cosciente spinse fuori dalla camera Chris insieme a lui, mentre finiva di alzarsi la zip dei pantaloni. "Chris." incrociò le braccia al petto. Chris si ricordò per cos'era venuto. Assunse una faccia arrabbiata. "Pezzo di merda..." sussurrò per poi colpirlo allo zigomo con un pugno. Jackson si mise le mani sul viso, trattenendo un gemito di dolore. Si riprese subito e colpì di rimando Chris.
April si sistemò di nuovo il rossetto rosso. Ne aveva catturato un altro. Chi è che non le resisteva in sin dei conti? A parte Chris, ovviamente. Camminò verso la porta tenendosi al muro. Aveva capogiri, ma la felicità di quel momento era immensa, anche se non c' era motivo di essere 'felici'. Uscì dalla camera e guardò a destra, dove c' erano Chris e Jackson picchiandosi. "Whoo Whuu!" urlò agitando il pugno in aria. "Vai Chris, fagli il culo a quello!" urlò. Vide Chris sorridere, anche se non la stava guardando. Si appoggiò al muro con la schiena, strisciando verso il basso per poi sedersi sul pavimento. Sorrise anche lei ad occhi chiusi. Aveva fatto sorridere quel ragazzo che con lei era tanto serio. Anche in quel momento provava felicità, ma non capiva se era per la droga che le era stata data, o era per qualcos'altro, qualcun'altro.
La voce di Astrid gli fece socchiudere gli occhi. La ragazza se ne stava lì, difronte a lui, a scuotergli leggermente il braccio e a chiamarlo piano piano. Alec sorrise. Allungò le braccia e cinse i fianchi di Astrid attirandola a se. Che stava facendo? Astrid gli poggiò le mani sul petto come si sedette su di lui. "Giorno" gli morsicò la guancia scherzosamente. Alec spalancò gli occhi sorridendo. "Tutta questa confidenza?" ridacchiò. Astrid arrossì e fece le spallucce. Alec gli diede un buffetto sul naso, che Astrid arricciò subito. "Buongiorno." rispose stiracchiandosi Alec. Astrid si alzò dalle sue gambe e saltellò felice facendo alzare in aria i suoi capelli corti marroni. "Oggi andiamo a fare shopping!" lanciò un urletto battendo le mani. Alec spalancò la bocca e si indicò. "Io? Shopping? Hahaha.. No" rise finto e finì serio. Astrid sbuffò. "Non lamentarti, non si discutono gli ordini della regina." disse in modo altezzoso scherzando. "ti ricordo che avevi la febbre ieri notte, quindi torna a letto e stacci." alzò un sopracciglio Alec. "Ma ho fame!" fece il broncio Astrid. Alec rise. "Cucino io". Ad Astrid le si illuminarono gli occhi. "Quindi non te ne vai?" Alec scosse la testa. Astrid gli saltò addosso legando le braccia al collo e le gambe al bacino. Alec fece alcuni passi indietro colto di sorpresa, ma poi rise e mise le mani sotto il sedere di Astrid per sorreggerla. "Togli quelle mani." sussurrò la ragazza. Alec le diede un piccolo sculaccione, non molto forte. La giovane saltò. "Ehy!" si lamentò scendendo da Alec. "muoviti a vestirti, ti aspetto in cucina." uscì dalla camera.
Il giorno prima stava inscatolando le ultime cose. Aveva lasciato fuori solo l' occorrente per gli ultimi giorni. Gli dispiaceva che Astrid non lo sapesse, ma aveva paura. Paura della sua reazione forse, o forse no. forse aveva paura di ammettere che non voleva lasciarla, ma se fosse stato così, perché non la voleva lasciare? Era un' amica, che conosceva da sei mesi. eppure in questi sei mesi aveva passato molto tempo, troppo. Mentre prendeva dagli scaffali Alec pensò ad Astrid Gray e ad Astrid, ovvero quella bionda. Erano totalmente diverse. La prima, timida e insicura, la seconda audace e seduttrice. Solo una cosa le accomunava: gli occhi. nonostante fossero totalmente diverse, Alec pensò che lui voleva più bene alla sua piccola Gray. In fondo, la bionda non la conosceva quasi per niente, non aveva il suo cognome, o il suo numero di telefono che Chris gli doveva dare. Non sapeva niente di lei. Alec pensò che Astrid Gray era unica. Nemmeno la ragazza bionda poteva ricopiarla. Lei era lei.
Due mani si poggiarono sui suoi occhi facendo interrompere i suoi pensieri. Alec sorrise. "Mhmm.. Chi è?" chiese facendo finta di non capire. Si sentì una risatina. "indovina!" "April?" "No" "Brook?" "No!" Alec sorrideva con la lingua tra i denti. Si sentiva che Astrid si stava divertendo. "Astrid?" "Si!" rise lei facendolo girare. Alec le cinse la vita con le sue forti braccia. Astrid lo guardava ancora sorridendo. Alec si sporse velocemente in avanti rubandole un bacio.
#AngoloAutrice
Eheeeeeeey... Spero che vi piaccia il capitolo, il problema è che non avevo idea di cosa scrivere.. Bhe al prossimo :)
Si sta avvicinando sempre di più la fine!
Ciaoo
STAI LEGGENDO
Diamond
RomanceNon aveva il cuore ne di pietra, ne di ghiaccio. Entrambi si potevano rompere facilmente. Lei era diversa da tutti. Aveva il cuore di Diamante: indistruttibile. Di diamante erano anche le sue barriere, per non permettere a nessuno di sapere cosa si...